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Enrico Marco Cipollini. Malebranche tra razionalismo e misticismo
15 Novembre 2014
 

Si è soliti, almeno nei manuali scolastici, soffermarsi poco sulla figura e sulla personalità di Malebranche.

Se è vero, in parte, che il filosofo francese non riesce a costruire un sistema grandioso e ad evitare il misticismo, è altrettanto indubbio che il suo rigoroso approfondimento del “cartesianesimo”, del suo razionalismo, portò un indiscutibile contributo alla lotta contro ogni sclerotizzazione del pensiero dogmatico, e indirettamente influenzò, con l’approfondimento di certe tematiche razionali, il campo prettamente scientifico.

Nicolas Malebranche nasce a Parigi nel 1638 e all’età di ventidue anni entra nella Congregazione dei Padri dell’Oratorio, istituzione fondata da Pierre de Bérulle, amico e sostenitore di Descartes.

E a Descartes, Malebranche lo ammetterà lui stesso, sarà immensamente debitore. La sua vita non fu avventurosa, tutt’altro! Se si pensa che vive immerso negli studi di filosofia, matematica, teologia e delle scienze naturali. Malgrado ciò, avrà modo di conoscere illustri personalità. La morte lo coglie nel 1715 nella sua cella dell’Oratorio di Saint-Honoré (Parigi).

Se è incontestabile che Pierre de Bérulle era un convinto sostenitore della dottrina cartesiana, è verissimo che gli Oratoriani erano informati al pensiero dei classici cristiani e in particolare di Agostino d'Ippona.

In effetti Malebranche è un esaltatore del razionalismo ma la sola ratio è insufficiente. L’uomo è grande in quanto possiede la ragione ma con la sola forza dell’intelletto non riesce ad avere una visione universale del Tutto. Solo tramite un afflato mistico, uno slancio di fede verso Dio, l’uomo riesce a pacificarsi con se stesso e ad illuminare il suo intelletto ed infatti la sua conclusione sarà che noi vediamo ogni cosa in Dio. Ma la conclusione mistica testé accennata, non esclude che il pensatore francese compia un’indagine acuta sullo scibile umano.

Questa indagine viene condotta nel suo capolavoro La recherche de la Verité (1674), poi ampliata successivamente, la qual opera gli procurerà vasta popolarità. Malebranche, con un metodo che non si discosta da quello cartesiano, affronta come la mente possa liberarsi dagli errori sensoriali e da quelli insiti nel nostro pensiero. Ricorre per le sue dimostrazioni a prove scientifiche e poi speculative, concludendo che tra pensiero e materia, come voleva invece Descartes, non c’è alcun legame, che solo Dio è la vera causa di Tutto, sia del movimento che del pensiero. La materia è ridotta a pensiero.

Afferma Malebranche che non esiste nessun nesso necessario tra il volere (res cogitans) di muovere il braccio e il movimento del braccio (res extensa).

Allora perché si muove quando noi lo vogliamo?

E il mistico razionalista francese risponde che noi siamo la causa naturale del suo muoversi ma è altrettanto vero che (secondo il suo pensiero) le cause naturali non sono vere, non sono che cause occasionali.

Descartes aveva chiamato in causa Dio per fornire certezza alla Natura, una certezza metafisica che presupponeva una verità obiettiva e razionale.

Invece per Malebranche la materia, o res extensa, diventa una pura idea che vive nel pensiero divino. Qui verrebbe da esclamare, mutatis mutandis, con Berkeley,* «Esse est percipi».

Il dualismo cartesiano tra materia e pensiero non può sussistere poiché con Malebranche la materia, in nuce, esiste nel pensiero.

Come è possibile la scienza fisica? Esiste il sasso che noi tocchiamo, il mondo esterno? Alla prima obiezione Malebranche risponderebbe che l’estensione reale è sostituita dall’idea di estensione e l’Idea non ha bisogno di alcun concorso esterno per esistere e per essere intelligibile. Quindi la scienza razionale della Natura sarebbe in ogni modo possibile.

Alla seconda obiezione, il Francese si rifarebbe al Descartes: Dio è veridicità, non ci può ingannare ovvero il mondo esterno, la materia esiste. Inoltre, da non dimenticarsi, che la sua opera fu di trovare nella Natura un ordine insito, d'interiorizzare in tal modo le leggi che sottostanno ai fenomeni naturali di ordine scientifico.

 

Enrico Marco Cipollini

 

 

* Filosofo empirista inglese che giunse allo spiritualismo: tutto esiste in quanto percepito (da Dio).


 
 
 
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