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Marisa Cecchetti. “La dolcezza dell’acqua” di Nathan Harris
16 Dicembre 2022
 

Nathan Harris

La dolcezza dell’acqua

Traduzione di Anna Mioni

Nutrimenti, 2022, pp. 432 € 19,00

 

Georgia, fine della guerra di secessione e fine della schiavitù che ha visto piegati i neri sui campi di cotone, comprati al mercato come bestie, picchiati, venduti. Donne usate dai padroni, figli separati dalle madri. Oggetti. In una fattoria fuori da Old Ox vivono George e la moglie Isabelle. Il figlio Caleb si era arruolato.

George è un marito che dà sicurezza, affidabile ma riservato, che ama cucinare, che usufruisce della fortuna ereditata dal padre. Un giorno di primavera cammina nei boschi che si estendono intorno a casa, alla ricerca di un animale straordinario di cui gli ha sempre parlato suo padre, la bestia “che gli sfuggiva da quando era bambino”. Suggestione o realtà?

Porta con sé un segreto tremendo: ha ricevuto da August, l’amico di suo figlio arruolato con lui, la notizia che Caleb è “caduto con onore”. Non ha ancora avuto il coraggio di dirlo a sua moglie. Si perde, si fa sera, la terra è fradicia della pioggia del mattino e lui cade.

In quel fitto di bosco gli appaiono “due negri vestiti in modo simile, camicia bianca di cotone slacciata e brache di cotone talmente lacere che sembrava avessero infilato le gambe in sacchi di juta intrecciati”: sono Prentiss e Landry, due fratelli che lo aiutano a ritrovare la via di casa. Landry non parla perché ha il viso deformato dopo che gli è stata fracassata la mascella a furia di colpi.

I due entrano nella vita di George e Isabelle. Non conoscono il sapore di una scelta personale, via dai campi e dalle fattorie padronali, stupiti e spaventati, guardati con sospetto e rifiutati come persone libere.

Ma George ha occhi paterni per loro e Isabelle accetta che trovino rifugio nel fienile lavorando per George, pagati quanto è giusto: ora che il figlio è tornato -falsa la notizia della sua morte- lui sente il desiderio di rendere produttiva quella terra che ha sempre soltanto osservato.

Nelle strade di Old Ox ci sono giovani tornati sconfitti dalla guerra, che si sono sentiti umiliati, ma anche soldati del nord che hanno preso stanza nel paese. I commercianti e i piccoli imprenditori si sono visti sottrarre la manodopera gratuita degli schiavi e non tollerano l’apertura di George. Il vecchio padrone reclama addirittura Prentiss e Landry come cosa propria.

È una comunità divisa e agguerrita, dove l’autorità che dovrebbe garantire il rispetto dei diritti si schiera con i potenti in cambio di favori, dove la tensione cresce di giorno in giorno e il paese fa sempre più barriera contro la famiglia di George, fino ad emarginarla.

Intanto Landry è stato ucciso a randellate vicino ad un laghetto.

Landry è sempre stato affascinato dall’acqua -che riceveva, scarsa e tardi, sui campi di lavoro-, quella che ha visto zampillare da una fontana padronale: “Era poco dopo il giorno in cui aveva visto per la prima volta la fontana del Majesty’s Palace dal filare dove lavoravano, scintillante nel caldo estivo, e ogni getto si sollevava in creste e ricadeva, in fiotti così belli che Landry credeva che l’acqua fosse dotata di proprietà speciali”.

O quella del laghetto dove si bagna la domenica, che un giorno ha scoperto e dove ora vuole andare da solo: “Allora lo vide: era uno stagno coperto di ninfee, i ciuffi delle tife sporgevano come dita verso il sole. Al centro stava un isolotto di falaschi. Suo fratello continuava a tuffare la mano e a leccare l’acqua. Prentiss guardava la mano del fratello che toccava la superficie, si immergeva e riappariva”.

L’acqua è bellezza e piacere per Landry, ma sarà anche la ragione della sua morte: che cosa ha visto quando si bagnava nel laghetto? “Mio fratello in quei boschi ha visto più di quello che un uomo può vedere in una vita intera”. Diventa un testimone pericoloso.

La vita della comunità di Old Ox emerge con spietata chiarezza nelle pagine del romanzo, dove i criminali, i bugiardi, i razzisti, i profittatori, le prostitute, i gay, non sono taciuti, ma dove emergono figure generose capaci di andare contro le convenzioni, di amare profondamente, di camminare a testa alta in mezzo alle voci malevole, di portare una parola affettuosa a un carcerato innocente su cui infieriscono degli aguzzini.

August e Caleb sono due figure tormentate dai sentimenti che li legano, che tengono nascosti: Caleb appare più pauroso e debole ma si riscatterà con un gesto eroico. August sa fingere, ha dalla sua parte il padre e le autorità che lo proteggono e lo discolpano dalle accuse più gravi.

Non c’è giustizia per i buoni, costretti a cercare la salvezza nella fuga oltre contea, sempre col terrore di essere raggiunti: sarà George a rischiare la vita per accompagnare due fuggitivi innocenti verso la libertà.

Le figure femminili sono ben caratterizzate, sia quelle che alimentano le chiacchiere e le malevolenze, sia quelle nobili di gesti di amicizia, di coraggio e di amore, senza nessuna chiusura o condanna morale nemmeno per la prostituta che ha saputo essere di sostegno ad un uomo perbene. Ci sono donne energiche che sanno sfidare la prepotenza e il pregiudizio maschile.

La dolcezza dell’acqua, romanzo d’esordio di Nathan Harris, è un quadro straordinario di una comunità che osserva e subisce impreparata il passaggio tra due epoche, -come si verifica in ogni grande passaggio della Storia- lenta a capire il nuovo e a rivedere il passato e gli errori. La racconta Harris insieme alla maestosità del paesaggio, con i boschi, i campi, con il colore delle arachidi rigogliose, con la furia della devastazione. Ed anche con un asino che avanza -amico inseparabile- nelle strade fangose e nei boschi. Grandi passioni e ingiustizie si celano dietro le porte chiuse, ma non rimarranno nascoste per sempre, e non si nega a nessuno una possibilità di riscatto.

 

Marisa Cecchetti


 
 
 
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