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Luca Corsolini. Confesso che ho sbagliato 
Un ritratto più che sincero degli arbitri di basket
13 Giugno 2009
 

Ne Il Signore degli Anelli c'è Gandalf the Grey-il Grigio (poi diventerà il Bianco). Nello sport degli anelli ci sono “i signori in grigio”. Gli arbitri. Un mondo a parte - una Middle-earth, Terra di mezzo - quello di chi amministra le partite? Riservati, sempre, fuori del parquet; all'interno dei palazzetti protagonisti loro malgrado. Loro d'altra parte sarebbero ben felici di passare inosservati nel corso di una gara e dopo: significherebbe che tutto è filato liscio e che la direzione è stata impeccabile (ma errare humanum est e qualche sbaglio è fisiologico). Spesso criticati (o, peggio, vituperati) da addetti ai lavori e tifosi, si finisce per dimenticare che senza di loro non si giocherebbe una bella mazza di niente. In realtà gli arbitri italiani sono preparati, professionali e... appassionati! Ma forse in Italia impera la cultura della lamentazione per cui la colpa, se si perde o le cose non vanno bene, è sempre di qualche altro soggetto, alias gli arbitri nel caso delle competizioni sportive. L'Italia: il Paese della moviola...

Ben venga quindi il libro curato da Luca Corsolini, giornalista di lungo corso che non ha certo bisogno di presentazioni e amante a infiniti carati del gioco della palla a spicchi: Confesso che ho sbagliato (Tra passione e buona fede, i segreti degli arbitri di basket) - quasi una parafrasi nerudiana - edito da Pendragon (prefazione di Ettore Messina). Uno spaccato interessantissimo per far... «vedere a tutti che gli arbitri non sono affatto “grigi” come a volte si pensa...».

Si trascorre dalle Norme di comportamento: il galateo arbitrale a una breve, snella ma funzionale cronistoria delle innovazioni regolamentari che si sono succedute nell'evoluzione del gioco – a proposito, lo sapevate che l'infrazione di doppio palleggio è stata introdotta “soltanto” nel 1908, a ben diciassette anni di distanza dall'invenzione del gioco da parte di James Naismith? –, dalle testimonianze alle divagazioni, dall'organizzazione alle curiosità d'ogni genere.

Accattivante oltremodo è la sezione intitolata A tu per tu con... nella quale attraverso una serie molto articolata di domande e risposte si scopre, oltre alle situazioni che più coinvolgono dal punto di vista cestistico, la persona che vive sotto le spoglie dell'arbitro. Così veniamo a sapere che un celebre fischietto come Roberto Begnis di mestiere fa il restauratore e l'accordatore di pianoforti, che Renato Capurro è un medico chirurgo specialista in Medicina dello sport, che Guerrino Cerebuch è un poliziotto del compartimento della Polizia Postale e delle telecomunicazioni del Friuli Venezia Giulia, che Giampaolo Cicoria è un ingegnere elettronico, che Pierluigi D'Este è un odontoiatra e via dicendo. Un mosaico di professioni e un quadro della società civile, accomunati da un'invincibile passione sportiva, sono questi “uomini delle regole”. In un Paese talvolta - anzi sovente, ahinoi - senza regole, uomini che meritano ogni rispetto.

Non mancano ricordi e aneddoti, e una piacevole ironia si libra e libera dalle pagine del volume. Alcune risposte alla domanda Offesa più divertente (ricevuta, s'intende...): «Ma quanto prosecco hai bevuto?», «Se ti metti il fischietto nel culo sicuramente fischi meno cagate», «Arbitri, un pacco di merde in confronto a voi sembra un vassoio di paste» (striscione), «Arbitro, con quelle corna piji pure Capodistria» (in romanesco), «Arbitro, al posto delle corna hai un cesto di lumache». Fra il triviale e il ludico-buffo. Ci ridono sopra e sdrammatizzano i nostri eroi della domenica.

Fra gli allenatori più corretti molto citato è stato Zare Markovski. Le domande tuttavia sono ad ampio spettro: arbitro perché?, pregi e difetti, i fischi più facili e quelli più difficili, la regola più importante e quella meno, come ci si prepara, la vigilia della partita e il game day, come la famiglia vive questa mission, scaramanzie et alia. Il basket viene comunque percepito e vissuto come spettacolo, gioia e intelligenza.

Un libro denso di contenuti e spunti, perfetto per accrescere il non sempre elevatissimo grado di educazione e cultura sportiva della media italica. Un testo originale. Anzi, unico. Da far leggere a ultras, presidenti, allenatori, giocatori, genitori, giornalisti, appassionati d'ogni età. Altrimenti, 5° fallo e in panchina!


Alberto Figliolia



Luca Corsolini

Confesso che ho sbagliato
Tra passione e buona fede, i segreti degli arbitri di basket

Pendragon, Bologna 2009, pagg. 144, € 14,00


 
 
 
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