Giovedì , 05 Dicembre 2024
VIGNETTA della SETTIMANA
Esercente l'attività editoriale
Realizzazione ed housing
BLOG
MACROLIBRARSI.IT
RICERCA
SU TUTTO IL SITO
TellusFolio > Nave Terra > Oblò Mitteleuropa
 
Share on Facebook Share on Twitter Share on Linkedin Delicious
Pietre in cui inciampa la coscienza: i “Stolpersteine” 
di Gabriella Rovagnati
14 Agosto 2013
 

Non tutti sono d’accordo con l’iniziativa dell’artista berlinese Günter Dennig (1947), l’ideatore dei cosiddetti Stolpersteine, letteralmente “pietre d’inciampo”, destinati a mantener viva la memoria di quanti furono deportati, uccisi o indotti al suicidio durante le persecuzioni razziali dei nazisti. Si tratta di cubetti di porfido di 10 cm. di lato, sopra ognuno dei quali viene applicata una lastra di ottone su cui sono incisi il nome e la data di nascita e di morte – se la si conosce – di una delle innumerevoli vittime dell’Olocausto. La pietra viene poi inserita nel terreno di fronte alla casa in cui quella persona viveva al momento in cui fu prelevata per finire a Theresienstadt, a Auschwitz o non si sa dove. Molti sono scettici di fronte a quest’operazione, altri la criticano apertamente come ispirata dal desiderio di trasformare una tragedia in un business (ogni cubetto è finanziato da istituzioni o privati e costa intorno ai 120 Euro). L’operazione a favore della memoria, partita da Colonia nel 1995, è andata in ogni caso pian piano dilatandosi e ha ormai coinvolto dieci paesi, compreso il nostro: a Roma i primi Stolpersteine furono posati nel 2010.

Personalmente queste pietre mi hanno indotto a riflettere. Camminando per Berlino, dove la comunità ebraica era cospicua, ci si imbatte di continuo in questi cubetti, a volte ancora lucidissimi, perché nuovi o perché ben curati, a volte già segnati dal tempo e difficilmente distinguibili dal resto del selciato. Si presentano con un aspetto esteriore uniforme, ma restituiscono un’identità a quanti nei Lager erano stati ridotti a un numero, tatuato sull’avambraccio a perenne menzione di un’infamia. A volte piazzati singolarmente davanti a un portone, a volte invece raggruppati a ricordo di intere famiglie poi massacrate vigliaccamente, questi sassi, che camminando si cerca per rispetto di non calpestare, non sono pericolosi per i pedoni, perché a inciamparvi non sono i piedi, ma appunto la mente e i sentimenti.

Davanti a ogni nome si legge: Hier lebte (qui viveva) oppure Hier wohnte (qui abitava), e sotto le date ci sono aggettivi o brevi formule che vanno da “umiliato” a “disonorato”, da “privato dei diritti” a “morto nel tentativo di fuga”. Quando vi si trova invece un lapidario “assassinato”, di solito è indicato anche il luogo in cui la vittima fu eliminata. E qui tornano i nomi ormai tristemente noti dei campi di raccolta e di sterminio, sparsi ovunque per l’Europa dopo la folle decisione di estirpare definitivamente dal mondo gli ebrei e con loro altre minoranze etniche (come per esempio i rom) o altri gruppi invisi al regime (fra cui gli omosessuali).

Ci si ferma quasi automaticamente davanti a queste pietre e alle case fui fanno riferimento, di solito edifici pomposi, ricostruiti dopo i bombardamenti secondo i loro aspetto più o meno originale, palazzotti dei cosiddetti Gründerjahere, degli anni dell’Impero Guglielmino, di cui la maggior parte delle persone evocate era suddito. Si tratta infatti per lo più di gente nata nell’ultimo quarto dell’Ottocento e che non di rado viveva nei quartieri residenziali della buona borghesia. Non è un caso che il famigerato binario 17, quello dei treni che trasportavano i deportati verso i ghetti orientali (soprattutto quelli polacchi di Łódź e Auschwitz-Birkenau), partisse dalla stazione della ferrovia metropolitana di Grunewald, ancor oggi uno dei quartieri più chic di Berlino, disseminato di villoni imponenti ed eleganti.

Davanti agli androni delle case di fronte alle quali sono conficcate in terra una o più di questa pietre della memoria, viene da chiedersi come sia stato possibile che nessuno si fosse mai accorto di nulla e che la maggior parte della gente sostenesse di non sapere niente della sorte di vicini all’improvviso scomparsi. Non c’è regime di terrore, di qualsiasi colore esso sia, che non induca all’omertà, e tuttavia non va neppure dimenticato che se è vero che molti, vinti dalla paura, magari dilaniandosi intimamente, mantennero il silenzio, ce ne furono anche molti che, in diverse forme di opposizione, fecero resistenza al regime. Di fronte agli Stolpersteine di Berlino diventa in qualche misura tangibile l’abnormità di quello scempio.


