Venerdì , 19 Aprile 2024
VIGNETTA della SETTIMANA
Esercente l'attività editoriale
Realizzazione ed housing
BLOG
MACROLIBRARSI.IT
RICERCA
SU TUTTO IL SITO
TellusFolio > Bottega letteraria > Cercando l'oro della poesia
 
Share on Facebook Share on Twitter Share on Linkedin Delicious
Voci dalla Poesia: Scrittura creativa nel Carcere. Opera e Bollate
Carcere di Bollate
Carcere di Bollate 
06 Febbraio 2008
 

 

 

«I limiti del mio linguaggio
significano i limiti del mio mondo»

(L. Wittgenstein - Tractatus logico philosophicus, prep. 5.6)

 

 

 

«Ogni volta sperimento come, nel contesto di una struttura che veramente favorisce la creatività personale e di gruppo, ogni giovane è gioiosamente meravigliato di quanto riesce a esprimere e ascoltare; mi chiedo in qual modo sia possibile consolidare, approfondire e moltiplicare ampliando queste occasioni affinché riescano a inceppare e sbrecciare i meccanismi del dominio, tuttora vastamente imperanti: per riuscire a interrompere il circolo vizioso fra dilagante necrofilia inconfessata, disperazione per mancata creatività e informazione deformata, aberrante» .

 

(Danilo Dolci, Dal trasmettere al comunicare, ed. Sonda)

 

 

 

VOCI DALLA POESIA:
I Laboratori di Lettura e Scrittura Creativa
in seno al Carcere di Opera e di Bollate

 

Quanto Silvana Ceruti ha creato risponde in linea diretta a quanto Danilo Dolci ha teorizzato e perseguito per un’intera vita, la maieutica o meglio, una “versione” aggiornata al tempo presente: una nuova maieutica che «(…) è quella particolare organizzazione dell'apprendimento, della ricerca presupposta dall'apprendimento, che non ha al suo centro un corpo di verità pre-stabilite - trasmesse dalla cattedra o attinte al manuale - cui adeguarsi. Al centro dell'attività maieutica vi è un problema, che viene posto a tutti i presenti e su cui ciascuno è invitato a riflettere e a comunicare agli altri le sue riflessioni».

Ancora dagli scritti del Dolci: «nel corso della ricerca, viene promosso l'esercizio dei poteri individuali: la ricerca di informazioni, la comprensione dei significati, l'esercizio dell'immaginazione e della creatività, l'esercizio della divergenza e la ricerca di convergenze, la sperimentazione della reciprocità empatica e dell'autostima, l'ascolto dell'altro, la comprensione della diversità di opinioni non come elemento di disturbo nell'ottica competitiva, ma arricchimento della comunicazione, del dono reciproco fra i comunicanti».

Non importa se Silvana avesse o meno questa consapevolezza, importano invece i risultati. Che parlano attraverso la biografia del suo operato.

 

Il Laboratorio di Lettura e Scrittura Creativa in seno al Carcere di Opera è stato inizialmente avviato per essere solo un programma di aggiornamento sulla lettura promosso da un Ente ma a tempo determinato (due anni) terminati i quali la cosa si sarebbe conclusa. Quando il progetto istituzionale è terminato, si aveva ormai una piccola comunità di persone ed il “corso” è cosi proseguito. Da allora sono passati dodici anni, periodo nel quale Silvana ha proseguito come volontaria ogni sabato mattina, senza alcuna retribuzione o sostegno se non il placet (lungimirante) dell’Amministrazione carceraria.

L’idea alla base del progetto di Laboratorio non è stata né formare dei poeti né dare una forma di assistenza sociale: è stato invece un incontro tra persone anche se - spiega Silvana - «poeti lo erano a livello latente: hanno soltanto trovato un linguaggio, una modalità, oltre alla fiducia nel proprio sentire».

Perché poesia, però?

