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Rosario Amico Roxas. Hic manebimus optime... Fallimento dello scudo fiscale
21 Febbraio 2010
   

Lo scopo dichiarato dello scudo fiscale è miseramente fallito, almeno quello dichiarato, mentre miete successi lo scopo occulto, ma ormai chiarissimo.

Solo il 35% dei capitali che hanno goduto dei benefici dello scudo fiscale è materialmente rientrato in Italia, il restante 65% ha preferito la permanenza nei tranquilli paradisi fiscali…

Hic manebimus optime!!!

Lo scudo fiscale ha confermato la sua vera vocazione di essere una sanatoria per i capitali sporchi nonché un detergente per i capitali sporchissimi.

Il modestissimo introito nelle casse dello Stato non compensa il deleterio risultato di avere reso immacolati i frutti dei peggiori reati finanziari e penalmente rilevanti (estorsioni, traffico di droga e armi, corruzioni, concussioni, truffe) compiuti dai personaggi che, molto bonariamente, il cavaliere ha definito “biricchini”.

Ma cosa si cela dietro tale scudo?  Quali manovre è lecito e legittimo ipotizzare?

Poniamo il caso di un evasore-mafioso-camorrista che dispone di 1 miliardi all’estero e necessita una profonda pulizia di quei quattrini, altrimenti difficilmente utilizzabili; grazie allo scudo sana la sua posizione, ma denuncia non 1 miliardo bensì 5 miliardi di euro, così si ritrova con una scorta di future truffe o latrocini per gli anni avvenire già sanati ancor prima di commettere il reato, il tutto con un modestissimo pizzo del 5%, quando è ben noto che per ripulire denaro sporco non basta il 25%.

Di questa gentaglia è piena questa italietta, con la protezione del governicchio.

Questa gente, per alleviare le proprie pene finanziarie a chi deve rivolgersi?

Ma certamente ad un tributarista...

Sul mercato del lavoro tributario ci sono certamente professionisti che conoscono bene le leggi, sanno bene come sfruttarle al meglio, utilizzano tutte le scappatoie per favorire i disegni evasivi dei loro clienti. 

Che dire poi se un tributarista non solo conosce le leggi, ma le fa…??? E le fa, le inventa, le intuisce su misura delle esigenze che emergono e dei bisogni dei suoi poveri clienti, afflitti dalla esigenza di ripulire il denaro (tanto denaro) così malamente guadagnato.

Si chiama “finanza creativa”.

Cose che accadono e possono accadere solo in questa italietta del governicchio.

  

Rosario Amico Roxas


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