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Uninominale e maggioritario. Il sistema elettorale radicale
21 Agosto 2010
 

In queste settimane di ipotesi sul destino della XVI Legislatura e dell'ultimo Governo Berlusconi, Marco Pannella ha, in più occasioni, espresso la sua contrarietà sia alla prospettiva di ricorrere ad elezioni anticipate sia al Governo tecnico.

Il 1° agosto, dai microfoni di Radio Radicale, durante la conversazione settimanale con Massimo Bordin, Pannella aveva dichiarato: «Il vero problema è che le elezioni anticipate non saranno comunque elezioni democratiche. Questo lo sappiamo comunque. Saranno elezioni partitocratiche. Magari con qualche manifestazione di protesta. Sappiamo già che non saranno elezioni democratiche, e dunque occorre continuare a prepararsi ad una situazione che è quella della democrazia reale italiana».

Uno degli aspetti di non democraticità più gravi del procedimento elettorale in Italia è la legge elettorale attualmente in vigore che, con il sistema delle liste bloccate, lascia nelle mani delle segreterie dei partiti tutte le possibilità di scelta: gli eletti si trasformano così in nominati.

I Radicali non solo si sono sempre espressi contro il cosiddetto “porcellum” (la definizione che della legge ha dato il suo stesso estensore, il leghista Roberto Calderoli), ma nella loro storia hanno lottato, sia attraverso le iniziative parlamentari, sia con il ricorso agli strumenti referendari e di partecipazione popolare, perché si passasse a un sistema elettorale maggioritario uninominale.

 

 

La proposta di legge del 1987

Nel 1986 nacque la Lega per l'uninominale, un movimento trasversale a tutti gli schieramenti, con l'obiettivo unico di spingere le istituzioni italiane a riforme di stampo anglosassone, in particolare per quanto riguardava la legge elettorale.

Nel luglio del 1987, durante la X Legislatura, i deputati Pannella, Aglietta, D'Amato, Faccio, Mellini, Modugno, Stanzani, Ghedini, Teodori, Vesce e Zevi presentantano una proposta di legge, la cui introduzione è probabilmente una delle più efficaci spiegazioni della proposta radicale sul sistema elettorale. Ne riportiamo qui un estratto: 

La proposta che formuliamo è l'adozione di un sistema elettorale basato sul principio del collegio uninominale, cioè sulla regola, considerata fondamentale in paesi di antica democrazia, che ogni collegio elettorale deve avere un solo rappresentante in Parlamento, che la votazione avviene non tra liste concorrenti ma tra singoli candidati, e che l'eletto è colui che nel collegio ha raccolto il maggior numero di consensi.
Ogni comunità ha quindi un unico rappresentante parlamentare e la scelta di questo avviene con un sistema elettorale che valorizza al massimo il rapporto tra eletto ed elettore, diminuendo il peso di intermediazione dei partiti.
Il collegio uninominale nel sancire, infatti, la proclamazione diretta del candidato, sul quale sia confluito il maggior numero dei voti validamente espressi nell'ambito di una circoscrizione, consente a tutti gli iscritti nelle liste delle sezioni della medesima a considerarlo, nel bene e nel male, precipuamente come il loro rappresentante e non solo del contrassegno sotto il quale sia stata espressa la candidatura.

Attraverso i referendum promossi dai radicali il popolo italiano, quando è stato messo in condizione di poter scegliere, non ha mai perso un'occasione per esprimersi a favore di una riforma elettorale in senso maggioritario. In particolare nel 1993. Ma il sistema dei partiti ha sempre fatto tutto il possibile per continuare a controllare le istituzioni, trasformandosi sempre più in un vero e proprio regime partitocratico.

Questa continua negazione della volontà dei cittadini è stata documentata nel 10° capitolo della Peste Italiana: «Dalla riforma "americana" possibile alle controriforme partitocratiche».

Per i radicali una riforma elettorale in senso maggioritario sarebbe parte del più complessivo quadro di riforme delle istituzioni europee, statali e dell'ordinamento regionale così come espresso dal progetto del Professor Mario Patrono. Si tratta di un progetto che vede i cittadini trasformarsi da sudditi a cittadini, liberi di scegliere chi li rappresenta senza affidare questa scelta alle segreterie dei partiti.

 

 

QUI Cronologia della campagna radicale per il maggioritario (1975-2000)

 

 

Fonte: Radicali.it


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