La preferenza è stata guidata da un motivo pratico. Scegliere la narrativa come base di partenza, avrebbe incluso la possibilità di non terminare mai lo scambio/analisi a causa del trasferimento presso altre strutture carcerarie di alcuni dei corsisti. Soprattutto non aveva Silvana idea di quanto tempo avrebbe potuto proseguire. La narrativa necessita di tempo, sia per la lettura che per gli sviluppi successivi; la poesia si poneva invece come un mezzo altrettanto valido - seppure completamente diverso - per una moltitudine di fattori: sintesi prima di tutto, immediatezza; la possibilità di varcare il confine tra testo presente e tutto quel mondo che è alle spalle del testo ma anche captare quelle possibilità che il testo schiude, i mondi possibili. Altro fattore da considerare sono state la prove pratiche di scrittura in cui ognuno si mette in gioco ed affronta non più la ricezione di un testo altrui, bensì riassume ed usa la propria lingua per la comunicazione scritta, superando il confine dell’oralità. Una poesia o una serie di poesia spesso hanno tempi di gestazione differenti da quelli di un romanzo. Una poesia – infine – poteva venire scritta anche al di fuori dei tempi del Laboratorio, poteva nascere, trovare forma in ogni altrove che l’ambiente carcerario offre, a differenza di un romanzo appunto, che prevede tempi e condizioni di scrittura più costrittive. La poesia è stata allora la scelta più convincente.

 

I primi cinque anni sono stati per Silvana un proseguire da “velista in solitaria” e con successo e pubblicando nel 1999 il libro In un mignolo d’aria che raccoglie una scelta di autori con testi selezionati dalla nascita del Laboratorio in poi.

Di pari passo, ci saranno però corsisti che verranno trasferiti in altre sedi, alcuni verranno rilasciati, altri saranno in uscita diurna in base all’art. 21 che prevede il rientro (in Casa Circondariale) solo per la notte.

Avverrà anche d’avere l’aula colma oppure vuota  proprio a causa dell’avvicendamento dei corsisti.

In mezzo a tutto, vincendo anche una resistenza da parte di nuovi possibili corsisti a superare la barriera del mettersi in gioco in prima persona sbaragliando la connivenza dei singoli a volersi affidare al solo maternage dell’istituzione, vincerà soprattutto l’onestà, sia di Silvana, sia degli intenti del Laboratorio.

 

L’uscita di quel primo libro In un mignolo d’aria, segnerà un periodo di contatto tra Silvana e l’esterno: poeti, scrittori e artisti in genere, pittori, fotografi. «Perché portare ai corsisti solo libri? Non è questione soltanto di libri ma incontrare anche persone: solo cosi può nascere un vero rapporto di scambio», ripete Silvana. «L’arte nasce dall’intimo dell’uomo ma è anche quella che più mette in contatto con gli altri».

I primi a collaborare con entusiasmo e a varcare le mura saranno Giampiero Neri e Renzo Vidale (dopo avere ottenuto le necessarie autorizzazioni dall’autorità carceraria) cui seguiranno – negli anni – tanti altri.

Dopo In un mignolo d’aria vedranno la luce i volumi Vigilando il lavoro dell’orologio nel 2000 e svariati calendari poetici. Una nota a margine la merita poi una iniziativa solo apparentemente accessoria: l’apertura del sito web del Laboratorio. Molte delle pubblicazioni nel tempo sono andate esaurite ma sono state rese disponibili via internet da uno dei ragazzi che proprio il corso ha frequentato: “in opera” (e in rete) è tutto ciò che desiderava non andasse perso (l’indirizzo web è http://members.xoom.alice.it/labcreativo).

 

Nel 2006 a Silvana si affiancano Diana Battaggia e Maddalena Capalbi nonché l’editore LietoColle e viene prodotto il volume Confesso che amo, parole d’amore dal carcere.

Parte dei proventi derivanti dalla vendita del volume si decide siano devoluti per acquistare strutture e arredi per i bambini che risiedono in carcere o che vi giungono in visita ai detenuti.

