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Una Conferenza provinciale sulle acque. La chiedono i Ds
30 Agosto 2006
 

I Democratici di Sinistra esprimono forte apprezzamento per il lavoro svolto dai Comitati locali per la tutela delle acquee. Acque che sono oggetto di sfruttamento intensivo per la produzione d’energia idroelettrica. I Comitati hanno svolto un lavoro prezioso che aiuta fare crescere la percezione del valore ambientale come componente essenziale del territorio.

L’entità e le modalità dei prelievi hanno portato ad un’alterazione del territorio, dell’alveo dei fiumi e dei torrenti creando problemi idrogeologici, ambientali, della fauna ittica, nonché una ricaduta negativa anche sulla qualità dell’immagine turistica. Per questo condividiamo l’appello lanciato dai Comitati per la moratoria di tre anni; moratoria richiesta anche in una interrogazione presentata in Parlamento dall’Onorevole Gianni Farina. Una moratoria che giustamente deve servire ad effettuare quella verifica scientifica che deve portare a ristabilire la qualità naturale delle acque e dei sistemi idrici, in particolare salvaguardandone la qualità dei fiumi e dei torrenti.

In un territorio già fortemente sfruttato non serve solo la moratoria, ma anche un effettivo controllo sull’attuale produzione d’energia idrica in modo da tenere in considerazione la compatibilità del sistema, nell’interesse della conservazione ambientale.

Se sulla moratoria vi è quel consenso politico trasversale preannunciato da tutte le forze politiche ai Comitati locali vi sono le condizioni affinché l’Amministrazione Provinciale si faccia interprete di queste volontà. Non con il ripescaggio di un ex parlamentare nominato Assessore con delega alle acque, che inventa tavoli istituzionali permanenti, ma è necessario portare a compimento l’iter d’adozione del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP).

Un PTCP a cui va riconosciuto una presa di posizione corretta, ma non ancora sufficiente.

È necessario approvare celermente quei pochi strumenti che la normativa mette a disposizione come il PTCP e farlo diventare uno strumento concreto per l’applicazione del Programma di Tutela e Uso delle Acque (PTUA).

In gioco non vi è solo la partita dell’utilizzo dell’acqua ai fini energetici, ma anche l’applicazione dell’ATO, che assieme alla moratoria delle captazioni, rappresenta un’occasione per dimostrare una vera capacità d’autogoverno locale della programmazione del servizio idrico integrato per definire, in un rapporto corretto tra imprenditoria “pubblica” e privata, il ruolo delle multi-utility.

A nostro parere l’Amministrazione provinciale deve porsi come interlocutore credibile ed autorevole partendo dalla convocazione di un Consiglio provinciale ad hoc per indire una Conferenza provinciale sulle acque che metta attorno allo stesso tavolo, la Provincia, le istituzioni locali, le aziende idroelettriche, le parti sociali per determinare una programmazione per un corretto uso della risorsa idrica.


Angelo Costanzo
Segretario provinciale DS


 
 
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