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Alberto Figliolia: Tania Bruguera, La verità anche a scapito del mondo
Tania Bruguera, La verita
Tania Bruguera, La verita' anche a scapito del mondo. PAC 2021 (Foto Lorenzo Palmieri) 
07 Gennaio 2022
 

La verità anche a scapito del mondo. D’altronde non si è sempre detto Amicus Plato, sed magica amica veritas? Anche se la ricerca della verità non pare, talvolta, precipua prerogativa di questo mondo, che sovente si specchia nell’ipocrisia o nella manipolazione o in false narrazioni. Gli artisti meno degli altri dovrebbero cedere alle lusinghe del potere e più degli altri dovrebbero andare in cerca della verità attraverso i mezzi formali di cui dispongono e l’ispirazione/empito che li sostiene. L’arte non è cortigiana e cortigiana o asservita non è di certo Tania Bruguera, cubana cittadina del mondo, artista e performer le cui opere e installazioni hanno il pregio di scuotere sensi e coscienze.

Fino al 13 febbraio al PAC di Milano è allestita la mostra di Tania, le cui opere e installazioni sono pensate anche per interagire con il visitatore/cittadino (ciascuno dei quali è un potenziale attivista dei diritti umani). E nell’ambito delle installazioni attori/performes contribuiscono, con particolari dinamiche spaziotemporali, a dar vita a inquietanti quadri in cui ci si trova immersi senza volerlo, senza saperlo eppure con grande cognizione di causa, e il dopo azione costringe a meditare sulle proprie reazioni ed emozioni, liberando empatia con le situazioni più drammatiche con cui ci si confronta. Come in Sin Título (Kassel, 2002-2021), “azione ideata per documenta 11, l’artista lavora sulla memoria e evoca l’ambiente militare della fabbrica di munizioni situata proprio vicino alla città tedesca durante la Seconda Guerra Mondiale: circondato da luce accecante e rumori evocativi, il pubblico sperimenta una vulnerabilità che sollecita l’esplorazione della coscienza storica e politica vissuta come esperienza personale, come sensazione fisica”, o come in Plusvalía (2010), che “replica fedelmente l’insegna Arbeit Macht Frei rubata nel 2009 dal cancello d’ingresso del campo di concentramento di Auschwitz. Levigata per l’intera durata della mostra e trasformata col passare del tempo, la riproduzione invita a una riflessione sul plusvalore conseguito da un oggetto che raggiunge un valore economico non per la sua qualità, ma per il suo significato storico, politico e morale”. Invero questa installazione/azione, fra il buio circostante e il bagliore, che lo spezza in frammenti, della fiamma ossidrica, costituisce e crea un ossimoro di profonda inquietudine, se non angoscia.

Tania Bruguera esamina e analizza con il suo lavoro le strutture del potere politico, anche al di là delle specificità nazionali, e le conseguenze sulla gente, in primis sui soggetti sociali più deboli e vulnerabili, migranti compresi. Difatti... «Dall’acclamato progetto per la Turbine Hall della Tate Modern nel 2018 Bruguera porta al PAC una nuova versione della sua installazione Crying Room che, tramite appositi accorgimenti, induce il visitatore a lacrimare, suscitando una “empatia forzata” di fronte al dramma delle migrazioni ed evocando una sensibilità necessaria, ma non per questo scontata. Le ingiustizie ai danni dei migranti sono protagoniste anche della nuova opera The poor treatment of migrants today will be our disonhor tomorrow (2021) realizzata in collaborazione con l’Associazione Nazionale Ex Deportati nei Campi Nazisti (ANED). Qui l’artista adotta un parallelismo storico: un filo spinato, cucito a mano per la mostra da sopravvissuti e discendenti di deportati durante la Seconda Guerra Mondiale, unisce le stelle della bandiera europea. Anche Tabla de salvación (1994) è un monumento al tema della diaspora, quella delle migliaia di cubani che clandestinamente negli anni sono partiti con imbarcazioni di fortuna nel tentativo di raggiungere la Florida. L’opera riflette sulla condizione insulare e sul mare, luogo dove gli opposti convivono: apertura e chiusura, vita e morte».

Artista e attivista, dunque, è Tania Bruguera. «Il titolo della mostra è una citazione di Hannah Arendt, punto di riferimento imprescindibile per la ricerca di Tania Bruguera. In una leggendaria intervista alla televisione della Repubblica Federale Tedesca, realizzata da Günter Gaus il 28 ottobre del 1964, alla domanda se ritenesse suo dovere pubblicare tutto quello di cui veniva a conoscenza o vi fossero motivi validi per tacere alcune cose, Hannah Arendt rispose con la citazione latina Fiat veritas et pereat mundus: Sia detta la verità anche a scapito del mondo. Anche Tania Bruguera abbraccia in modo assoluto l’istanza della verità, legandola alla dimensione vitale della necessità. [...] In più occasioni l’artista ha raccontato delle sue esperienze di prigionia a Cuba e di come l’abbiano allontanata dalle illusioni, riportandola a percepire l’autentica condizione umana. È nell’esperienza concreta, corporea e materiale del mondo, delle relazioni umane, che la necessità genera una conoscenza vera. La verità non si trova mediante prove, ma mediante esplorazione. Essa è sempre sperimentale. La verità è così calata interamente nella vita umana che, tuttavia, è costantemente lacerata dalle contraddizioni della sopraffazione e della violenza. Saper giudicare secondo verità significa saper vedere le contraddizioni necessarie dell’umano e saper agire di conseguenza, secondo giustizia». Una sintesi oltremodo efficace, che ben disegna i connotati formali e i contenuti etici e culturali della ricerca della Bruguera.

Interessantissimi i concetti sviluppati dall’artista, vedi quello dell’arte comportamentale e quello dell’arte utile (arte útil): quest’ultima un’idea antica (dice ancora qualcosa la parola composta kalokagathìa?) e sempre attuale, per quanto il potere tenda a disattenderla, a non riconoscerla, a ostacolarla.

Altre installazioni d’impatto – come Estadística (1996-1998) che “torna ad essere esposta al pubblico, nella sua imponente forza visiva. Una bandiera cucita con i capelli donati da cittadine e cittadini di Cuba, manifestazione di unione e insieme gesto che indaga l’estetica del potere e la riappropriazione simbolica dello stesso da parte di un popolo” – e una visual biography di trenta metri completano l’esposizione, da cui, entrativi con curiosità, si esce non più indifferenti alle cose del mondo, alle vicissitudini che coinvolgono troppi dei nostri simili, fratelli calpestati e vessati da un potere cieco e ottuso oppure tristemente intelligente nell’ideare nuovi strumenti autoritari e di oppressione.

 

Alberto Figliolia

 

 

Tania Bruguera. La verità anche a scapito del mondo, mostra promossa dal Comune di Milano-Cultura e prodotta dal PAC con Silvana Editoriale, curatela di Diego Sileo. Fino al 13 febbraio 2022. PAC Padiglione di Arte Contemporanea, via Palestro 14, Milano.

Info: tel. 0288446359; sito Internet pacmilano.it.

Orari: da martedì a domenica 10-19:30; giovedì 13-22:30. Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura.

Catalogo bilingue di Silvana Editoriale.


Foto allegate

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