Dal connubio nasce una successiva evoluzione del Laboratorio, con nuovi poeti che l’editore contatta e che i sabato mattina portano la propria presenza all’interno del Laboratorio di Opera.

È in una di quegli incontri che per la prima volta, passerò quelle mura anche io e saranno proprio i corsisti a farmi comprendere senza possibilità di dubbio quanto il carcere non sia quel luogo dove colmare le carenze che hanno reso la persona un deviante. Non è sufficiente chiudere il problema dietro una porta e gettare poi la chiave perché il problema sia risolto secondo il motto se occhio non vede, cuore non duole.

Dietro le mura delle carceri è una esistenza in vitro, un annichilimento dato dall’impossibilità di fare. La spoliazione annulla, non redime. Ed è necessario arrivare a capire che è necessario un cambiamento culturale che non trascuri – certo – le legittime esigenze di sicurezza, ma che non divenga d’altro canto impoverimento, un atteggiamento negativo, banalizzante. Soprattutto, è una questione di corresponsabilità sociale: la struttura ospitante deve avere i mezzi o poter accogliere quei mezzi perché la pena non sia contro ma per la persona offesa.

Lavorare per e con contro gioverà di riflesso alla collettività e riformulerà sia il legame sociale che il ripristino di quel patto di fiducia originaria che deve sussistere in una società “buona da viverci”.

Chi pare recepire appieno il valore della corresponsabilità sociale sono il Poeta Milo De Angelis e il corsista Vladimiro Cislaghi. Incontratisi in seno al Laboratorio, il primo porterà poi avanti lo scambio iniziato di persona continuando - per lettera - il dialogo. Ecco così nascere il volume Madre baratro pubblicato nel 2006 nella prestigiosa collana Niebo, de La Vita Felice Editore e se si poneva il problema delle letture pubbliche, ecco la soluzione: non potendo - il Cislaghi “persona” - uscire in permesso, saranno comunque la poesia e la sua voce ad uscire. Il Cislaghi  provvede con delle cassette audio registrate nella propria cella: durante i reading saranno fatte ascoltare al pubblico, pubblico che decreterà la validità del lavoro scrittura accogliendo il libro con una critica entusiasta.

 

Nel 2007 verrà fondato il Laboratorio di Lettura e Scrittura Creativa all’interno del Carcere di Bollate grazie a Diana Battaggia, Maddalena Capalbi, al supporto logistico della LietoColle Editore ed il placet dell’Amministrazione carceraria senza dimenticare che un grazie del tutto speciale a quanto insegnato da Silvana.

Prosegue cosi il dialogo ma soprattutto l’aiuto ai corsisti per la costruzione di un macro-spazio generato da mente, sentimento e attraverso la scrittura, in alternativa al micro-spazio dettato invece dall’autocensura come alternativa allo stato affittivo dell’ambiente nonché dalla mancanza di relazione sociale, spazio fisico personale e scelta, dove scelta implica non solo un “qualcosa da fare” ma la proiezione di sé stessi verso il futuro possibile.

 

Col lavoro compiuto durante i Laboratori sia a Opera che a Bollate, si vedranno alcuni corsisti diventare ex-corsisti prima ed ex-detenuti poi.

Gregory Facchini ad esempio, e il suo primo libro La rabbia di Nessuno o Luciano Bresciani, anch’egli alla prima pubblicazione con Sulle rive.

O Santo Tucci (www.santotucci.it), che usa la poesia nel lavorare il vetro e tra poco, pochissimo, aprirà un negozio tutto suo in collaborazione con la Provincia di Milano.

 

Diceva qualcuno che la poesia non cambierà il mondo. Forse non è proprio cosi: aiuta a cambiare le persone e - di riflesso - cambia anche il mondo.

O almeno questo è ciò per cui lavoriamo.

 

Fabiano Alborghetti

 

 

 

  • le foto delle copertine dei libri sono su gentile concessione di LietoColle editore

  • le foto in bianco e nero dell’interno del carcere di Opera sono su gentile concessione dell’Agenzia Contrasto.

