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Gordiano Lupi. “I Cariolanti” di Sacha Naspini
31 Gennaio 2020
 

Sacha Naspini

I Cariolanti

E/O, 2020, pp. 176, € 16

(disponibile in E-book)

 

La nuova vita de I Cariolanti, il romanzo più cupo e duro di Sacha Naspini, uscito per i tipi di Elliott alcuni anni fa, adesso in catalogo E/O, dopo il successo de Le case del malcontento e la conferma con il thriller psicologico Ossigeno. Vediamo come lo presenta la Casa Editrice di Elena Ferrante: “Aldo è un disertore della Prima Guerra. Invece di partire per il fronte decide di costruire un rifugio sotterraneo nei boschi per prendersi cura della sua famiglia: una moglie, un figlio. Bastiano è un bambino. Al chiuso della tana sperimenta le contingenze della vita: il freddo, il caldo, la fame. Soprattutto la fame. Finché la guerra non finisce e Bastiano esce allo scoperto. Ma lo fa segnato dagli stenti, ogni impulso fa capo al luogo da cui proviene: una buca. E poi la propensione alla natura (vera, bestiale), che si infrange con le dinamiche violente che comandano il mondo degli uomini. Bastiano è un ragazzo quando impara l’amore. Sperimenta il carcere, quindi la ferocia del secondo conflitto mondiale. Si confronta con inaspettati segreti di famiglia. I Cariolanti è un romanzo di deformazione. Tredici fotografie di un’Italia gotica, rurale, notturna. Tredici istantanee della vita di un uomo nato di traverso. Questa è la sua storia”.

Se non mangio tutto poi arrivano i Cariolanti. Quando li sogno sono in due, un uomo e una donna vestiti male, scavati fino all’osso e con tutti i capelli appiccicati sulla faccia. Camminano strascicando i piedi nudi, sporchi di sangue e terra. E dita bitorzolute, e braccia lunghe, anzi lunghissime, fino alle ginocchia. Lunghissime e secche. I Cariolanti si chiamano così perché si tirano dietro un carrettino sgangherato, sopra c’è un lenzuolo che una volta era bianco ma che adesso è tutto zozzo e logoro. Pieno di patacche schifose. Da là sotto a volte spuntano dei piedini di bimbo. I Cariolanti hanno sempre fame. Se a cena qualche bimbo viziato non mangia tutto, di notte arrivano loro, ti prendono e ti portano via per mangiarti vivo nella loro tana.

L’incipit del nuovo romanzo di Sacha Naspini è terrificante e suggestivo, precipita il lettore in un clima di angoscia claustrofobica che si fa sempre più intenso, citando a piene mani le leggende maremmane e l’horror gotico italiano. Il romanzo è ambientato nel 1918, nella campagna toscana, si svolge quasi tutto all’interno di una buca, dove un uomo che non vuol partire per la guerra si è nascosto insieme al figlio di nove anni e sua moglie. Il padre si procura il cibo con rapide uscite, spesso la famiglia è costretta a cibarsi di vermi e di resti di carne umana. Nello squallore generale spicca la storia di Bastiano, innamorato di Sara, figlia del padrone per cui va a lavorare, ma le cose non vanno come vorrebbe e tutto finisce in una turpe serie di omicidi. Sacha Naspini racconta una storia dura, indaga la bestialità umana, l’istinto di chi uccide per sopravvivere, imbastendo un romanzo che sta a metà strada tra una novella di Maremma e una fiaba nera. Naspini è autore che ama cambiare genere da un libro all’altro: esordisce con una storia di pedofilia ambientata nelle campagne toscane (L’ingrato), prosegue con un noir ambientato a Praga che indaga il rapporto padre-figlia (I sassi - Edizioni Il Foglio), va avanti con Never Alone (Voras) e la figura del doppio. A ogni nuovo lavoro registriamo uno stile diverso, un nuovo modo di raccontare, un tipo di narrazione che non ha niente in comune con la precedente. I suoi lettori attendevano il ritorno di Bastiano. E/O li ha accontentati.

 

Gordiano Lupi


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