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Cuba. Circolano in rete tre video sul delitto di Bayamo 
Nuovi particolari e dubbi sui fatti che vedono coinvolti tre italiani
05 Dicembre 2011
 

Tre video relativi all’inchiesta sulla morte di Lillian Ramírez Espinosa, una bambina di 12 anni il cui cadavere in avanzato stato di decomposizione è stato ritrovato alla periferia di Bayamo (Cuba), circolano da questa settimana su Internet, fornendo nuovi particolari sul caso che si è concluso con pene fino a 30 anni di carcere per una decina di cubani e per tre italiani.

 

Due video - divulgati giovedì nel sito dell’agenzia di stampa indipendente Hablemos Press - mostrano la ricostruzione dei fatti. Il primo è stato girato nella casa di Bayamo dove si trovava la ragazzina quando ha cominciato a sentirsi male e subito dopo ha perso i sensi. Secondo l’accusa la minore stava partecipando a un’orgia insieme ad altre compagne di scuola. Vediamo Leonel Milán Gamboa, alias “Pincho”, condannato a 25 anni per omicidio e corruzione di minori, e Yaína Cosset Pardo Muñoz, condannata a 22 anni per gli stessi delitti. “Pincho” è vestito con una maglietta rossa e la sua presenza è stata richiesta dagli investigatori per aiutare a ricostruire la scena del crimine. Si può ascoltare anche la testimonianza del padrone di casa, Luis Carlos García Fernández, che indossa una camicia bianca, sul quale non abbiamo certezze in merito alla condanna, ma la richiesta del pubblico ministero era di 18 anni di carcere. La sentenza è stata emessa lo scorso 5 novembre, ma le pene sono state divulgate soltanto da radio e stazioni televisive di Bayamo. Il principale accusato, Vicel Ramos Cedeño, è stato condannato a 30 anni di carcere per omicidio e corruzione di minori. I cittadini italiani Angelo Malavasi e Simone Pini si sono visti infliggere 25 anni di galera, mentre 20 sono toccati a Luigi Sartorio.

Il secondo video ricostruisce i fatti nella zona dove è stato ritrovato il corpo della bambina e raccoglie la testimonianza di “Pincho”, che è visibilmente nervoso e in numerose occasioni afferma di non ricordare perfettamente come ha abbandonato il corpo della minorenne. Gli accusati sono stati portati in auto verso la zona di campagna dove è stato scoperto il cadavere e sono stati interrogati su come hanno abbandonato la bambina moribonda in mezzo ai cespugli. “Pincho” ha detto più volte di non ricordare bene l’accaduto, perché era ubriaco e aveva consumato droghe.

La terza parte del materiale audiovisivo riguarda la riesumazione del cadavere e le annotazioni medico-legali riferite dagli esperti.

In totale si tratta di 50 minuti di testimonianze filmate, girate dagli investigatori del Ministero degli interni (MININT), che da alcuni mesi stanno circolando clandestinamente tra i cittadini di Bayamo.

Il cadavere è stato ritrovato il 19 maggio del 2010, in mezzo ai cespugli in una zona periferica di Bayamo. La relazione medico-legale afferma che la bambina è morta per asfissia e che sul decesso possono aver giocato un ruolo determinante l’asma cronica di cui soffriva e il consumo di alcol. La causa è stata promossa lo scorso giugno davanti al Tribunale Provinciale di Granma. Il giudizio si è svolto a porte chiuse e nel più totale segreto, tra il 26 e il 30 settembre, presso la Scuola Professionale d’Arte “Manuel Muñoz Cedeño”, alla periferia di Bayamo. Dopo aver appreso la sentenza, i familiari degli accusati hanno detto che avrebbero promosso appello davanti al Tribunale Supremo, visto che le prove presentate dal pubblico ministero non sono sufficienti a provare le responsabilità dei condannati. La posizione dei tre italiani coinvolti potrebbe essere rivista da una nuova sentenza.

 

Gordiano Lupi

 

 

Per vedere i filmati con le presunte prove:

> Ricostruzione nella casa del delitto

> Ricostruzione sul luogo del ritrovamento

> Riesumazione del cadavere


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