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Una biografia per Giampiero Neri di Pietro Berra
12 Gennaio 2006
 

Il libro che Pietro Berra, giornalista del quotidiano La Provincia, dedica a Neri, intende presentarsi come una biografia del poeta, biografia corredata da quindici foto, oltre a quella posta in copertina, e da quattro composizioni inedite appartenenti alla raccolta Piano d’erba. Di fronte a questo grazioso libro dalla copertina rossa, tinta non certo estranea alla storia del poeta, i lettori potrebbero domandarsi, perché scrivere una biografia, dal momento che Neri, pur anziano – ma in ottima forma – è attivissimo e ritiene di non aver affatto concluso la propria esperienza poetica? La domanda non sarebbe oziosa, visto che le biografie si dedicano di solito ad autori scomparsi e la cui storia appaia inequivocabilmente chiusa. A questa ipotetica domanda, potremmo rispondere che il libro a tenore biografico pubblicato nella Collana Curriculum vitae a cura dell’editore Roberto Crimeni, si presenta sì come una memoria concernente la vita e l’opera dell’Autore, ma non in modo chiuso, come dimostra la coda degli inediti, appartenenti a un lavoro in via di sviluppo, e il fatto che nel suo percorso Berra appare in costante dialogo con il poeta, la cui presenza è segnalata proprio all’inizio del primo capitolo dalla frase «Prima di tutto la storia ci insegna che la storia si ripete. La natura insegna allo stesso modo», come se il discorso fosse dunque già iniziato. Definirei allora questo libro un mezzo, certo prezioso, di parlare al poeta, intrattenendo con lui un dialogo aperto, e non quindi solo del poeta, senza perdere le occasioni di interrogarlo sui diversi periodi della sua vita in rapporto alla nascita e allo sviluppo del suo lavoro.

L’opera, che appare divisa in dodici capitoli, con l’aggiunta, dicevamo, della sezione dedicata agli inediti e di un essenziale corredo bibliografico, apre e sviluppa questi periodi (da “Primi maestri: i genitori e la natura” a Storia di uno pseudonimo”) offrendo al lettore una miriade di notizie su diversi fronti: la famiglia; il grande interesse per la natura e le scienze naturali; l’impiego in banca; il tardivo esordio come poeta; gli intensi e a tratti difficili rapporti con il fratello scrittore; la lezione dell’architetto Terragni e del professor Fumagalli (un amico che il poeta andava a trovare in un caffè di Inverigo); il tormentato legame con la città di Erba; l’impulso che lo ha spinto a occuparsi del “nemico” Fenoglio, ma anche di Ezra Pound e di Campana… senza dimenticare l’amore per il cinema e per l’Inter. Dunque, come si può vedere dal mio succinto elenco, in questo piccolo, ma nutritissimo libro, con molto garbo e pazienza Pietro Berra ha voluto affrontare e ampliare mille questioni di cui il lettore immagino gli debba essere grato, e ciò non tanto per ricostruire la vita del nostro poeta erbese, quanto allo scopo di alimentare specie presso i giovani autori l’interesse per la poesia in cui crede. Comunque stiano le cose, nel capitolo “Un maestro per i giovani poeti”, Neri è presente nelle vesti di fondatore e promotore della nuova rivista Il monte analogo, il cui assunto sta proprio nel rendere visibile la poesia dei giovani ancora senza un credito consolidato, e specialmente di quelli che, pur validi, non trovano o hanno trovato solo esigui sbocchi nell’editoria. Riprendendo le mie iniziali osservazioni, potrei allora aggiungere, che a mio parere con la sua biografia Berra non ottenga tanto lo scopo di mettere effettivamente in luce la vita di un uomo incline al mimetisto e a quella forma di reticenza che considero anche un’opportuna difesa nei riguardi dei detective alla George D. Painter, il celebre biografo di Proust, quanto quello di sfatare l’idea che per fare i poeti occorra “essere” poeti o fare una vita da poeti: idea certo appoggiata dal biografo, laddove ascolta il Nostro citare i nomi di Kafka, Eliot, Wallace Stevens, Solmi… tutti impiegati in banche o in compagnie di assicurazione.

Sotto questo profilo, il suo libro è l’opera di un biografo più che altro propenso a testimoniare la vitalità delle relazioni “entusiaste” che si formano, si sono formate e si formeranno sia fra i giovani autori e il poeta, sia fra gli studiosi e la sua opera, tanto in Italia quanto all’estero. L’ottavo capitolo del libro si intitola, infatti, “La conquista dell’America”, riferendosi agli studi che Victoria Surliuga (attualmente docente presso la Texas Tech University, negli USA) ha dedicato e tutt’ora dedica alla poesia neriana. Egli, in quel capitolo, mette dunque molto giustamente in rilievo i meriti della Surliuga, autrice della monografia Uno sguardo sulla realtà – La poesia di Giampiero Neri (Novi Ligure, Edizioni Jocker, 2005). Ebbi anch’io l’occasione, e per la prima volta in Italia, di preparare un volume collettaneo di saggi attorno alla poesia di Neri (Memoria, mimetismo e informazione in Teatro naturale di Giampiero Neri, Milano, Edizioni Otto/Novecento, 1999), volume che Berra ha generosamente citato assieme al mio Pranzi a Pusiano con Giampiero Neri.

Il sottotitolo del libro, “Il poeta architettonico”, Pietro Berra lo ha preso a ragion veduta dal critico Massimo Raffaeli, senza scordare l’osservazione del poeta Fabio Pusterla (contenuta nel già citato Memoria, mimetismo e informazione…), il quale scrisse: «Come nell’architettura del Terragni, la simmetria di Neri non chiude il discorso nella perfezione rarefatta di un ordine; lo apre, invece, a una stupefazione, a un enigma forse insondabile». Insondabilità davvero ben presente nell’opera di un autore che non predilige la cosa in sé compiuta, ma il non finito, aspetto senz’altro riscontrabile nei quattro inediti intelligentemente inseriti in fondo al libro: una testimonianza, se ce ne fosse davvero bisogno, che il cammino e lo sviluppo della poesia di Neri continuano.

 

Silvio Aman

 

Pietro Berra, Giampiero Neri: Il poeta architettonico.

Olgiate Comasco (Co), DIALOGOlibri, 2005, Euro 10.

E-mail: dialogo.crimeni@tiscali.it

 


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