  • la foto a colori è di origine ed autore sconosciuti. Rimango a disposizione qualora vi fossero dei diritti da reclamare, confidando che la buona causa per la quale è stata usata compensi moralmente l’autore.


Foto allegate

Carcere di Opera 1
Carcere di Opera 2
Gregory Facchini
Luciano Bresciani
Articoli correlati

  Zurigo. Incontro letterario con Anna Felder e Fabiano Alborghetti
  Sul filo del tempo. Nascere
  Ruota degli esposti – Edizioni Fuoridalcoro Mendrisio (edizioni d’arte)
  Fabiano Alborghetti trova l'oro del sorriso di Nicoletta
  Franco Buffoni, Guerra.
  Fabiano Alborghetti al festival Others Words 2008 di San Francisco. Notizie letterarie di Tellus 1
  Alborghetti & Guglielmin, poeti allo specchio. A Vicenza il 23 novembre
  Fabiano Alborghetti. Voci dalla poesia. La voce dei segni: quando la poesia può essere ascoltata dai non udenti
  “L'opposta riva” di Fabiano Alborghetti. Presentazione a Pistoia, venerdì
  Fabiano Alborghetti
  Spot/ PoesiaPresente. Ziba Karbassi, Stephen Watts, Cristina Viti, Fabiano Alborghetti. “Dire, con cura”
  Fabiano Alborghetti, L'opposta riva, Lieto Colle, 2006.
  Corrado Guerrazzi, A memoria di vento.
  6. Silvia Monti domanda a Fabiano Alborghetti
  Garante detenuti Sondrio: “Basta con i bandi a vuoto”
  Sondrio. In visita al carcere con Benedetto Della Vedova
  Sondrio, Radicali: “Anche la proposta di legge fa male ai detenuti?”
  Sondrio. Impegno per un nuovo, moderno carcere
  Balamòs Teatro. “Ieri, oggi, domani...”
  Il richiamo del Jobèl. La ballata del carcere di Reading
  Piero Cappelli: Perdere e ‘ritrovare’ la libertà in silenzio, Dietro le sbarre…
  Antonella Martinelli, Vincenzo Samà: “L’edera”. 1ª parte - Presentazione
  L'On. Rita Bernardini, deputata radicale, in visita ispettiva al carcere di Sondrio
  Valter Vecellio. Le “elementari” verità di Ascanio Celestini mentre la “mattanza” continua…
  Antonella Martinelli, Vincenzo Samà: “L’edera”. 3ª parte - 'Giornate particolari' 2006-2008
  Roberto Fantini. Per una giustizia più giusta, “partiamo da 20x20”
  Interrogazione Poretti-Perduca: “Il carcere di Arezzo chiude?”
  Sondrio. La direttrice del carcere replica alla nota diffusa dei Radicali
  Carcere: Radicali Sondrio chiede il ritorno del Garante Racchetti
  I dati e la situazione del carcere di Sondrio
  Vincenzo Donvito. L'irriverente. Tossicodipendente muore per overdose in carcere
  Paola Mara De Maestri. Sulla poesia/ Il Laboratorio del carcere di Opera Milano
  Sondrio: Tutti con il Garante dei detenuti… tranne il Sindaco?
  “Racchetti riveda la propria decisione”. Da Milano interviene il Provveditore regionale Pagano
  Ascanio Celestini. Pro patria. Senza prigioni, senza processi
  Visita al carcere di Arezzo. Incontro con la stampa sabato 20 febbraio
  Rita Bernardini. La vergogna di San Vittore
  Bambini in carcere: uno scempio a cui porre rimedio
  Sondrio e Morbegno. Due appuntamenti sul carcere a fine mese
  "Ferragosto in carcere"
  Valter Vecellio. Notizie dal “Format” sui diritti umani che non c’è
  Sondrio. Relazione (e dimissioni) del Garante dei diritti delle persone limitate nella libertà personale
  Sciopero della fame nel carcere di Sondrio
