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Daniele Dell’Agnola. Raffaella Castagnola, di Operanuova Editrice, pubblica Pier Carlo Apolinari
21 Febbraio 2011
 

Pier Carlo Apolinari, con occhio denunciatore e bisognoso di forma, esce con un volume di poesie dal titolo Preludi e fughe senza indicazioni di tempo, edito da Operanuova [www.operanuova.com]. Si tratta di una raccolta di sonetti organizzati in una struttura a riferimento musicale: abbiamo “Preludi e Fughe” e ogni coppia è dedicata ad una nota musicale. La prima parte è dedicata al Maggiore, l’altra alle tonalità minori, più vicine ai temi della morte. Vien da pensare al Clavicembalo ben temperato, anche se Pier Carlo Apolinari, in realtà, ha fatto riferimento ad un testo di Paolo Diacono, ripreso mille anni fa dal musicologo Guido D’Arezzo, per definire le note musicali: Do, Re, Mi, Fa, Sol, La, Si (che deriva dalle iniziali di Sancti Iohannes) e Ut (Do).

Dentro la forma musicale, espressione universale dell’ebbrezza e della depressione umana, aldilà del tempo, l’io poetico si fa spazio chiedendo aiuto di fronte al crollo e alla solitudine («Mi si dà una mano se cado? Mi / si aiuta? Mi si sorregge? Mi si / considera o mi si / lascia cadere carponi tra i vermi?»), sollevando i temi dell’amore e del desiderio, della vita che si scioglie come neve, della morte e del ricordo, ponendosi la questione del senso dello scrivere, con l’originaria metafora dell’aratro («Scrive una penna quello che ha da dire» nel “preludio” in Sol, diviene «Solca l’aratro la terra per semi» nella “fuga”). Infine, nel sonetto dedicato alla nota musicale “Ut” inizia giocando sul significato di “utopia”: più la vita va avanti, più l’esperienza del quotidiano prosegue, più preme l’importanza del ricordo. E quindi c’è l’utopia di rivedere la persona persa.

Forse Apolinari scrive per rispondere ad un’esigenza di purificazione e di ordine (metrico, ritmico). Ordine necessario, in un mondo caotico: «Re, regine, fanti , di picche o cuori, / Strana gente con i quadri o coi fiori, / Tutti a darsi l’aria di gran signori / In un mondo in cui pullulan dolori». Certamente il senso della scrittura, per Apolinari, si annida nel dubbio: il dubbio ci fa scrivere e scrivere significa interrogarsi. Le certezze sono inesorabilmente spezzate, così come leggiamo negli ultimi versi della raccolta: «Le tue certezze saranno spezzate / allora, come sincopi di un canto».

Il libro è pubblicato da Operanuova che è una rivista, ma anche un laboratorio di ricerca e di creatività, un luogo di incontro, di scambi culturali, di proposte creative. Attraverso questa iniziativa, Raffaella Castagnola, Luca Cignetti e lo staff scientifico, propongono di sostenere e promuovere la diffusione della letteratura e della cultura della Svizzera italiana e in generale della letteratura e della cultura in lingua italiana, in ogni sua forma ed espressione. Chiedo a Raffaella Castagnola se questa iniziativa copre effettivamente un vuoto, nel nostro territorio.

«Sul nostro territorio vi sono diverse riviste storiche, che ospitano soprattutto saggi e qualche testo inedito. Noi abbiamo voluto dare un’impronta nuova, ospitando opere di autori che stanno lavorando a progetti ampi. Pubblichiamo testi in prosa e in poesia, che sono però capitoli di romanzi o sezioni di libri poetici. Ma ci sono altre caratteristiche che ci distinguono: la presenza di un vero comitato scientifico operativo, che discute sulla qualità dei testi giunti in redazione; la presenza di due lettori anonimi, che valutano in modo indipendente la produzione letteraria; l’introduzione dell’opera letteraria da parte di un critico affermato, che presenta soprattutto le voci nuove. In questo modo possiamo selezionare gli autori migliori e metterli a confronto fra di loro. Possiamo dare visibilità agli autori locali, mettendoli in una sana dialettica con gli autori contemporanei italiani. Anche per la sezione delle traduzioni abbiamo scelto una linea ben precisa: quella di pubblicare solo traduzioni d’autore, ossia autori che traducono altri autori a loro affini. Siamo dunque liberi dalle necessità dell’editoria commerciale. Altra caratteristica: la rivalutazione della letteratura per l’infanzia, attraverso la collaborazione con “Ariadifiaba”, che promuove un premio letterario ma che coinvolge anche le scuole del nostro territorio».

Come valutate la qualità dei testi? Quali autori avete nel vostro catalogo?

Ci sono giovani emergenti degni di nota?

«Valutare i testi non è facile, soprattutto perché ne giungono molti, da quando abbiamo aperto il nostro sito. Valutiamo con molta attenzione soprattutto le voci nuove, selezionandole con cura e attraverso il giudizio di più persone. Il lavoro non è facile, ma ci sono sorprese particolarmente interessanti. L’esempio di Pier Carlo Apolinari mi pare significativo: è un neometricista raffinato. Recupera la forma del sonetto e l’uso dell’endecasillabo non in senso nostalgico, ma con una modernità sorprendenti. Sulla rivista ospitiamo sezioni di libri. Quando poi crediamo nel lavoro di un autore e nella sua opera, abbiamo anche realizzato dei libri. Per ora ne sono usciti tre, uno di Federico Hindermann, autore fra i più interessanti nel panorama della scrittura letteraria svizzera in lingua italiana, l’altro di Prisca Agustoni, giovane autrice ma già affermata, e quello di Pier Carlo Apolinari, che sicuramente farà ancora sentire la sua preziosa voce».

 

Daniele Dell’Agnola


 
 
 
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