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VII Congresso di Radicali Italiani. L’intervento di Donatella Poretti
01 Novembre 2008
 

Congresso dei radicali storici, temi radicali storici, non vecchi, di grande attualità, l'approccio radicale è quello storico, non vecchio, apparentemente minoritario, quello di porre al centro l'individuo, la sua responsabilizzazione e la sua libertà di scelta. Apparentemente minoritario, non nel Paese, ma tra le forze politiche.

Affrontare tematiche e problematiche come la prostituzione, il testamento biologico, la riforma del diritto di famiglia ponendo al centro l'individuo per garantire i suoi diritti.

Responsabilizzazione della persona, del cittadino passa attraverso l'informazione, la conoscenza e quindi la possibilità di accedere a dati, rendendo trasparenti le istituzioni per tradurre il principio einaudiano del conoscere per deliberare.

Battersi contro le discriminazioni, causa nobile e apparentemente comune a qualsiasi partito, trova nella realizzazione concreta muri duri da abbattere. La fattoria degli animali di Orwell si traduce nella pratica quotidiana dove c'è sempre qualcuno più uguale degli altri.

 

Il diritto alla proprietà privata vale per tutti tranne che per chi gira armato per uccidere un animale, quello deve essere tutelato come se fosse una specie in via di estinzione, è un cacciatore!

Un lavoratore deve essere garantito sempre ma guai a parlare di lavoratori o lavoratrici del sesso, quella è una puttana! Tutti devono pagare le tasse, ma non le puttane, quel reddito lo Stato non vuole certificarlo, riconoscerlo per dare diritti e doveri, ma poi manda le cartelle esattoriali con cui si contestano redditi non denunciati!

Tutti bambini sono uguali ma guai se nascono da genitori che hanno commesso colpe più o meno gravi, colpe che in alcuni casi sono reati, in altri sono peccati e in altri ancora sono peccati che si traducono in reati!

E allora l'Italia è in grado di “ospitare” nelle sue carceri bambini sotto i tre anni colpevoli di avere un genitore condannato o in attesa di condanna, al suo terzo compleanno l'ulteriore regalo e' quello di aprire le porte della galera, ma solo a lui per aprire quelle di un istituto. Piccoli numeri, 70 erano a luglio i bambini incarcerati registrati dall'associazione Antigone, sei appartamenti, sei case famiglie protette avrebbero risolto il problema, ma nonostante firme trasversali sul nostro disegno di legge, disponibilita' del ministro della Giustizia in primis, ancora non abbiano prodotto se non dichiarazioni di intenti.

Bambini che nascono con la colpa che i suoi genitori non si sono sposati, perché non possono, perché non vogliono, ma su cui comunque quel figlio nulla può, figli diversi anche nel nome naturali e non legittimi, differenza semantica, che si traduce in differenza da codice civile, in differenze di eredità.

Bambini che nascono da genitori incestuosi -fratelli consenzienti, ad esempio- che per il codice civile sono “irriconoscibili”, violando così perfino il diritto costituzionale dello stato filiationis. Il marchio peccaminoso dell'incesto viene impresso a sangue sui figli perfino più che sui genitori. Grazie alla legge che ha trasformato la violenza sessuale da reato contro la morale a reato contro la persona (solo nel 1996), oggi è prevista come aggravante la violenza commessa da un genitore, o un ascendente, in particolare contro un minore, con conseguenza anche la perdita della patria potestà. Eppure è rimasto nel nostro codice penale, a monito di Stato etico, il reato d'incesto come contro la morale della famiglia, tanto che solo la nozione del pubblico scandalo è la condizione necessaria perché sussista l'ipotesi di reato. Cioè solo se si viene a sapere si può procedere! Solo una sanzione amministrativa per la stampa scritta o disegnata che offende la morale della famiglia.

Non è un caso che il cardinal Bagnasco all'epoca del varo dei Dico mise nell'unico contenitore di peccati da condannare e da sanzionare, anche con leggi e con mancati riconoscimenti di diritti: pedofilia, incesto e coppie di fatto. La legge non può prevedere la libertà individuale come principio: «se il criterio del bene e del male è la libertà di ciascuno, come autodeterminazione, come scelta» diceva Bagnasco, «se uno, due o più sono consenzienti, fanno quello che vogliono, questo vuol dire che non esiste più un criterio oggettivo sul piano morale».

Evidentemente il criterio dell'autodeterminazione non può essere considerato come valido moralmente dalla Chiesa romana. Purtroppo accade che sia così anche nella legge dello Stato laico.

