Venerdì , 19 Aprile 2024
VIGNETTA della SETTIMANA
Esercente l'attività editoriale
Realizzazione ed housing
BLOG
MACROLIBRARSI.IT
RICERCA
SU TUTTO IL SITO
TellusFolio > Critica della cultura > Lo scaffale di Tellus
 
Share on Facebook Share on Twitter Share on Linkedin Delicious
Marisa Cecchetti. “Graffio” di Tessa Rosenfeld
12 Marzo 2022
 

Tessa Rosenfeld

Graffio

Linea Edizioni, 2021, pp. 322, € 15,00

 

Un’altalena tra Roma e il Salento, un andare dall’oggi al passato, in questo romanzo di Tessa Rosenfeld dal ritmo serrato, nervoso, come la sua protagonista Nikla Poggiardo, figlia di Sofia Stucchi Floryanni, di nobile casato, “una delle ragazze da marito più ambite di Lecce”. E di Aldo Poggiardo, non di antico casato ma gentile e capace di sopportare le stranezze della moglie: “Tuo padre aveva sempre il controllo della situazione. Niente riusciva a scalfirlo, nemmeno le mie bizze”.

Un rapporto impossibile, quello con la madre, distaccata, interessata alla forma: “Aldo, smetti di insegnare alla bambina a fare la pagliaccia! Esercita più compostezza, te ne prego; che figura fate col personale?” Sofia Stucchi Floryanni è murata nel suo dolore per la perdita di un figlio maschio a pochi mesi dalla nascita, ed è incapace di mostrare affetto alla bambina. Si incontra soltanto con donne di nobile casato.

Divenuta autonoma col suo lavoro in una agenzia immobiliare, Nikla sette anni prima ha incontrato a Roma Cesare De Nistris, maturo notaio con due matrimoni alle spalle, con uno stuolo di nipoti a cui dedica tempo e attenzioni. Che ha “un’irruenza primitiva da vichingo”.

È una attrazione immediata, fortissima, un rapporto fisico eccitante che dapprima la rende euforica: “Ogni volta che facevano l’amore la costringeva a gareggiare con le sue ex in testa. Tuttavia gli passava anche questa, tale la sua ingordigia per le gesta consumate nell’armadio, oppure sotto il tavolo da pranzo al primo piano, o a buon bisogno anche nello sgabuzzino delle scope, stretto e asfittico e, appunto per questo, luogo di contorsioni ancora più ardimentose”.

Nikla deve tollerare col sorriso anche gli incontri con le sue ex - famiglie al completo - sentendosi piccola e giudicata, una che non conta nella vita di lui. Accetta la relazione fino ad un episodio intollerabile, quando si sveglia finalmente dalla illusione di coppia affiatata, ed ha la percezione di sé come oggetto di piacere sporcato, usato, umiliato.

Nikla ora combatte con il cibo, si riempie e poi si svuota sul water, raggiungere il giusto peso diventa una ossessione. Lei non sopporta i bambini, non vuole figli, senza dubbio la sua infanzia e il rapporto con donna Sofia ne hanno la responsabilità.

Fondamentalmente sola, gelidi gli incontri con la madre, in attesa della ristrutturazione di una casa avuta in eredità, vive in affitto nel palazzo di un avvocato. Una vita inquieta, senza regole.

Ci sono figure scolpite a tutto tondo intorno a lei, come la domestica dell’avvocato, Anta, attenta e ficcanaso, rozza e di maniere spicce, che la va a prelevare alla stazione: “Si materializzò in canotta, pantaloni a pinocchietto e capelli oleosi tenuti a bada da un orrorifico fermaglio a forma di Ape Maia. “Movete!” borbottò sfilandole con rudezza la valigia di mano. “Ca ho lassatu la macchina dell’Avvocatu mensu la via!” E appena ne intuisce la storia ridacchia:“Ta cacata susu eh!”

Ha un’amica, Gabri, avvocato che difende i suoi diritti contro il De Nistris, tutta presa dal desiderio di diventare una scrittrice, ed uno zio dalla cui cupidigia Nikla deve difendersi.

Rocambolesca la sua vita, spiccata la sua femminilità ed il suo desiderio di ammirazione, rovinosi gli incontri, soprattutto quando dà fiducia ad un uomo sbagliato, ancora una volta. È una donna che non sa sottrarsi alla rovina, che non riconosce il limite oltre cui c’è pericolo, che non sa badare a sé. Che spingerebbe il lettore a dirle bada a quel che fai, sta’ attenta. E a farla ragionare su quel che è giusto o sbagliato.

Nessuna esistenza deve essere sprecata, sembra dire Tessa Rosenfeld - che vive nel Salento, nata a Santa Monica da padre americano e madre italo russa- e ci pensa il destino ad andare incontro a Nikla, anche contro la sua volontà, anche contro le sue convinzioni. Ed a trasformare un errore in una possibilità di riscatto, con la possibilità anche per lei di essere felice, consapevole di sé, senza brutti ricordi, accuse, rabbia: “La felicità non era più un enigma, il graffiare e il graffio non facevano più parte di lei”.

Romanzo dove non manca una diffusa vis comica, in cui è di notevole effetto lo scivolare continuo dall’italiano al dialetto, musicale ma duro, graffiante anche quello: “Ci faci ddai mpalatu?”. Ma non è Nikla che sta lì ferma impalata.

 

Marisa Cecchetti


 
 
 
Commenti
Lascia un commentoNessun commento da leggere
 
Indietro      Home Page
STRUMENTI
Versione stampabile
Gli articoli più letti
Invia questo articolo
INTERVENTI dei LETTORI
Un'area interamente dedicata agli interventi dei lettori
SONDAGGIO
TURCHIA NELL'UNIONE EUROPEA?

 72.9%
NO
 27.1%

  vota
  presentazione
  altri sondaggi
RICERCA nel SITO



Agende e Calendari

Archeologia e Storia

Attualità e temi sociali

Bambini e adolescenti

Bioarchitettura

CD / Musica

Cospirazionismo e misteri

Cucina e alimentazione

Discipline orientali

Esoterismo

Fate, Gnomi, Elfi, Folletti

I nostri Amici Animali

Letture

Maestri spirituali

Massaggi e Trattamenti

Migliorare se stessi

Paranormale

Patologie & Malattie

PNL

Psicologia

Religione

Rimedi Naturali

Scienza

Sessualità

Spiritualità

UFO

Vacanze Alternative

TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
Sede legale: Via Fontana, 11 - 23017 MORBEGNO - Tel. +39 0342 610861 - C.F./P.IVA 01022920142 - REA SO-77208 privacy policy