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Eskuadron Patriota. Decadenza cubana
03 Settembre 2010
 

La scena rapper cubana conta molti protagonisti: Silvito el Libre, Los Aldeanos, Anónimo Consejo, Maykel Extremo. L’elenco non è esaustivo, ma la caratteristica comune è che - pur non pubblicizzati dal regime - radunano tanti giovani nelle notti dell’underground musicale. Tra tutti ci piace ricordare Eskuadron Patriota e un pezzo davvero eccellente come Decadencia (nel video qui sotto), cantato da un certo Raudel, un giovane cubano di Güines, un paese a sud della provincia dell’Avana. Scrive Orlando Luis Pardo Lazo nel suo blog Lunes de Post Revolucion (adesso tradotto anche in italiano) che lo scorso 21 agosto, nella Madriguera (Quinta de los Mulinos), il gruppo Eskuadrón Patriota di Raudel ha evaso la censura per cantare la sua Decadencia e molti altri pezzi.

«Ogni generazione ha il dovere di compiere la sua missione o di tradirla… ma quando ci sono dei problemi, quando esistono difficoltà in una nazione, tutti coloro che ne hanno la capacità devono fare qualcosa per migliorare la situazione», dice Raudel. «Noi siamo la radice del cambiamento!», sostengono gli Eskuadron Patriota. Condividiamo. Il loro messaggio segue le parole del cantautore cileno Victor Jara, massacrato ad appena 43 anni dal dittatore Pinochet nello stadio di Santiago del Cile, ed è un messaggio rivoluzionario. La rivoluzione è cambiamento, movimento, trasformazione, non certo immobilismo, repressione e conservazione. La rivoluzione sono i giovani rapper e i blogger, non la gerontocrazia al potere da oltre cinquant’anni.

Abbiamo tradotto il grido di dolore che proviene dai giovani cubani perché anche il pubblico italiano possa collegarsi a YouTube e apprezzarne musica e parole.

 

 

 

 

DECADENZA

 

È come se fossimo congelati nel tempo.

Sembra quasi che non c’interessi niente.

La speranza del nostro popolo Eskuadron,

Io credo che il popolo ha bisogno di questi messaggi

con molto amore per tutti i miei fratelli.

Vado da solo proprio quando la povertà mi abbraccia,

in una gran decadenza che il sistema nasconde

le mie parole prendono forma e alla poesia si agganciano.

Fluisce il mio spirito e le mie parole divengono immortali,

di nuovo mi trasformo nella voce di una gran massa

acefala, vuota, che in silenzio si sposta.

Si sono stancati di piangere e adesso l’anima sanguina

mentre domandano: chi controlla la speranza?

E si contorcono, perché fa male,

la ferita sanguina, e credono di morire,

vogliono gridare il loro dolore, ma non possono,

perché il terrore imposto porta via il poco che possiedono.

Che cos’è la giustizia se non si riesce a vedere?

Perché reprimono chi vuol essere libero?

Dal loro ufficio la realtà non la possono intuire,

la tristezza di questo paese non possono comprenderla,

come la mia gente non comprende la strada per una soluzione.

Lavori un anno intero e non puoi essere libero,

consegni tutto in cambio di niente, schiavitù totale,

così ti controllano, io la chiamo “cospirazione letale”.

Il messaggio si fonde, con i secondi cresce la mia fede,

inventano leggi illecite, ti tengono alla loro mercé,

le nostre opinioni non si ascoltano,

dimenticando che le rivoluzioni

sono per il popolo non per chi è al potere.

La decadenza fa tremare la coscienza,

le menti non si risvegliano e tutto viene accettato.

La gente non crede e non vede, trascinati dall’incertezza

preferiscono sopportare tutto prima di spezzare le catene.

Decadenza.

Quanta distruzione, quanta frustrazione, quanta tristezza.

Decadenza.

Quanto bisogno di gridare, di pretendere, ma la paura è in agguato.