Articoli correlati

  Morbegno. Giornata della memoria 2020
  In libreria/ Susanne Raweh. La storia della nonna bambina
  L’ultima stazione. Per non dimenticare al Teatro Laboratorio
  Giorno della Memoria 2016: poeti e musicisti a tavola con Anne Frank
  Donazione di una foto firmata da Gino Bartali dall'Italia al Museo Yad Vashem
  L’artista santhiatese Ennio Cobelli dona al poeta Roberto Malini la sua opera “Holocaust”
  Doriana Goracci: Giornata della Memoria con Gaza e Lucca nel tempo storico presente
  Sergio Caivano. La giornata della memoria
  Vincenzo Donvito. Reato di negazionismo? Reato di opinione!
  Enrico Peyretti. Memoria della com-passione
  Vetrina/ Roberto Malini. In morte di Shlomo Venezia, testimone della Shoah
  Festival Fare Memoria 2016
  Milano. Il radicale Lucio Bertè rende omaggio alle vittime della Shoah nel cimitero “ad Martyres”
  Giornata della Memoria a Vercelli: le donne della Shoah
  “Gli scomparsi” di Daniel Mendelsohn
  Benedetto Della Vedova. Fame... iraniana
  EveryOne Group. Donazione di Roberto Malini a favore del Museo della Shoah di Roma
  Esther Ettinger. Una scala di filo spinato, deserta di ali
  Roberto Malini. Il 20 settembre 1992 è morto Kadish, artista e testimone della tragedia umana
  Vetrina/ Paola Mara De Maestri. Poesie per non dimenticare
  Roberto Malini. È morto Wiesel
  Biblioteca della Valchiavenna. La Shoah in casa
  Vetrina/ Patrick Sammut. Giorno della memoria
  Ricordando con Primo Levi l'orrore dell'Olocausto nazifascista degli ebrei
  Milano, binario 21
  Shoah: tavole rotonde, commemorazioni, concerti per ricordare
  Erveda Sansi. Ricordare per conoscere
  Giorno dell’Indipendenza di Israele a Vercelli
  Pesaro, arte e Shoah: Wanda Coen
  Liceo Ceccano. Giornata della Memoria 2009
  Arvangia. Dare voce alla memoria che tace…
  Guido Bedarida. Per il Giorno della Memoria
  Ricordando con Joyce Lussu la Shoah
  Anna Lanzetta. Per non dimenticare
  Giornata della Memoria: Le vostre orme leggere
  SHOAH RIFLESSIONI & OMAGGI
  Ionne Biffi. Gusen: infanzia negata
  Arcigay Arezzo per la Giornata della Memoria ricorda l'Omocausto
  Shoah. Una via o una piazza dedicata a Sylvia Sabbadini
  Gli ebrei sotto il regno sabaudo - incontro a Santhià (Vercelli)
  L’8 giugno alla Rocca di Sassocorvaro inaugurazione della mostra “Artisti dell’Olocausto"
  TEREZIN: frammenti di vite in attesa dello sterminio
  Roberto Malini. Il 18 settembre 1926 è nato Joe Kubert, genio del fumetto
  Anne in the Sky: un grande messaggio di pace
  Yom HaShoah. Dall'Italia in regalo la App che ricorda Helga Deen e l'Olocausto
  La ragazza con la fisarmonica
  Una poesia di Roberto Malini dedicata ad Anne Frank
  Matteo Moca. “Shoah”, Lanzmann e la memoria
  I giovani ricordano la Shoah
  Eugenio de' Giorgi. “Affittasi monolocale zona Ghetto” con il Teatro Olmetto
  Federica Bonzi, Enrico Marco Cipollini. Memoria, memorie...
  Il 19 aprile è "Yom HaShoah", il Giorno della Shoah
  Paolo Buconi, violino della Memoria
  Giuseppina Rando. I dipinti di David
  Gigi Fioravanti. Giorno della memoria. Domande
  “L’oro di Milcik”. Un concerto per la Giornata della Memoria 2009
  Lidia Menapace. Sull'ignoranza religiosa
 
 
 
Commenti
Lascia un commentoNessun commento da leggere
 
Indietro      Home Page
STRUMENTI
Versione stampabile
Gli articoli più letti
Invia questo articolo
INTERVENTI dei LETTORI
Un'area interamente dedicata agli interventi dei lettori
SONDAGGIO
TURCHIA NELL'UNIONE EUROPEA?

 70.9%
NO
 29.1%

  vota
  presentazione
  altri sondaggi
RICERCA nel SITO



Agende e Calendari

Archeologia e Storia

Attualità e temi sociali

Bambini e adolescenti

Bioarchitettura

CD / Musica

Cospirazionismo e misteri

Cucina e alimentazione

Discipline orientali

Esoterismo

Fate, Gnomi, Elfi, Folletti

I nostri Amici Animali

Letture

Maestri spirituali

Massaggi e Trattamenti

Migliorare se stessi

Paranormale

Patologie & Malattie

PNL

Psicologia

Religione

Rimedi Naturali

Scienza

Sessualità

Spiritualità

UFO

Vacanze Alternative

TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
Sede legale: Via Fontana, 11 - 23017 MORBEGNO - Tel. +39 0342 610861 - C.F./P.IVA 01022920142 - REA SO-77208 privacy policy