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Lidia Menapace. Autonomia speciale ed Europa
Roma, 2012. Presidio in piazza Montecitorio della Gioventù Federalista Europea
Roma, 2012. Presidio in piazza Montecitorio della Gioventù Federalista Europea 
01 Marzo 2018
 

Abitando -come capita a me- a Bolzano ed essendo una vecchissima federalista europea, non è possibile non tener conto dell'Autonomia, se ci si occupa di Europa.

Poichè tutta la vicenda è stata marginale nel dibattito politico italiano, bisognerà ripercorrerla rapidamente e in modo sommario.

Dopo la fine della seconda guerra mondiale l'Austria si ricostituì come “stato vittima del nazismo” e in questa veste fu presente alla conferenza di pace tenutasi a Parigi. L'Italia vi compariva come “paese vinto”, che poteva sottolineare la sua Resistenza, la maggiore tra gli altri stati europei. Per l'Italia ministro degli Esteri era Degasperi, che ottenne riconoscimento alle sue tesi, soprattutto da Churchill. La conclusione fu che Austria e Italia furono incaricate di trovare una soluzione che, non toccando il confine del Brennero, internazionalmente riconosciuto, desse alle popolazioni di madrelingua tedesca una autonomia nel quadro della regione. Il Trattato è scritto in inglese, lingua imprecisa e tradizione giuridica consuetudinaria, non formale, e ciò fu causa di numerose contoverse interpretazioni, soprattutto la parola “frame”, quadro sia di competenze, sia di territorio.

Veniamo ai nostri giorni, quando non sarà improprio dire che la questione dell'Europa come continente unito non sia attuale e molto confusa. Sono -come dicevo- da sempre una federalista europea, come i primi sostenitori d'Europa e ancora penso che l'Europa debba essere un territorio federato nella composita diversità politica culturale e religiosa dei suoi territori. A questo obiettivo fanno ostacolo i suoi stati nazionali tradizionali e nelle recenti acquisizioni, molto nazionaliste, come Polonia e Ungheria o apertamente filonazisti dei paesi del mare del Nord. Solo l'Italia, che io sappia, ha in Costituzione un articolo che propone riduzione reciproca e paritaria di sovranità nazionale tra stati europei. Con simile attrezzatura giuridica siamo legittimati a portare la proposta di una “EUROPA DEI POPOLI”, dunque una federazione di regioni mistilingui come esistono storicamente su tutti i confini degli stati: Baschi, Lorenesi, Alsaziani, Tirolesi, Catalani, Savoiardi, Sloveni ecc. ecc. Tutto qui, non sarà una cosa facile politicamente, ma giuridicamente ricca e matura.

 

Lidia Menapace


 
 
 
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