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Ancona. Successo per l'iniziativa 'Moschea a porte aperte'
20 Gennaio 2015
 

La comunità islamica delle Marche ha espresso la sua ennesima condanna contro violenze, terrorismo e guerra e ha ribadito il suo impegno nel promuovere la cultura del dialogo e della legalità

 

 

L'invito della Comunità islamica delle Marche per la giornata 'Moschea a porte aperte', che si è svolta domenica 18 nella sede della moschea di Ancona, in via di Vittorio n. 98, è stato ampiamente accolto da autorità e cittadinanza. Un incontro fortemente voluto dai fedeli di religione islamica del capoluogo dorico, che alla luce dei drammatici fatti di Parigi e della conseguente ondata di paura e diffidenza che ne è conseguita hanno voluto ribadire la loro più ferma condanna contro il terrorismo, che non può avere attenuante, né giustificazione alcuna. Nell’occasione, è stato anche ripetuta la necessità del rispetto dei simboli e dei valori dell’islam e di tutte le religioni, che sono inviolabili e non possono subire insulti mascherati da satira.

All'evento sono state invitate le autorità civili, religiose e militari e gente comune, che si sono presentate in gran numero, accogliendo l'invito ad un confronto aperto sui temi di grande attualità.

Con la lettura in arabo e italiano di versetti del Corano tratti dal capitolo 'Maryam', dedicato alle figure di Maria e Gesù, venerate dall'islam e l'esecuzione dell'inno d'Italia, sono stati inaugurati i lavori.

Il primo intervento è stato affidato ad Abdelhamid Hachicha, copresidente del Centro, che ha respinto ogni legame tra l'islam e il terrorismo, definendo chi compie crimini contro l'umanità “un peccatore, una persona che offende Dio”. Hachicha si è detto preoccupato per il clima di tensione che si respira, invitando tutti ad un confronto sereno e costruttivo. Il copresidente ha citato le parole di Papa Francesco sull'offesa alle religioni, affermando che per la comunità islamica la libertà d'espressione è sacra e inviolabile e l'offesa e il vilipendio sono altro. A parlare del ruolo delle moschee nella vita dei credenti è stato Hicham Rachid, presidente della Comunità islamica di Pesaro Urbino, che ha ricordato come «la preghiera sia un arricchimento per il credente e un atto di amore. Frequentare un luogo di culto» ha aggiunto «e aprire quest'ultimo agli altri è importante per un confronto sereno e per una maggiore coesione sociale». Rachid ha anche posto l'accento sul ruolo delle donne, ambasciatrici di cultura e molto attive nel territorio. La liceale Sofia ha raccontato le attività della scuola della moschea: «Vengo qui una volta a settimana, come i miei compagni che vanno a catechismo. Qui imparo la mia religione e ho la possibilità di confrontarmi con coetanei di altri paesi». Le lezioni, i sermoni, gli incontri all'interno della moschea, è stato ripetuto nei diversi interventi, si tengono, oltre che in arabo, anche in italiano: la comunità, infatti, comprende persone di diversa nazionalità (Italia, Marocco, Tunisia, Siria, Albania, Bosnia, India, Bangladesh, Ghana e altre ancora) e il denominatore comune è proprio la lingua italiana.

A chiudere i saluti della comunità islamica l'intervento di uno dei fondatori, Mohamed Nour Dachan, che ha ricordato che quella di Ancona è una delle moschee più antiche in Italia e che il rapporto tra i fedeli, le autorità e la cittadinanza è sempre stato di dialogo, confronto e rispetto. Dachan ha espresso la sua solidarietà alle famiglie delle vittime del terrorismo in Francia, rinnovando la «definitiva condanna del mondo musulmano rispetto a questi vili atti che vengono commessi offendendo e strumentalizzando il nome di Dio, con l'obiettivo, nell'immediato, di compiere stragi di innocenti e a lungo termine, di minare le basi del dialogo e della convivenza serena». «Non ci stancheremo mai di ribadire che coloro che attentano allo Stato stanno bestemmiando, ma pur credendo nella libertà di espressione dobbiamo distinguere tra satira e offesa. Come credenti» ha aggiunto «dobbiamo rispettare un doppio patto: quello con Dio e quello con lo Stato in cui viviamo». All'incontro avrebbe dovuto prendere parte il console onorario di Francia nelle Marche, la signora Dominique Collard, impossibilitata per ragioni di salute.

Il primo tra gli ospiti ad intervenire è stato il Prefetto di Ancona, Raffaele Cannizzaro, che ha invitato la comunità islamica a rendere riconoscibile la sua identità e aprirsi sempre di più. Gli ha fatto eco il Questore di Ancona, Stefano Cerere, che parlando di dialogo ha posto l'accento sull'umanità e sull'accoglienza che le Forze dell'Ordine mostrano nei confronti dei migranti. Dell'esigenza di conoscersi tra singoli e comunità ha parlato il sindaco Valeria Mancinelli, che ha esortato a fare di Ancona il centro del dialogo. «È un momento di grande difficoltà» ha proseguito «e il rispetto delle regole e della legalità è imprescindibile per favorire l'armonia sociale». L'assessore regionale Paola Giorgi ha posto l'accento sulla necessità di un confronto duraturo per superare questo grande momento di paura: «Siamo un'unica comunità, esempio di crescita e convivenza». Intervenuto anche l'onorevole David Favia, che, sui fatti di Parigi, ha affermato che «si sono scontrati due estremismi». «Denunciare la presenza di eventuali soggetti pericolosi che si presentino in seno alla comunità»: è l'invito espresso dal presidente del comunale di Jesi Daniele Massaccesi. «È una battaglia culturale quella contro il terrorismo, che richiede di isolare i cattivi maestri», ha affermato Tito Vespasiani, Segretario Generale dell'Autorità Portuale di Ancona. Un invito a lavorare per la coesione sociale e l'inclusione, favorendo un percorso interculturale è stato rivolto da Selly Kane componente della segreteria regionale Cgil Marche. Intervenuti anche il comandante provinciale della Guardia di Finanza Fabrizio Crisostomi e il maggiore Amerigo Di Pirro del reparto operativo dei carabinieri di Ancona. A concludere gli interventi la riflessione di Sandro Cittadini, presidente dell'associazione Time for Peace Marche, che, ricordando il genocidio in Bosnia, ha sottolineato il pericolo dei nazionalismi, invitando a riconoscere le proprie colpe per capire i drammi del passato e quelli del presente. Presenti in sala esponenti di associazioni religiose e culturali, tra cui i giovani dell'Azione Cattolica di Moie e gli imam di diverse moschee marchigiane.

Messaggi di saluto sono arrivati da esponenti politici di vari schieramenti e da autorità religiose impegnate, proprio nella giornata di domenica, in importanti incontri ecumenici.

L'evento si è concluso con un buffet multietnico e con l'invito a moltiplicare le iniziative di dialogo e confronto.

 

Asmae Dachan


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