Decadenza.

Tutti noi come autonomi accettiamo il lavaggio di coscienza.

Decadenza.

Per i nostri figli, la famiglia e le generazioni future, cerchiamo risposte.

Decadenza.

Ci hanno tolto tutto ma non la resistenza… e la parola è forza.

Decadenza.

Fratelli in piedi, non c’è niente di più bello di una nazione quando si risveglia.

Decadenza.

Non voglio sangue, che nessuno muoia, ma alziamo la testa.

Decadenza.

Come Víctor Jara quando diceva al suo popolo: “la libertà è vicina”.

Ci mettono uno contro l’altro, ci dividono in due fazioni,

viviamo facendo attenzione, paranoici, diffidenti,

gli stessi figli del popolo si stanno riducendo a pezzi,

perché il sistema li manipola e loro non vedono il danno.

I poliziotti senza limite né misura

rispondono a una dottrina che non comprendono

ma dà loro da mangiare.

Abusano, maltrattano, sono arroganti, ti umiliano,

va bene, non saranno tutti uguali, ma sono la maggioranza

e dimenticano da dove vengono le loro vite

le loro famiglie, la scuola che frequentavano.

Adesso vivono con la rabbia,

difensori di un’egemonia di menti fredde.

Voi siete le marionette pilotate dal sistema.

Mi domando se questa è una democrazia.

perché pensare diversamente è un tradimento o un compromesso?

Perché diversi settori vengono emarginati o rifiutati?

Se non si rispettano le opinioni, questa nazione non va avanti.

Ma intanto si scatena l’ingiustizia,

è un pericolo parlare, la paura ti paralizza

e il tuo messaggio di pace lo trasformano in bellico.

Non ho mai parlato di mettere una bomba al Ministero della Giustizia.

Militarizzano la società civile,

l’educazione va verso il caos rapidamente,

tutto è confusione, non c’è amore, ti senti soffocare,

ti impongono tutto e la tua pazienza viene scardinata.

Dio, dammi la forza di resistere e tutta la tua compassione.

Solo tu sai quel che soffre questo cuore

per vedere il bene della mia gente e non così tanta disperazione.

Non voglio essere un testimone muto della distruzione della mia nazione.

Decadenza.

Quanta distruzione, quanta frustrazione, quanta tristezza.

Decadenza

Quanto bisogno di gridare, di pretendere, ma la paura è in agguato.

Decadenza.

Tutti noi come autonomi accettiamo il lavaggio di coscienza.

Decadenza.

Per i nostri figli, la famiglia e le generazioni future, cerchiamo risposte.

Decadenza.

Ci hanno tolto tutto ma non la resistenza e la parola è forza.

Decadenza.

Fratelli in piedi, non c’è niente di più bello di una nazione quando si risveglia.

Decadenza.

Non voglio sangue, che nessuno muoia, ma alziamo la testa.

Decadenza.

Come Víctor Jara quando diceva al suo popolo: “la libertà è vicina”.

Fratelli, alziamo i pugni, uniamo le nostre mani e gridiamo libertà,

gridiamo libertà perché il potere è del popolo,

noi siamo padroni del nostro destino e della nostra libertà.

Forza, resistenza.

Non sopportiamo più.

Non sopportiamo più.

In nome di tutte le generazioni.

in nome della gioventù cubana.

in nome di tutti quelli che studiano, lavorano.

coloro che si sforzano e si sacrificano per questa isola.

Non più decadenza.

Evoluzione, soddisfazione, allegria

e fondamentalmente libertà sociale per questo popolo.

Decadenza.

Non più fratelli, non più, non più.

Decadenza.

Vedremo la fine di questa storia in pace, e con i nostri.

Decadenza.

Eskuadron, Eskuadron.

Decadenza.

Una volta ancora, la mia missione “la libertà è vicina”.

 

Gordiano Lupi


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Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
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