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Valeria Manieri: Vittimismo di Papa, libertà di parola per tutti, studenti compresi
17 Gennaio 2008
 

La mancata visita di Ratzinger all'università sta già provocando un gran polverone di baciapile e presunti laici rispettosi, contro fondamentalisti reazionari.

Penso che “La Sapienza” abbia fatto una pessima scelta, ma sono per la libertà di parola.

Penso che avrebbero potuto aprire l´incontro anche agli studenti e favorire un dibattito, anche se sospetto che gli studenti potessero immaginare i contenuti del discorso del Papa dal momento che tutti noi siamo soliti vederlo ed ascoltarlo a reti unificate praticamente ogni giorno senza particolari stupori o novità, ahinoi.

In nessun altro paese capita di sentir proclamare ogni giorno notizie dal Vaticano, peraltro poco originali e che spaziano dal sesso, alla morigeratezza, alla pace nel mondo. Cose che se dette da qualunque altro individuo o politico sarebbero per le agenzie stampa “poco notiziabili”.

Ho ritenuto opportuno e legittimo l'appello promosso e sottoscritto da molti professori dell'università romana che erano contrari alla visita di Ratzinger, tuttavia l'invito era stato fatto e quindi il Papa doveva andare, pur rischiando le contestazioni. Penso però che Ratzinger abbia deciso di strumentalizzare le proteste e puntare sul vittimismo.

Oggi a tutti coloro che si riempiono la bocca di parole come democrazia, recitano frasi di Voltaire a ogni pie' sospinto, espongono stendardi di laicità “illuminata”, domando: da quando le contestazioni non sono possibili e sono poco democratiche?

Oggi su tutti i giornali e in tutti i tg si parla di paese incivile, chi più pensa a scusarsi con il Pontefice e taccia i contestatori di deriva laicista e mancanza di democrazia.

Ma non è forse vero il contrario?

È Benedetto XVI che ha deciso di non andare, di declinare l'invito.

La certezza che non fosse gradito da molti o pochi non ha rilevanza rispetto al fatto che era stata garantita al Papa sicurezza e libertà e che l´invito non fosse stato ritirato dal Rettorato.

Capisco la rabbia degli studenti, non la loro esultanza per la mancata visita del Pontefice e comprendo il disappunto dei professori che hanno contestato il concedere l'onore di aprire l'anno accademico a un leader politico e non ad uno scienziato.

Fossi stata al posto dei contestatori avrei chiesto al Rettore di avere libertà di parola dopo il discorso di Papa Benedetto XVI.

Ma non è andata così e, pur sottolineando la ingenuità degli studenti contestatori che hanno reso al Papa un ottimo servizio in termini di visibilità e solidarietà politica, non so dar loro tutti i torti.

Penso che uno scatto d'orgoglio poco razionale o anche “reazionario”, sia indice di una stanchezza delle nuove generazioni rispetto alla pigrizia e al genuflettersi di politica e istituzioni e perfino del libero sapere.

È una delle rare occasioni in cui giovani studenti hanno potuto manifestare il proprio dissenso rispetto alle scelte compiute dall'università che essi stessi pagano e mantengono attraverso le tasse. Università che, per inciso, ospita una cappella da poco ristrutturata, che con una città universitaria ha poca attinenza.

Le stesse tasse studenti e cittadini le pagano per usufruire di una tv pubblica che mostra loro ogni domenica la santa messa e a ogni ora le perle teologiche del Pontefice. Questo Papa non può dirsi il maggior esponente per quanto concerne democrazia, pluralità e volontà di dialogo. Sottolineo e ricordo che Giovanni Paolo II aveva ricevuto Pannella e Bonino, grandi anticlericali e laici, dopo lo stanziamento dei fondi per combattere lo sterminio di fame nel mondo. Lo stesso non è accaduto recentemente dopo il successo della moratoria sulla pena di morte, su cui sia il Governo che Nessuno Tocchi Caino hanno dato un enorme contributo: Ratzinger a mala pena ha salutato l´evento come una vittoria dell'umanità. Insomma, neanche una cartolina. La stessa freddezza fu mostrata lo scorso aprile 2007 quando la Comunità di Sant'Egidio, il Partito Radicale, Nessuno Tocchi Caino e centinaia di cittadini, promossero la marcia di Pasqua e raggiunsero Piazza San Pietro con lo striscione per la moratoria universale della pena di morte mentre il Papa celebrava la messa per la resurrezione di Cristo. Neppure una parola dal Santo Padre.

Si potrebbe dunque riflettere sulla scarsa attitudine del Papa al confronto e alle contestazioni.

 

Valeria Manieri

(da Notizie radicali, 16 gennaio 2008)


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