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Daniele Dell’Agnola: Luisa Beffa suona Bach con la fisarmonica
Luisa Beffa
Luisa Beffa 
08 Febbraio 2007
 

Lo scorso mese di novembre il quartetto di fisarmoniche Hans Brehme partecipò ad una trasmissione su Radio Rai 3. Nella breve pausa tra la Passacaglia e fuga in DO minore e Il signor Bruschino, un radioascoltatore intervenne in diretta sostenendo che la fisarmonica, gli “faceva tanto ricordare la festa dell’Unità”. Pochi giorni dopo incontrai a Bellinzona Sergio Scappini, professore ordinario al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, che conosce bene i membri del quartetto: Paolo Vignani, Mario Milani, Anna Uccelli e Roberto Sgaria. Gli chiesi di commentare l’osservazione del radioascoltatore. Sergio Scappini mi guardò di sbieco e ci fu qualche secondo di silenzio, poi iniziò a parlare:

Devo ammettere che sono tendenzialmente di sinistra – mi disse sollevato – quindi la cosa mi fa particolarmente piacere. Comunque, a parte la battuta, questo non è un problema di chi suona, ma è un problema di colui che ha fatto l’intervento. Io ho la fortuna di poter dire che a me la fisarmonica ricorda “anche” la festa dell’Unità. L’ascoltatore, quell’“anche”, purtroppo, non lo può dire. Anzi, all’ascoltatore in questione la fisarmonica ricorda “solo” la festa dell’Unità. È un peccato.

Scappini si mise a posto gli occhiali, poi concluse con:

Perdoniamolo.

Allora la musica, se è comunicazione, acquista un senso, aldilà dei luoghi comuni. Bene.

Bach (Sonata in re minore) è stato eseguito con una fisarmonica proprio domenica 4 febbraio, a Biasca, dove la gente è molto legata agli aspetti popolari, al dialetto, al caro Vittorio Castelnuovo. Eppure il pubblico era presente ed entusiasta, ad applaudire Luisa Beffa, giovane fisarmonicista di Airolo, fresca di diploma al Conservatorio di Friburgo e vincitrice nel 2005 del primo premio al “Concours du Jura” e della “Medaille Romande”.

Degna di nota la sonata No.2 del compositore dell’est Alexander Schurbin, un viaggio attraverso le potenzialità espressive dello strumento: il ticchettio dei registri, il respiro del mantice, il bellow shake, insomma un alternarsi di giochi sonori armonici e dissonanti, che richiedono grande energia esecutiva. Oltre ad alcune trascrizioni di pezzi per tastiera (oltre a Bach, Asturias di Albeniz e la Sonata in re minore di Scarlatti) il piatto forte della serata è stato Il concerto per fisarmonica e orchestra del compositore ceco V. Trojan. Nuccio Trotta ha eseguito la riduzione per pianoforte, sostenendo con personalità la fisarmonicista: i sette movimenti di questa musica a programma descrivono danze, principesse addormentate, oggetti magici, acrobati e giostre. Le fiabe musicali, di rara esecuzione, sono state inserite nella seconda parte della serata. Con questo appuntamento dal programma assai equilibrato, si è conclusa la rassegna Musibiasca-Tre Valli, partita a ottobre con l’intento di portare nelle sale della regione musica di generi diversi, eseguita da professionisti di spessore.

Va segnalata, visto il contesto, la solida iniziativa di alcuni giovani creativi e intraprendenti che hanno fondato la Scuola di Musica Tre Valli, una realtà nella quale operano docenti diplomati nei vari conservatori svizzeri e italiani. Molti di loro si sono esibiti proprio durante la rassegna. La scuola è frequentata da numerose ragazze e ragazzi, quindi questo intelligente movimento vanta il merito di portare dei valori culturali e sociali.

L’intervista a Sergio Scappini si concludeva con queste parole:

Se riusciamo a formare dei musicisti e a diffondere una sana cultura musicale non abbiamo nessun problema di rapporto e di relazione con i nostri colleghi (pianisti, violinisti e via dicendo).

In un sano contesto culturale-musicale un pianista come Nuccio Trotta suona con una fisarmonicista come Luisa Beffa ed è possibile promuovere sette serate con il “tutto esaurito”.

 

Daniele Dell’Agnola

(da: La Regione Ticino, mercoledì 7 febbraio 2007)


 
 
 
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