Giovedì , 28 Marzo 2024
VIGNETTA della SETTIMANA
Esercente l'attività editoriale
Realizzazione ed housing
BLOG
MACROLIBRARSI.IT
RICERCA
SU TUTTO IL SITO
TellusFolio > Spettacolo > In tutta libertà
 
Share on Facebook Share on Twitter Share on Linkedin Delicious
Gianfranco Cercone. “Amleto”, al cinema, nella messa in scena del National Theatre di Londra
26 Aprile 2016
 

In una scena dell'Amleto di Shakespeare, il principe Amleto che, come è noto, era un grande appassionato di teatro, impartisce al capocomico di una compagnia di attori girovaghi, alcune istruzioni circa la rappresentazione che quella sera si dovrà tenere al castello. In particolare, gli dà alcuni consigli circa la recitazione (che, viene da pensare, sono moniti dello stesso Shakespeare agli attori che dovevano interpretare le sue opere).

Amleto si raccomanda di evitare le esagerazioni, le pose affettate, gli atteggiamenti smodatamente caricaturali, perché, lui dice, sulla scena il vizio e la virtù devono essere dipinti con le loro tinte naturali. Compito del teatro è infatti porgere uno specchio alla natura umana.

Sono considerazioni a cui si rischia di non prestare attenzione, tanto possono sembrare ovvie. Certo, si potrà obiettare che non tutti i testi teatrali sono realistici, e la recitazione dovrà adeguarsi di conseguenza.

Eppure, nel teatro italiano di oggi, un grave difetto ricorrente sono proprio, a mio parere, i vezzi, i manierismi, gli artifici della recitazione, che offuscano “lo specchio” di cui parlava Shakespeare, impediscono l'immedesimazione degli spettatori in ciò che accade sul palcoscenico.

È un'occasione preziosa poter conoscere, attraverso il cinema, alcuni grandi spettacoli del teatro inglese, più fedele alle auree indicazioni shakespeariane.

È stata presentata in questi giorni nelle sale cinematografiche – grazie alla casa di distribuzione Nexo Digital – una ripresa dal Barbican Theatre di Londra, proprio dell'Amleto, messo in scena dalla compagnia del National Theatre, per la regia di Lyndsay Turner, nella quale Amleto è interpretato da Benedict Cumberbutch (che gli spettatori cinematografici ricorderanno soprattutto per il ruolo di Alan Turing in The imitation game).

È noto che nel castello di Elsinore dove risiede il principe Amleto, è stato commesso un crimine efferato: il re è stato segretamente ucciso da suo fratello, il quale ha preso il suo posto sul trono e ha sposato la vedova, complice del misfatto.

Potrebbe essere una tentazione rappresentare la coppia regale di amanti criminali, a tinte fosche, perfino orrorifiche. Questa edizione rifugge da questo difetto grossolano.

Il nuovo re – forse un po' sfuggente, forse appena arrogante – è, in sostanza, cordiale e simpatico. E la regina ha l'apparenza di una donna di grande dignità. Tanto che a corte, nessuno o quasi nessuno, sospetta della corruzione che vi si è infiltrata. Perché per scorgerla, quella corruzione, ci vuole l'intuito, quasi visionario, di chi non si ferma alle apparenze e al senso comune, di chi sa leggere tra le pieghe dei volti, di chi si batte per conoscere la verità: come Amleto, naturalmente.

E la scoperta di quella verità, piuttosto che dargli la gloria, lo isola dalla corte, gli dà l'apparenza di un folle, ne fa un mostro da sopprimere. E nella sua intimità, poi, lo riempie di un tale disgusto per la natura umana, compresa la sua propria, da incamminarlo verso l'autodistruzione.

È impossibile raccontare l'Amleto in modo minimamente esauriente nello spazio di un breve intervento. Ma ecco: l'edizione del National Theatre, grazie in particolare alla sottigliezza realistica della recitazione, di Cumberbutch ma anche dell'intera compagnia, fa risplendere la trama dei sentimenti che sorregge il racconto.

Un luogo comune vuole, a quanto pare, che le scenografie fastose, colorate, di gusto cinematografico, siano volgarmente spettacolari o meramente decorative. Non potrei escludere che il gigantismo della messa in scena sia in questo caso esente da retorica.

Ma quel castello oscuro, rischiarato dalla luce delle fiaccole, dalle pareti alte e azzurre sulle quali si stagliano i grandi ritratti degli antenati, che ospita nei suoi saloni i più fioriti banchetti, che sembra uscito da una favola piuttosto che dalla Storia, ci dà subito il senso di un malvagio incantesimo che abbia colpito la reggia di Elsinore.

 

Gianfranco Cercone

(Trascrizione della puntata di “Cinema e cinema”
trasmessa da
Radio Radicale il 23 aprile 2016
»»
QUI la scheda audio)


Articoli correlati

 
 
 
Commenti
Lascia un commentoNessun commento da leggere
 
Indietro      Home Page
STRUMENTI
Versione stampabile
Gli articoli più letti
Invia questo articolo
INTERVENTI dei LETTORI
Un'area interamente dedicata agli interventi dei lettori
SONDAGGIO
TURCHIA NELL'UNIONE EUROPEA?

 72.7%
NO
 27.3%

  vota
  presentazione
  altri sondaggi
RICERCA nel SITO



Agende e Calendari

Archeologia e Storia

Attualità e temi sociali

Bambini e adolescenti

Bioarchitettura

CD / Musica

Cospirazionismo e misteri

Cucina e alimentazione

Discipline orientali

Esoterismo

Fate, Gnomi, Elfi, Folletti

I nostri Amici Animali

Letture

Maestri spirituali

Massaggi e Trattamenti

Migliorare se stessi

Paranormale

Patologie & Malattie

PNL

Psicologia

Religione

Rimedi Naturali

Scienza

Sessualità

Spiritualità

UFO

Vacanze Alternative

TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
Sede legale: Via Fontana, 11 - 23017 MORBEGNO - Tel. +39 0342 610861 - C.F./P.IVA 01022920142 - REA SO-77208 privacy policy