  Paolo Ruffilli. Tutto il possibile
  Cercare in carcere libertà
  Sondrio. Il Movimento 5 Stelle sulla situazione del carcere
  Carcere Arezzo. Sovraffollamento, mancanza di attività e limitazioni alle ispezioni parlamentari
  Antonella Martinelli, Vincenzo Samà: “L’edera”. 2ª parte - 'Giornate particolari' 2004-2006
  Radicali Sondrio: Fine anno nel carcere di via Caimi
  Il ministro Alfano conferma: quella di carceri e giustizia è la vera grande emergenza italiana
  Secondo ferragosto in carcere. I dati e la situazione della casa circondariale di Sondrio
  Vetrina/ Paolo Ruffilli. Come gli ospedali
  Piero Cappelli: La Collina della speranza. Rieducazione dei carcerati.
  Francesco Racchetti. Il fallimento della prigione
  Antonella Martinelli, Vincenzo Samà: “L’edera”. 4ª parte – L'inchiesta 'giornalistica' di febbraio e Free Play
  Rita Bernardini. Carceri: basta con la gioielleria di scena
  AMNISTIA. Dalla mezzanotte di oggi una giornata di digiuno a favore di un atto di clemenza
  Valter Vecellio. Se il diritto viene costantemente minacciato e stravolto…
  Giustizia-carcere. È il sito del ministero di Giustizia? No, è quello di “Scherzi a parte”. Cliccare per credere
  Bimbi in carcere. Bene ministro Alfano, avrà il nostro sostegno!
  Filomena Gallo. Salute in carcere: il caso Bottigliero
  Carcere Arezzo. Nuova visita ispettiva dopo la rivolta e alcuni risultati si ottengono
  Sondrio/Carcere. “Quel diavolo di un Racchetti...”
  Preghiere dal Carcere di Opera
  Natale in carcere: progetto Fonoteca a Lodi e dolci Auguri a Sondrio
  Carceri/Ddl Alfano. Approvati due Ordini del giorno presentati dai senatori Radicali
  Alessandro Barchiesi. Convivenza carceraria
  Antonella Martinelli, Vincenzo Samà: “L’edera”. 5ª parte – Altre poesie
  Francesco Racchetti. Situazione e prospettive al Carcere di Sondrio
  Valter Vecellio. A proposito di una politica di “governo” del carcere che non c’è
  Il "Palazzo" affossa amnistia e indulto
  Consentire la socializzazione tra i detenuti e il proprio cane
  Ferragosto nelle carceri: a Sollicciano la senatrice Donatella Poretti
  Valter Vecellio. Tre notizie da titolo TG!?...
 
 
 
Commenti
Lascia un commentoLeggi i commenti [ 3 commenti ]
 
Indietro      Home Page
STRUMENTI
Versione stampabile
Gli articoli più letti
Invia questo articolo
INTERVENTI dei LETTORI
Un'area interamente dedicata agli interventi dei lettori
SONDAGGIO
TURCHIA NELL'UNIONE EUROPEA?

 72.9%
NO
 27.1%

  vota
  presentazione
  altri sondaggi
RICERCA nel SITO



Agende e Calendari

Archeologia e Storia

Attualità e temi sociali

Bambini e adolescenti

Bioarchitettura

CD / Musica

Cospirazionismo e misteri

Cucina e alimentazione

Discipline orientali

Esoterismo

Fate, Gnomi, Elfi, Folletti

I nostri Amici Animali

Letture

Maestri spirituali

Massaggi e Trattamenti

Migliorare se stessi

Paranormale

Patologie & Malattie

PNL

Psicologia

Religione

Rimedi Naturali

Scienza

Sessualità

Spiritualità

UFO

Vacanze Alternative

TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
Sede legale: Via Fontana, 11 - 23017 MORBEGNO - Tel. +39 0342 610861 - C.F./P.IVA 01022920142 - REA SO-77208 privacy policy