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Alberto Figliolia. Il mito di Venezia
Ippolito Caffi, Venezia Palazzo Ducale, 1858 - olio su tela, 55 x 91 cm
Ippolito Caffi, Venezia Palazzo Ducale, 1858 - olio su tela, 55 x 91 cm 
05 Dicembre 2021
 

Venezia è un unicum mondiale: città che sorge dalle acque, sulle acque, storia millenaria e più (data tradizionale di fondazione è il 25 marzo 421). Una fantasia di pietra e marmo magicamente sospesa nella/sulla fascinosa laguna, e carne e spirito di generazioni che ne hanno costruito la leggenda. Un’atmosfera che cattura per sempre. Marinai e poeti, commediografi e cortigiane, commercianti e popolani, artisti... come Francesco Hayez, la cui opera storica, con il monumentale Prete Orlando da Parma inviato di Arrigo IV di Germania e difeso da Gregorio VII contro il giusto sdegno del sinodo romano (1857, olio su tela, 225 x 322 cm), introduce la bella e grande mostra “Il mito di Venezia, da Hayez alla Biennale” in corso al Castello di Novara (luogo che un tempo fu anche carcere) e visitabile sino al 13 marzo 2022.

Una sfilata di opere esemplari, talora ben designabili come capolavori, che copre un ampio arco di tempo, dal quarto decennio del XIX secolo sino al primi del Novecento quando ormai la gloria di Venezia, già Regina dei Mari, almeno come repubblica indipendente era ormai declinata, ma più che mai viva negli occhi e nell’immaginario dei contemporanei. Di ogni contemporaneo, diremmo, in quanto il fulgore delle sue vicende e uomini e dimore patrizie e sacri edifici ha attraversato i secoli per giungere intatto sino a noi, pur con una patina di malinconia.

L’excursus dell’esposizione – settanta opere – copre ogni aspetto della venezianità: dallo storico, come si è detto, al mitologico e all’epico sino al ritratto collettivo della città, al popolo che ne occupa calli e campi, solcandone gli infiniti canali, fra ricami di case senza pari, nei cangianti riflessi lagunari. Otto sono le sale, dedicate, rispettivamente, alla pittura storica, al paesaggio, a Guglielmo Ciardi (ben dodici opere), alla vita quotidiana, agli affetti e alla famiglia, al mondo del lavoro, agli idilli amorosi, a Luigi Nono, al momento del rinnovamento, anche in chiave simbolista, verso fine Ottocento-inizio Novecento.

È uno specchio oltremodo variegato, che ci consente di trascorrere da Antonio Zona, con la sua Scena in laguna (olio su tela, 1862-65 circa, 119 x 162 cm), una pittura di tema patriottico, che coglie appieno le istanze risorgimentali, ai ritratti di Marino Pompeo Molmenti, che raffigurano l’affermazione di una borghesia colta e raffinata, dalle vedute di Ippolito Caffi agli effetti luminosi di Giuseppe Canella in Plenilunio in laguna (olio su tela, 1837, 58 x 72 cm), dalla vivacità de La Piazza di San Marco a Venezia (olio su tela, 1852, 116 x 158 cm) di Carlo Ferrari all’imponente sfilata dei lavori di Guglielmo Ciardi: Canale della Giudecca (olio su tela, 1867, 60 x 94 cm), Un pascolo sul Sile (olio su tela, 1870 circa, 62,5 x 83,5 cm), Mercato a Badoere (olio su tela, 1873 circa, 67 x 100 cm), Estate (olio su tela, 1872 circa, 46 x 90 cm), Mulino sul Sile (olio su tela, 1877-1878 circa, 73 x 147 cm), Laguna veneta (olio su tela, 1875 circa, 44,8 x 74,5 cm), Veduta della laguna veneziana (olio su tela, 1880 circa, 63 x 103 cm), Mattino a Venezia (olio su tela, 1881, 71 x 97 cm), Sole d’autunno (o Sul Sile, olio su tela, 1891, 97 x 178 cm), Quiete in laguna (olio su cartone, 1875 circa, 44 x 59 cm). Ciardi racconto con i suoi colori e luci la laguna, ma anche la terraferma. In lui il paesaggio è l’autentico primattore. Secondo una felice definizione critica, Ciardi è “pittore che non solo vede bene, e rende bene plasticamente gli effetti delle cose, ma ne osserva e ne studia con cura e con amore il sentimento, l’idea”.

Magnifica anche la galleria di Giacomo Favretto: Coco mio (olio su tela, 1883 circa, 61 x 29 cm), Il bagno (olio su tela, 1884 circa, 30 x 48 cm), La mietitura del riso nel Veronese (olio su tela, 1876 circa, 42,5 x 66,5 cm), Il mercato di Campo San Polo a Venezia in giorno di sabato (olio su tela, 1883 circa, 130 x 207 cm), Venditrice di uccelli (olio su tela, 1881 circa, 95 x 61,2 cm), La partenza degli sposi ( o Dopo un rinfresco a Venezia, olio su tela, 1882 circa, 95 x 61 cm), La moglie di un pittore ingelosita (1873 circa), Ingresso d’una casa patrizia in Venezia (olio su tavola, 1874 circa, 41 x 28 cm). Il Favretto spazia narrando la minuta vita della gente, l’intimità domestica, anche scene di genere o molto animate, con una punta di empatica ironia, con partecipazione umana e sfumature psicologiche acute.

