Martedì , 03 Dicembre 2024
VIGNETTA della SETTIMANA
Esercente l'attività editoriale
Realizzazione ed housing
BLOG
MACROLIBRARSI.IT
RICERCA
SU TUTTO IL SITO
TellusFolio > Diario di bordo
 
Share on Facebook Share on Twitter Share on Linkedin Delicious
Karen Russo. Una piccola grande attivista 
Rekha Kalindi spera di cambiare l'intera nazione indiana
05 Agosto 2009
 

È stata chiamata una leader e un'icona, e le sue azioni sono considerate rivoluzionarie: tutto perché la tredicenne Rekha Kalindi (foto) rifiuta di sposarsi e vuole andare a scuola. Il suo atto di sfida ha percorso tutta l'India. A causa del suo ostinato rifiuto di obbedire alla richiesta dei suoi genitori, altre ragazze e bambine si sono opposte ai propri matrimoni precoci. I giornali hanno riportato la storia di Rekha lodandola per essere riuscita ad ottenere un cambiamento dove neppure il governo aveva avuto risultati. Infine è diventata così popolare che la presidente dell'India ha voluto incontrarla la scorsa primavera.

Cresciuta in uno dei villaggi più poveri dell'India, Rekha ha lavorato per la maggior parte della sua giovane vita. Come il padre, guadagnava qualcosa arrotolando quel tipo di sigarette chiamate “beedi”. Due anni or sono, un programma di alfabetizzazione l'ha tolta dal lavoro minorile per farle frequentare la scuola. Oltre ad apprendere le materie usuali, Rekha e dozzine di altri ex bambini-lavoratori hanno appreso a sviluppare le proprie capacità di leadership. La scuola, che fa parte di un programma dell'Unicef, è assolutamente gratuita, di modo che le famiglie non siano costrette a togliere i bambini dalle classi a causa dei costi delle stesse.

Da questa esperienza Rekha ha raccolto la forza che le ha permesso di sfidare la propria famiglia e il proprio villaggio, e di cambiare il proprio futuro. E la sua decisione ha dato inizio ad una reazione a catena. Rekha è una fanciulla minuta, alta meno di un metro e mezzo, con lunghi capelli scuri tenuti a coda di cavallo. Un grande sorriso appare sul suo volto quando parla della scuola. È innamorata del sapere, ed eccellente in tutte le materie, il che spiega quanto si sia sentita male quando, a 12 anni, i suoi genitori le hanno detto che si sarebbe sposata.

La legge che proibisce i matrimoni precoci in India li rende illegali per le ragazze al di sotto dei 18 anni e per i ragazzi minori di 21, ma raramente viene messa in pratica. La “tradizione” dei matrimoni precoci interessa soprattutto le famiglie povere, che in questo modo non devono più sostenere economicamente le figlie sposate.

Il villaggio di Rekha, Jhalda II, è a sette ore di viaggio da Kolkata, e presenta una delle percentuali di analfabetismo femminile più alte del paese. Come capita di solito alle bambine qui, Rekha fu tolta da scuola dai genitori subito dopo che essi avevano cominciato i preparativi per il suo matrimonio. Non c'era motivo di imparare più niente, dato che presto sarebbe stata una moglie. «Mi sentivo molto triste», racconta Rekha. «Tutte le mie amiche stavano andando a scuola. Ed ero ancora più triste perché ero una prigioniera nella mia stessa casa».

Perciò Rekha fece qualcosa di impensabile. Disse «No». I suoi genitori, sconvolti dal suo comportamento, le fecero mancare il cibo per quasi due settimane. Sua madre, Manaka Kalindi, dice che era arrabbiata perché sua figlia aveva osato sfidarla. Ma non solo Rekha rimase ferma nella sua decisione: ottenne anche dell'aiuto esterno. I suoi insegnanti, i suoi compagni di scuola ed un funzionario del governo, commossi dalla sua determinazione, si presentarono ai suoi genitori pregandoli di riconsiderare la faccenda. I genitori, riconoscendo il desiderio della loro bambina e sperimentando una pressione esterna di cui non avevano mai fatto esperienza infine cedettero: Rekha non si sarebbe sposata. E, cosa ancora più importante, avrebbe continuato ad andare a scuola.

Rekha non voleva evitare il matrimonio solo per questo, ma a causa dei danni fisici che i matrimoni precoci fanno alle ragazzine. Le gravidanze precoci sono direttamente proporzionali alla mortalità infantile e materna. Rekha conosceva questi rischi molto bene: la sua sorella maggiore andò sposa ad undici anni, soffrì per quattro aborti spontanei, ed oggi non può più avere figli.

