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Annagloria Del Piano. Bagliori: Vincenzo Costantino Chinaski
Vincenzo Costantino Chinaski
Vincenzo Costantino Chinaski 
10 Febbraio 2010
 

 

Chissà se la poesia si può incontrare un po' ovunque. Se basta volerla scorgere.

C'è chi pensa sia arte nobilissima e rara. Chi la ricerca solo nelle apposite raccolte, e di autori noti e riconosciuti. Chi la considera ormai spenta, come una lingua morta, caduta in disuso e ne può fare tranquillamente a meno. C'è chi la ritrova esclusivamente nel passato, nei grandi che mai più torneranno.

E poi, invece, ci sono i sostenitori della poesia ad ogni costo, basta che sgorghi dalla linfa delle emozioni più vere, i difensori dello status di poeta-cantautore (Una per tutti la Pivano, che ne considerava De Andrè il maggior esponente. E lui stesso si schermiva da questa definizione...).

La poesia per qualcuno, poi, si può incontrare in certa narrativa che parla con voce di poeta. Ma anche in un'azione, ma anche in uno sguardo.

Diceva Grytzko Mascioni, poeta retico come amava definirsi, che «la poesia è quel di più dell'umano che sconfina nella chiarìa del divino».

Forse è una sorta di chiave d'accesso a se stessi, o una parola d'ordine per spiegarsi la vita. E chi la frequenta impara un codice diverso di espressione, e sa di poterla considerare porto sicuro, consigliera, o semplicemente l'ascolta, e se ne gode la coccola.

Questo pomeriggio io ne ho incontrato i bagliori attraverso i versi di Vincenzo Costantino Chinaski, poeta milanese.*

E ve la propongo. Ha per titolo


LE CENTO CITTÀ


Ognuno ha le sue prigioni

Ognuno ci convive

Ma quando le pareti cominciano a restringersi

quando lo specchio comincia a darti del tu

quando i marciapiedi ti provocano

e la strada sembra il tuo tappeto rosso

metti insieme il tuo bagaglio

riempilo di ricordi, di speranze, di emozioni, di musiche e liti,

di illusioni d'epoca

trovati un amico e comincia la condivisione

Vai a caso

Lascia le lacrime sul cuscino

incontrati con la vita

scontrati con il dolore

Ruba l'amore

non avere una meta, ma cento

prova a ritornare perché è il ritorno che dà senso al viaggio

gira intorno al mondo, non girare con lui

Affrancati da te stesso e dall'attesa

Per amar la vita bisogna tradire le aspettative

Guardati intorno

e guardati da chi si professa libero

Il sapore della libertà è la paura

Solo chi ha paura della libertà ha il coraggio di inseguirla.

 

Annagloria Del Piano

 

 

* Classe 1964, interprete e narratore, amico e collaboratore di Vinicio Capossela.


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