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VERSI TRA LE SBARRE – Antologia di poesia dissidente cubana
foto di Stefano Pacini
foto di Stefano Pacini 
03 Dicembre 2005
 

Per cercare di attirare l’attenzione della comunità internazionale e soprattutto della società civile italiana, le Edizioni Il Foglio pubblicheranno un libro intitolato Versi tra le sbarre - antologia di poesia dissidente cubana. Il volume raccoglierà le liriche di alcuni giornalisti che devono scontare pene detentive per reati di opinione come Omar Moisés Ruiz, Luis Mario Mayo Hernández e Ricardo Gonzáles Alfonso. A questi poeti si aggiungeranno le opere di Jorge Olivera Castillo, giornalista da poco uscito dalle galere castriste che vorrebbe optare per l’esilio, ma il governo cubano nega il visto di espatrio per gli Stati Uniti. L’ultimo poeta che sarà pubblicato è Manuel Vásquez Portal, giornalista del Gruppo dei 75 che è uscito di galera con una licenza per malattia e ha scelto la via dell’esilio a Miami dove lavora al periodico Cubanet. Le liriche sono state ottenute grazie a William Navarrete, poeta cubano in esilio a Parigi e Presidente dell’Associazione per la Terza Repubblica Cubana.

La speranza è che il libro faccia aprire gli occhi a molte persone che dovrebbero occuparsi della tutela dei diritti umani. Siamo consapevoli che esistono situazioni più gravi di Cuba, ma anche la mancanza di libertà nell’isola caraibica non deve passare sotto silenzio. Leggiamo alcune poesie tratte dalla raccolta nella traduzione di Elisa Montanelli. Il libro può essere ordinato a: Edizioni Il Foglio – via Boccioni 28 – 57025 Piombino (LI) - Tel. 056545098 – E-mail: ilfoglio@infol.it, al prezzo di euro 10 compreso spese postali.

Gordiano Lupi



OMAR MOISÉS RUIZ HERNÁNDEZ


Quando torni, papà?


Quando torni, papà?

chiede il bambino a suo padre

che all’altro capo del filo

non sa cosa rispondere.

Ancora non posso tesoro

bisogna aspettare un po’

ma il cuore mi dice

che forse sarà molto presto.


Quando torni, papà?

non è una domanda qualunque

per un padre che fra le sbarre

sente suo figlio lontano

senza poter spiegare al piccolo

la ragione della sua prigionia.


No, non puoi capire, figlio mio

perchè il tuo papà non è a casa

ma un giorno lo saprai

e allora capirai

che il tuo papà non è a casa

per aver difeso il diritto

di esprimersi in libertà.


Presto, verrà molto presto

l’ora in cui tornerò felice al tuo fianco

e con un forte abbraccio

in una Cuba diversa

ti dirò: eccomi figlio mio

perchè nessuno mai più ci separi

e tu non debba più chiedermi

Quando torni, papà?



JORGE OLIVERA CASTILLO


Lesioni gravi


Ancora aperte, le ferite sono labbra

dalle quali sgorga il monologo che il

potere non vuole sentire.


Ecco l’emorragia di verbo e sangue

volendo emulare il Mar Caspio.


Chi ha una foglia di fico per il mio

calendario infreddolito?


Quando si chiuderanno questi solchi

sulla mia pelle?


Furono poliziotti e pubblici ministeri,

giudici e avvocati,

a seminare sofferenze onorifiche.


Alcuni come stelle del bestiario,

altri in qualità di artigiani.


Certo è che da quel giorno

queste ferite di voce immacolata

non fanno che gridare nel fitto

della giungla.



RICARDO GONZÁLEZ ALFONSO


Giudizio finale


In questo limbo terrestre

fra la sentenza e l’esecuzione

l’omicida leggeva

dalla Genesi

all’Apocalisse.


Scopriva un’altra versione

della morte

della vita

dell’amore.


Dicono

che andò al patibolo

intonando un Salmo:

«Il Signore è il mio pastore

nulla mi manca;

in pascoli verdeggianti

mi fa riposare.

Ad acque di ristoro

mi conduce

e ricrea l’anima mia».


Dicono

che continuò a cantare

mentre udiva:

con proiettili da guerra

caricate

puntate

fuoco!


E dicono

che ancora si sentono

i suoi canti

a Dio.



LUIS MARIO MAYO HERNÁNDEZ


Olio dell’amore nudo


Una donna si impossessa delle mie mani,

sbarca urgente sulla mia statura,

si infiltra nei miei spazi come l’acqua,

usa i miei sogni senza il permesso,

per modellare gli angoli del suo corpo.


Una donna mi frantuma sul fianco la sua parola

e la nostalgia va in mille pezzi,

la sua tattica è una freccia

un bacio di luce

un fumo

un non so che.


Esige la mia risata come vulcano del suo pianeta

il mio azzurro per scacciare verità.

Questa donna è arrivata stanotte,

senza pensarci si è scagliata contro la mia finestra,

aveva un canto d’amore nello sguardo triste,

una pioggia,

un colibrì,

un papavero per acchiappare sonetti.

Alla deriva mi è penetrata nella pelle e mi ha infuocato le ossa,

ha messo la musica nelle mie strade,

luce nelle lanterne dei miei versi.

Ha benedetto il sole,

la primavera nello specchio,

il volto del silenzio sui muri.


Questa donna,

questa donna è arrivata stanotte,

esattamente stanotte e per sempre.



Le poesie sono tratte da: Versi dietro le sbarre. Antologia di poesia dissidente cubana – a cura di William Navarrete – Testo spagnolo a fronte – traduzione di Elisa Montanelli, Edizioni Il Foglio, 2006, € 10,00



Foto allegate

A Miami si parla già del nuovo libro -
La copertina del libro in corso di stampa
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