«I matrimoni di bambine contribuiscono largamente ai tassi di mortalità materna ed infantile, incrementano il periodo di fertilità di una donna, e ciò porta ad avere famiglie assai numerose e sempre più povere», spiega Paramita Neogi, protettrice dei bambini per l'Unicef nello stato del Bengala dell'ovest, quello di Rekha. «Quando c'è un numero spropositato di bambini, in una famiglia, molti di essi non vanno a scuola, non ricevono istruzione di nessun tipo, e questo di nuovo conduce ai matrimoni precoci. È un circolo vizioso».

Rekha non solo ha cambiato il proprio futuro, ma ha anche spezzato questo circolo, almeno nella propria famiglia. Sua madre ha fatto la fiera affermazione che i suoi bambini non dovranno soffrire un tale destino: «Manderò a scuola tutte le mie figlie e tutti i miei figli, l'idea dei matrimoni precoci l'ho completamente buttata via».

Da quando è tornata a scuola, Rekha è anche diventata un'attivista per i diritti umani. Lei e le sue compagne di classe, che pure hanno rifiutato di essere date in mogli, vanno a tenere incontri nelle comunità di agricoltori e chiedono alle famiglie di opporsi ai matrimoni precoci. Gli sforzi di Rekha stanno dando frutti. Nella scorsa stagione “matrimoniale”, nessuna bambina è andata sposa nel suo villaggio.

Rekha scuote le spalle rispetto alla propria fama: «Sono più interessata alle azioni dirette. Ho abbastanza fiducia in me stessa, ora, per poter parlare con chi combina questi matrimoni, per oppormi ad ogni matrimonio precoce, e credo di essere in grado, assieme ai miei insegnanti ed alle mie amiche, di fermarlo».

Il suo piccolo atto di ribellione ha cambiato la sua vita, il suo villaggio.

Ed ora, ella spera, cambierà un'intera nazione.


Karen Russo

(da ABC News del 17 luglio 2009, traduzione di Maria G. Di Rienzo
diffusa da Notizie minime della nonvilenz ain cammino, 5 agosto 2009)