E non troverebbe altra spiegazione perché solo una coppia composta da un uomo e una donna sposata possa adottare un bambino, perché non può farlo una donna da sola, un single più in generale? Perché ad accedere all'istituto del matrimonio possono essere solo coppie eterosessuali? Il matrimonio non è naturale, è una invenzione giuridica; del resto, nella monogamia non c'è nulla di naturale. L'amore non può essere regolamentato e disciplinato da una legge di Stato, i contratti tra persone sì.

 

Tutti uguali davanti alla legge, tutti uguali uomini e donne, ma gli uomini un po' più uguali. Inutile stupirsi che mentre si sottoscrivono trattati di Lisbona dove si ratifica che non devono esserci discriminazioni in base al sesso, mentre si scrivono sentenze della Corte Costituzionale in cui si definisce la società patriarcale come antico retaggio non più attuale, la prassi in vigore -per dirla alla Benigni- è che “l'omo è omo e la donna è donna”.

Così le donne non possono lasciare il loro cognome ai figli, se non attraverso complesse e arzigogolate procedure burocratiche per adepti e appassionati della materia, comunque non come un diritto da esercitare.

Così la donna è inoccupata, neppure disoccupata, perché non riesce ad entrare nel mondo del lavoro e quando ci entra fa meno carriera, guadagna di meno, ma lavora anche a casa e se per caso ha un figlio, ha un rischio elevatissimo di uscire dal mercato del lavoro per la mancanza di un welfare che guardi anche al femminile. Poi però il contentino arriva, e la donna può andare in pensione prima, e se ti azzardi a dire che anche fosse solo per evitare una infrazione dell'Unione Europea per disparità di trattamento, quando azzardi a sostenere come nel bell'appello di Bonino e Ichino al ministro Sacconi, l'equiparazione dell'età pensionabile vincolando i risparmi alla creazione di quei servizi per le donne... non va bene. L'alternativa, per le donne, è che tutto resti così. Immobile.

 

E poi ci sono quelli meno uguali davanti alla legge, per cultura e per definizione. Gli immigrati. Puniti col reato di clandestinità solo perché persone nate in luoghi più disgraziati e perché colpevoli di non voler soffrire. Persone a cui le nostre leggi offrono aiuto con norme farraginose e spesso impossibili da applicare, persone su cui cui la diffusa non-certezza del diritto dei nostri ordinamenti, ha un effetto dilaniante, condannandole a morte fisica.

E tra i meno uguali, anche i drogati, come li chiama il sottosegretario Carlo Giovanardi. I malati di tossicodipendenza che è bene che schiantino in carcere piuttosto che curati nei Ser.T. E che è bene siano raggiunti nelle carceri da giovani a cui è vietato ballare quando vogliono anche se lo fanno senza disturbare nessuno. Giovani a cui è consentito farsi spinelli solo comprandoli da quella malavita organizzata che cerca loro di rifilare la più lucrosa cocaina o crack o pasticche varie.

Non di meno gli anziani non autosufficienti, a cui la legge garantisce il ricovero senza spese nella Residenze Sanitarie Assistenziali, ma che i Sindaci buttano per strada perché non pagano le rette assecondando le loro violazioni di legge, riconosciute tali anche dai Tribunali Amministrativi Regionali. Certezza del diritto che, di fronte ai più deboli, proprio come con gli immigrati, diventa angheria e arroganza del potere.

 

Tutti sudditi, come i consumatori, gli utenti e, soprattutto in quest'ultimo periodo, i risparmiatori e i contribuenti. Risparmiatori che vengono infinocchiati da istituti bancari ladri -di trasparenza e di denaro- vittime della cosiddetta finanza creativa stimolata da leggi in cui controllori e controllati sono i medesimi soggetti. Contribuenti che devono pagare per le scellerate politiche di recupero industriale -Alitalia in primis- appiccicate ad arte per deprimere il possibile (soluzione Air France) e sponsorizzare la permanente campagna elettorale del presidente del consiglio dei ministri. Contribuenti che non ne possono più di continuare ad essere presi in giro con l'obbligo di pagare un'imposta -il cosiddetto canone Rai- che, in pieno abuso di posizione dominante, alimenta solo l'immobilismo del mercato dell'informazione televisiva, contribuendo al duopolio Rai/Mediaset e al regime sfascista della notizia di Stato.

Contribuenti costretti ad essere complici delle politiche di economia sfascista basate sugli aiuti alle industrie i cui prodotti ci soffocano -come le automobili e il presunto ritorno all'energia nucleare- o complici di tagli alla pubblica istruzione in modello tardo-autarchico per continuare ad alimentare baronie e fabbriche di titoli di studio.

 

Tutti temi, tutti spunti che cerco, cerchiamo, di portare avanti in Parlamento, con interrogazioni, mozioni, disegni di legge, emendamenti, interventi e iniziative varie. Documentato in parte dai dossier dei rendiconto dell'iniziativa parlamentare portata avanti alla Camera dei Deputati come al Senato della Repubblica.

