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Milano. “Conoscersi. Un incontro tra culture” al Civico C.I.A. “A. Manzoni”
15 Marzo 2018
 

È stata una serata fiume, quella che si è vissuta il 13 marzo al Civico Centro di Istruzione per l’Adulto e l’Adolescente “A. Manzoni” di via Deledda, a Milano. Dopo le quasi due ore di conferenza-spettacolo, infatti, gli studenti hanno voluto, per un’altra ora, porgere domande agli invitati per saperne di più sul rapporto tra il mondo europeo occidentale e quello arabo musulmano, tema dell’incontro intitolato “Conoscersi. Un incontro tra culture”. E solo la campanella di fine lezioni, alle 22, ha concluso un’iniziativa che ha suscitato un grande interesse.

La dottoressa Sabina Banfi, Direttore Area Servizi Scolastici ed Educativi del Comune di Milano, ha aperto la serata portando i saluti del Vicesindaco Anna Scavuzzo. Dopo di che ha preso la parola la conduttrice dell’incontro, la prof.ssa Silvia Pierantoni Giua, appassionata studiosa di lingua e cultura araba, che ha presentato il prof. Paolo Branca, docente di lingua e letteratura araba all'Università Cattolica di Milano, un vero esperto del rapporto e del dialogo tra le tre religioni monoteiste, autore dei libri Dalle primavere arabe al califfato? e Guerra e Pace nel Corano.

Paolo Branca ha incentrato il suo intervento sull’importanza di evitare le semplificazioni, gli slogan che da sempre impediscono una vera conoscenza, invitando a trovare le molte convergenze culturali, a partire dalle semplicissime lettere dell’alfabeto, molto simili sia in neolatino che in ebraico o arabo. Per non parlare dello spazio geografico, quel Mediterraneo da sempre ricco di scambi non solo economici. Il tutto, rispettando però sempre il significato delle parole, “perché la moschea non è una chiesa e un rabbino non può essere definito un sacerdote”. E senza generalizzare, perché, quando si parla di Islam, si fa riferimento a più di venti Stati con sfumature linguistiche, credenze, assetti politico-sociali differenti.

Il prof. Branca ha terminato chiedendo a tutti gli studenti di non abbassare mai la guardia nei confronti dei diritti civili, del razzismo: la Germania degli anni Trenta era un Paese di grande cultura, di scrittori e intellettuali, e poi è finita nelle tenaglie del nazismo…

All’intervento è seguito il primo dei tre inserti poetici che hanno voluto sottolineare il tema della spiritualità e della religiosità presente nelle due culture prese in considerazione. I musicisti Ashti Abdo e Francesco Denaro hanno così accompagnato delle poesie in arabo lette magistralmente dal poeta Tareq Aljabr, mentre gli studenti del Laboratorio di Teatro “In viaggio” del C.I.A. Manzoni hanno proposto “Fratello ateo” di padre Davide Maria Turoldo e “L’Infinito” di Leopardi (declamato anche in lingua araba da Tareq Aljabr).

È seguita poi la l’intervista all’ausiliaria diocesana Giusy Valentini, impegnata nel dialogo inter-religioso, e a Imane Barmaki, collaboratrice del mensile Yalla Italia. Molto significativa, tra l’altro, è stata la descrizione del percorso religioso delle due donne, che ha seguito binari paralleli: prima una fede derivata dalla famiglia e dalla tradizione, quindi un momentaneo allontanamento, infine un’adesione convinta.

Inevitabilmente, il ruolo della donna è stato uno dei tanti temi toccati, e da entrambe le parti è emersa l’attuale tendenza all’evoluzione, sia all’interno della Chiesa cattolica, grazie a Papa Francesco, sia nella società araba, dove sono nati movimenti femministi e la situazione sta sicuramente cambiando. Su questo argomento, ma anche su temi più generali, Imane Barmaki non ha nascosto le difficoltà che si incontrano tutti i giorni, per i musulmani, tra le parole del Corano scritto secoli fa e la loro attuale applicazione.

Il doppio dialogo su identità e religione, ma anche su Milano e l’Italia, su cibo e musica tra due studenti del C.I.A. “A. Manzoni”, Ahmed Yassine Bendebka e Diego Collares, girato dal regista Vitangelo Gadaleta, ha avviato alla conclusione della serata, che ha visto la sua degna chiusura con “Imagine”, scelta come canzone che potesse riassumere i valori espressi da un incontro che ha trovato spazio anche nelle pagine milanesi de la Repubblica.

 

Mauro Raimondi


 
 
 
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