Articoli correlati

  Alberto Figliolia. Robert Indiana a Casa Rusca, Locarno
  Giovanni Guidi Quartet / Indian Summer
  Ariccia. L’assessore Indiati promette
  Anna Lanzetta. Viaggio a Varanasi tra luci e ombre
  Maria G. Di Rienzo. Un miliardo di donne che danzano
  Maria G. Di Rienzo. Maryam
  Martina Simonini. Il corpo delle donne. E quello degli uomini
  Renato Pierri. Non si uccide per amore
  Renato Pierri. I morti, ne sono certo, amano il silenzio
  Di pedofilia, di pederastia e di violenza sulle donne
  Valentina Vandilli. Flash Mob ad Anagnina: contro la violenza sulle donne
  Barbarah Guglielmana. Il muro delle donne
  “Piccole” notizie di cui non si parla (o si parla poco)
  Usciamo dal silenzio. Fiaccolata a Sondrio “Contro la violenza sulle donne”
  Stefania Cantatore. Se qualcuno dicesse… Sul risarcimento pubblico alle violenze sessuate
  Eve Ensler. Il giorno V compie dieci anni
  Maria G. Di Rienzo. Violenza di genere
  Paola M. De Maestri. Donne al bivio, una società da rifare
  Maria G. Di Rienzo. Elogio dell'idiota
  La contraddizione principale e la contraddizione originaria
  Attilio Doni. Una donna docile, malleabile, remissiva, la si può “amare”, senza problemi
  Maria G. Di Rienzo. Fioco lume
  Maria G. Di Rienzo. Utili risorse
  Maria G. Di Rienzo. Il mondo chiude un occhio
  Usciamo dal Silenzio. Onorevole Carfagna, si dimetta!
  Rosangela Pesenti. Precipitare di comportamenti nella barbarie di un'indifferenza torva
  Attilio Doni. A immagine e somiglianza di chi?
  Maria G. Di Rienzo. L'era dell'assurdo
  UDI Napoli. Piove, femminismo ladro!
  Sabina Amidi. Le 'sposavo' prima dell'esecuzione
  Jimmie Briggs. Fare spazio alla luce
  Vetrina/ Barbarah Guglielmana. E uscirò ancora...
  “Usciamo dal silenzio”. Regione Lombardia: un documento dalla Commissione pari opportunità
  Alice Suella: "Ascolto femminile". Un forum da visitare.
  Francesca Ribeiro. La Ru486 in Vaticano
  Maria G. Di Rienzo. Il coltello nel ventre
  Basta sangue nel nome della tradizione e della religione. Libertà per le donne migranti!
  Maria G. Di Rienzo. Distinguere vittime e carnefici, nominare la violenza e contrastarla
  Camilla Spadavecchia. Ancora una conferenza per dire no alla violenza contro le donne ed essere consapevoli
  Stalking e decreto sicurezza: aggravanti solo per gli ex mariti ed ex fidanzati. E quelli attuali?
  Maria G. Di Rienzo. 167 dollari al mese
  Gila Svirsky. Licenza di uccidere
  Maria G. Di Rienzo. Un corteo di fantasmi
  Maria G. Di Rienzo. Film
  Sondrio, 8 marzo 2008. Non tacere la violenza
  Miriam Della Croce. Guai ad innamorarsi di un islamico
  Usciamo dal Silenzio. Un documento e un manifesto per le amministrative 2009
  Miscellanea per un discorso da comunisti/e
  Maria G. Di Rienzo. Preferisco i lupi
  Rosangela Pesenti / Lidia Menapace. Scambiandosi quattro parole durante un “volantinaggio” per la giornata del 28 novembre
  Maria G. Di Rienzo. Dead women walking
  Tra moglie e marito non mettere il dito
  Emma Bonino. Stop alle mutilazioni genitali femmini
  Normanna Albertini. Di quanti otto marzo ci sarà ancora bisogno?
  Maria G. Di Rienzo. Ho quasi le lacrime agli occhi
  Francesca Ribeiro. RVP, ronde volontarie paoline (non padane!)
  Per troppe donne la violenza è pane quotidiano
  Maria G. Di Rienzo. Veleni per bambine Spa
  Stop alla violenza sulle donne. Domenica in piazza a Morbegno
  UDI. Alice è entrata nel paese degli orrori
  Lidia Menapace. Femminicidio
  “Non tacere la violenza”. Due manifestazioni e un Comitato
  Maria G. Di Rienzo. Il silenzio dei giornali
  Yoani Sánchez. Violenza domestica, silenzio letale
  Maria G. Di Rienzo. L'ultimo tabù
  Maria G. Di Rienzo. Mutande rosa
  Holly Kearl. La strada e le donne
  Maria G. Di Rienzo. Il 13 febbraio in piazza per far cominciare la primavera
  ONU. «Lo stupro è guerra»
  Maria G. Di Rienzo. Il dolore degli altri
  Tua e Le Altre. “Contro la violenza alle donne”
  Renato Pierri. La profezia di Virginia Woolf
  Maria G. Di Rienzo. Del femminismo, ovviamente
  Renato Pierri. Qualche pensiero a seguito di una notizia di scarsa importanza
  Maria G. Di Rienzo. Chi deve cambiare
  Risposta di Lidia Menapace agli anarchici torinesi sull'insinuante patriarcato
  Camilla Spadavecchia. I costi della violenza coniugale per i bilanci nazionali dei Paesi europei
  “Stop violenza sulle donne”. Verso l'8 marzo...
  Sondrio. L’insostenibile silenzio sulla violenza…
  Maria G. Di Rienzo. Asparagi su Marte
  Maria G. Di Rienzo. Sally che ha vinto la propria vita in tribunale
  Maria G. Di Rienzo. Ci sono altre voci
  Maria G. di Rienzo. Parliamo di sicurezza
  Maria G. Di Rienzo. Biancaneve e i sette minatori verticalmente svantaggiati
 
 
 
Commenti
Lascia un commentoNessun commento da leggere
 
Indietro      Home Page
STRUMENTI
Versione stampabile
Gli articoli più letti
Invia questo articolo
INTERVENTI dei LETTORI
Un'area interamente dedicata agli interventi dei lettori
SONDAGGIO
TURCHIA NELL'UNIONE EUROPEA?

 70.9%
NO
 29.1%

  vota
  presentazione
  altri sondaggi
RICERCA nel SITO



Agende e Calendari

Archeologia e Storia

Attualità e temi sociali

Bambini e adolescenti

Bioarchitettura

CD / Musica

Cospirazionismo e misteri

Cucina e alimentazione

Discipline orientali

Esoterismo

Fate, Gnomi, Elfi, Folletti

I nostri Amici Animali

Letture

Maestri spirituali

Massaggi e Trattamenti

Migliorare se stessi

Paranormale

Patologie & Malattie

PNL

Psicologia

Religione

Rimedi Naturali

Scienza

Sessualità

Spiritualità

UFO

Vacanze Alternative

TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
Sede legale: Via Fontana, 11 - 23017 MORBEGNO - Tel. +39 0342 610861 - C.F./P.IVA 01022920142 - REA SO-77208 privacy policy