Di Luigi Nono viene riaffermata l’importanza: Il mattino della domenica (olio su tela, 1893 circa, 100 x 60 cm), Verso sera presso Polcenigo (o Friuli, olio su tela, 1873, 58 x 97 cm), Idillio (olio su tela, 1884, 112 x 76 cm), Refugium peccatorum (olio su tela, 1883, 116 x 188 cm; olio su tela, 1881, 72 x 112 cm, opere chioggiotte), Le due madri (olio su tela, 1886, 136 x 70 cm). Enorme successo riscossero le varie versioni di Refugium peccatorum, ora finalmente riproposte a Novara con una sorta di focus

Deliziosi i dpinti di Angelo Dall’Oca Bianca: Passeggiata sul Ponte Nuovo (olio su tela, 1893 circa, 72 x 91 cm; di ambientazione veronese) e Fogo al camin (olio su tela, 1882 circa, 58 x 125 cm). E assolutamente coinvolgenti e avvolgenti con l’istante fissato o, viceversa, il supremo dinamismo gli oli di Ettore Tito (“il pittore del movimento; il pittore del vento, dell’aria”): Lavandaie sul Garda (olio su tela, 1888, 105 x 150 cm), Raggi di sole (olio su tavola, 1892, 54 x 81 cm), Scena di vita veneziana (o La fa la modela, olio su tela, 1884, 95 x 67 cm), Luglio (olio su tela, 1894, 97 x 155 cm), Biancheria al vento (olio su tela, 1901, 145 x 94 cm).

Molto interessante anche la panoramica sul mondo del lavoro: “... gusto per una diretta e immediata presa sul reale, la restituzione di una atmosfera, di una quotidianità che vive nelle botteghe lagunari coi loro muri veci e negli antichi mestieri talvolta guardati con un senso sottile di nostalgia […] Quello delle botteghe veneziane è il mondo favrettiano per eccellenza: è lì che vanno in scena i gustosi aneddoti di sapore genuinamente goldoniano che danno il destro per l’esibizione di una pittura ricca fatta di intensi cromatismi, di forti contrappunti luministici e che acquista di forza proprio nelle strade, negli spazi aperti delle botteghe, tra le variopinte mercanzie esposte e i tipi e i caratteri che popolano le calli”. Divertentissima pure la serie delle Galanterie, vale a dire scene di corteggiamento.

Una mostra, che è una visione; un’esposizione decisamente esaustiva e godibile, con contenuti che sanno resuscitare presenze, idee e sentimenti, che siano di persone o attività, di architetture o ambienti naturali, da quella quinta da sogno – un sogno quanto mai concreto – che Venezia è stata, è e, ci auguriamo, sempre sarà.

 

Alberto Figliolia

 

 

IL MITO DI VENEZIA, da Hayez alla Biennale, mostra promossa e prodotta da Comune di Novara, Fondazione Castello Visconteo Sforzesco di Novara, METS Percorsi d’Arte. A cura di Elisabetta Chiodini. Castello Visconteo Sforzesco di Novara. Fino al 13 marzo 2022.

Orari: mar-dom 10-19 (la biglietteria chiude alle 18). Aperture straordinarie: mer 8 e dom 26 dic; sab 1 e gio 6 genn. Chiuso ven 24, sab 25 e ven 31 dic.

Info: tel. 0321394059; e-mail info@turismonovara.it; sito Internet www.metsarte.com.

Catalogo METS Percorsi d’Arte.


Foto allegate

Francesco Hayez, Valenzia Gradenigo davanti agli Inquisitori, 1843-1845 - olio su tela, 105 x 140 cm
Guglielmo Ciardi, Mercato a Badoere, 1873 circa - olio su tela, 67 x 100 cm
Pietro Fragiacomo, Alle Zattere, 1888 circa - olio su tela, 54 x 87 cm
Giuseppe Canella, Venezia, Riva degli Schiavoni, 1834 - olio su tela, 63 x 53 cm
Luigi Nono, La signorina Pegolo, 1881 - olio su tavola, 40 x 21 cm
Francesco Hayez, Venere che scherza con due colombe, 1830 - olio su tela, 183 x 137 cm
Ettore Tito, Lavandaie sul Garda,1888 - olio su tela, 105 x 150 cm
Giacomo Favretto, Il bagno, 1884 - olio su tela, 30 x 48 cm
Luigi Nono, Idillio, 1884 - olio su tela, 112 x 76 cm
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