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Maurizio Benazzi. Quella teologa ribelle... 
Su di una recente conferenza di Katharina Kindler a Brusio
28 Maggio 2011
 

La pastora Katharina (a sinistra nella locandina della sua conferenza a Brusio) è stata una vittima di quella mostruosa macchina protestante milanese (poco importa se si chiama luterana, riformata o valdese, visto che sono poi di fatto la stessa cosa in virtù di forti legami e vincoli finanziari); tanti decenni fa i corvi neri e i loro Concistori avevano prima cercato di sfruttare il suo essere donna teologa come figura di contrapposizione al clero maschile del cattolicesimo ambrosiano poi – in un secondo momento – allorquando intuirono la portata sociale, spirituale del suo messaggio evangelico radicale le hanno dato il ben servito, senza troppi complimenti. Altro che santità delle chiese! Altro che nascondersi dietro i problemi di un italiano non perfetto.

Lei aveva il coraggio di parlare solo italiano in una sala gremita soprattutto di tedeschi in cerca di identità etniche, di farsi accompagnare dai profughi e migranti di colore nel tempio della borghesia liberale per eccellenza, di indicare nei Sermoni tutti gli errori della Bibbia nel tradurre i nomi femminili in nomi maschili… Quale teologa lo fa oggi in Italia? Io conosco solo molte chiacchiere senza argomentazione e forte passione.

Leggo ora (nota riportata in calce, ndr) che – dopo un periodo di assenza – ritorna a interrogare le coscienze con le sue conferenze in Svizzera in cui getta i semi dello Spirito, come ama dire.

Mi sovviene anche uno di questi convegni tenuti nella mia città, Legnano, dove la teologa parlò in simultanea degli impulsi dello Spirito Santo ma anche di quelli sessuali dell’essere umano. Il Prevosto, seduto a mio fianco nella tavola dei relatori, si mise a disegnare fiorellini sul blocco degli appunti… Credo che abbia avuto seri problemi di accettazione ma soprattutto di comprensione soprattutto di fronte ad una platea attenta, convocata per un incontro di routine della “settimana ecumenica” di gennaio.

Diciamo pure che i ministri maschi non sempre riescono a “controllare” il pensiero delle ministre… Il cervello – grazie a Dio – lo sanno usare veramente molto bene in India, in Svizzera o in Italia. Questo è poi il guaio dei maschilismo protestante.

 

Maurizio Benazzi

(newsletter Ecumenici, 26 maggio 2011)

 

 

Socialismo religioso e nonviolenza. Da Ragaz a Gandhi

 

«Cristo è più grande del cristianesimo, ed è diverso dal cristianesimo. Dio può essere là dove la religione non è, e può non essere là dove la religione è. Egli è presente dove è fatta la sua volontà in verità, libertà, umanità e amore, nella giustizia del suo Regno…»

Così scriveva Leonhard Ragaz (Tamins 1868 - Zurigo 1945), teologo, giornalista, ma soprattutto figura chiave del movimento internazionale del socialismo religioso.

Partendo dal profondo messaggio di Ragaz, la teologa Katharina Kindler, già pastora a Brusio e traduttrice assieme a Sandra Dotti dei pensieri del teologo grigione* per “Uomini e profeti” di Rai 3, terrà una conferenza sull’insegnamento biblico applicato nella quotidianità.**

L’incontro sarà strutturato in tre parti. Alla presentazione dei principi del socialismo religioso - attraverso l’ascolto dell’emissione di Paolo Ricca e Gabriella Calamore - seguirà una riflessione sulle resistenze della comunità cristiana nei confronti di questa lettura del messaggio biblico.

Di seguito Kindler racconterà e mostrerà immagini delle scuole Assefa di Tamil Nadu, nell’India del Sud, visitata recentemente. Assefa pratica con i contadini che lavorano al recupero della terra e con le tantissime scuole, la nonviolenza secondo Gandhi. Per Kindler è stata una scoperta capire che questa nonviolenza, insegnata da Gesù nel Discorso della Montagna dove dice: «…fate anche agli altri tutto quel che volete che essi facciano a voi; così comanda la legge di Mosé e così hanno insegnato i profeti» Mat. 7,12, è praticabile.

I poveri in India, eredi di un’antica cultura, delle loro religioni e dell’insegnamento di Mahatma Gandhi, che costituisce la filosofia guida di Assefa, mettono in prassi cose che le chiese cristiane non sono riuscite a realizzare.

Ragaz, Gandhi e Assefa mostrano di fronte alle guerre e alla loro eterna prassi, che una cultura alternativa è possibile e viene realizzata.

Scrisse Gandhi: «Sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per quanto buoni possono essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni. Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo».

 

Arianna Nussio

Operatrice culturale Pgi Valposchiavo

(da Altarezia.info, 29/04/2011)

 

 

* La traduzione di Gedanken von Leonhard Ragaz (Berna, 1951) è contenuta in Katharina Kindler, La Pastora smarrita. Appunti dalla tenerissima Valle 2005-2010, Poschiavo, 2010.

** L’incontro si è tenuto sabato 14 maggio 2011 presso la Casa Besta di Brusio.


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