Tutti temi e spunti che ci vedono quotidianamente alle prese con maggioranza e opposizione, pungolo per entrambi gli schieramenti, in alcuni casi fastidioso e liquidato con un sorriso e una pacca sulla spalla, in alcuni casi troppo fastidioso perché obbligante ad una presa di posizione. In particolare il Partito Democratico, anche fosse solo perché siamo nel loro gruppo e quindi nelle loro riunioni, nei loro tempi e interventi parlamentari. Lo scandalo radicale è in alcuni casi quello di ricordare lo scandalo di non far seguire alle dichiarazioni i fatti, quello di ricordare che senza le gambe le idee non vanno avanti, quello di ricordare che lo stare fermi per paura di far emergere diverse posizioni, una ricchezza in taluni casi, vissuta e sofferta dagli amici del Pd come il rischio di una spaccatura.

 

La prova che vivo con quotidianità è la vicenda del testamento biologico. Stiamo andando con grande rapidità verso una legge, grazie all'accelerazione data dalla maggioranza. L'attuale libertà di cura e di rifiuto di terapie riconosciuta costituzionalmente alla persona capace di esprimere il proprio consenso, dovrebbe essere semplicemente tradotta per la persona che in un momento dato non sarà in grado di esprimere quel consenso, ma la vicenda sta tracimando verso l'esatto opposto: l'imposizione di cura, il trattamento terapeutico obbligatorio. Lo stravolgimento dell'articolo costituzionale passa in parte attraverso l'impossibilità di rifiutare trattamenti come l'alimentazione e l'idratazione, in parte attraverso dichiarazioni che non siano vincolanti per il medico e infine attraverso la formula paradossale dell'obiezione di coscienza.

La legge 194 sull'aborto ha creato quella discriminazione tra obiettori e non, sette ginecologi su dieci fanno nascere i bambini, tre li uccidono, sette ginecologi su dieci se vogliono fare carriera seguono le orme del primario, tre no. Di quale coscienza stiamo parlando? Quella che continua ad osteggiare l'uso legalissimo della pillola abortiva RU486 o quella di chi si inventa una inesistente obiezione di coscienza per non prescrivere la pillola del giorno dopo?

Domani, una legge sul testamento biologico con l'obiezione di coscienza, formula proposta da chi pragmaticamente vuole proporre una via d'uscita dall'empasse, la terza via, ...domani ricreerà questa discriminazione: il medico obiettore non rispetterà il patto con il paziente del consenso informato e deciderà secondo la sua coscienza o la sua convenienza, il medico non obiettore e la struttura che lo ospiterà diventerà il rifugio finale per poter terminare la propria vita decidendo su se stesso, dopo aver preso una decisione, anche se in un momento precedente.

Non vorrei che si creassero le strutture per andare in paradiso, con i buoni medici anch'essi destinati al paradiso, le suore e il bene, e strutture con quelli destinati all'inferno. Intanto quello ultraterreno, poi chissà...

E su questo se la maggioranza, Popolo della Libertà e Lega Nord, vanno spediti, il Partito Democratico viene frenato dall'anima teodem a prendere una qualsivoglia posizione. Nessuna posizione al momento di una decisione politica, vuol dire assecondare, agevolare quella esistente e della maggioranza. Se si avanti di questo passo, temo che la posizione del Pd riuscirà a manifestarsi solo dopo il varo della legge, quando si dirà che quella norma non va bene, chissà forse si annuncerà anche una raccolta firme per un referendum!

 

Ecco anche perché l'anagrafe degli eletti, risulta ancora più utile. Iniziativa offerta come possibilità per i partiti di non essere sepolti dalla demagogia e dal populismo, seppellendo così anche le istituzioni, trascinandosele nei baratti e nei mercimoni, testimoniate in queste settimane palesemente dalle mancate elezioni del membro della Consulta prima e ancora oggi della presidenza della commissione di vigilanza sulla Rai. Non perché vogliamo salvare questi partiti, ma perché vogliamo salvare le istituzioni, la legalità e il rispetto della legge.

Battaglia storica quella dei radicali, con Radio Radicale, per la pubblicità delle sedute del Parlamento, battaglia da completare per la pubblicità delle sedute delle commissioni, per la messa in rete di tutte le informazioni utili a riavvicinare gli eletti agli elettori, affinché possano essere eletti e non nominati!

 

Ecco perché la Resistenza radicale, l'Esistenza Radicale, i radicali storici sono l'ipoteca non sul passato, ma sul futuro!

 

(Intervento di Donatella Poretti, senatrice Radicali-Pd al congresso di Radicali Italiani)

 

 

Fonte: Radicali.it


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Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
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