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Alberto Figliolia. Nachlass: Pièce sans personnes 
Al Piccolo Teatro Studio Melato di Milano fino a sabato 20 gennaio
11 Gennaio 2018
 

Teatro? Installazione? Testimonianza? Tutto questo e altro ancora è Nachlass. Pièce sans personnes. In effetti non ci sono attori in questa rappresentazione. Del resto tutti siamo attori delle nostre vite, anche se talora la "recitazione" pare virare verso un'interpretazione più passiva.

Otto stanze da visitare, da (ri)vivere, in cui per l'appunto ripercorrere l'itinerario esistenziale del protagonista e "proprietario" di quell'ambiente, che non è lì in carne e ossa, ma che vi abita con la voce registrata e le sue idee, pensieri, immagini, sentimenti e oggetti (che si possono toccare, maneggiare, visionare) Una presenza/assenza molto forte. Straniante forse, ma l'evocazione è forte e s'imprime con potenza.

Otto stanze che si possono visitare (8' circa da trascorrere in ciascuna) in cinque-sei per volta e senza un ordine prestabilito. Perciò il cammino – perché tale è – è differente, spettatore per spettatore, e si condivide con persone sempre diverse (ma altre le puoi ancora ritrovare). Vi è quindi sempre interazione, seppur di segno variabile: fra gli occasionali compagni di viaggio e con la stanza in cui dimorano mente e spirito di chi ci racconta/trasmette la propria esperienza umana. E possono essere vivi o morti gli "abitatori" di quella stanza. Sbalestrante e spaesante, come detto, ma nel contempo perfettamente efficace nel crearci inediti moti intellettivi e interiori: un'importante riflessione sull'identità, il senso dei giorni, l'incrocio – necessario ma mai scontato – con gli altri.

Le tappe del mio viaggio si sono svolte in quest'ordine:

-Jeanne Bellengi: era un'orologiaia in pensione. Nata nel 1924 a Bellevaux, morta a Neuchâtel nel 2016. Su un tavolino giacciono decine di foto che ne tracciano e definiscono i giorni (Le foto sono un po' come i corpi dei morti. Ne siamo un po' spaventati...);

-Annemarie (scomparsa nel 2017) e Gunther: un'anziana coppia di Stoccarda. Non credere all'ideologia. Questo è ciò che vorrei tramandare. I due coniugi, nell'ufficio ricostruito di lui (gli spettatori possono anche servirsi dell'acqua), con la luce che penetrando dalla vetrata varia intensità simulando le diverse fasi del giorno, raccontano (la sensazione è che siano le poltrone vuote a narrare) la loro esperienza nella Seconda Guerra Mondiale e nella Germania hitleriana;

-Michael Schwery: nato nel 1971 a Zurigo. Base jumper che ha già predisposto tutto per il proprio funerale. Quando qualcuno muore non scrivo mai "Rest in peace" sulla sua pagina FB. Sotto i piedi ci scorrono le immagini di una sua ascensione in montagna e le prime fasi di un vertiginoso volo;

-Alexandre Bergerioux: giovane grafico di Ginevra e pescatore con la mosca. Portatore di una malattia incurabile, trasmessagli dalla madre, vuole lasciare di sé un bel ricordo alla figlioletta. Forse non ti vedrò crescere. E vorrei che tu conservassi un bellissimo ricordo di me, di qualcuno vivo;

-Nadine Goss: segretaria. Vissuta a Marsiglia dal 1947 al 2015 e infine divorata dalla sclerosi multipla. Martedì prossimo, 18 agosto, andrò a Basilea, in Svizzera. A morire. Nadine canta e ci dona un'ultima canzone legata a un felice ricordo d'infanzia, mentre noi sediamo sulle poltrone del miniteatro predisposto per l'occasione. Commovente. Un maglione ben piegato è appoggiato a uno sgabello e costituisce la presenza fisica della donna, stranito e pur coerente pendant alla voce registrata;

-Gabrielle von Brochowski: nata nel 1936 ad Amburgo. Ambasciatrice UE in Africa e creatrice di una Fondazione per l'aiuto e il sostegno agli artisti del continente nero. Voglio decidere da sola a cosa servirà la mia eredità, e spero davvero che continui, dopo la morte, il lavoro della mia vita;

-Celal Talyp: nato nel 1938 a Istanbul. Commerciante in pensione. Sono vissuto a Zurigo per 54 anni. Ma una volta morto, voglio tornare a Zurigo. La stanza di Talyp è un luogo di preghiera (ci si toglie le scarpe per stare sul tappeto);

-il Professor Richard Frackowiack: nato a Londra nel 1950, vive a Parigi. Ex direttore del Dipartimento di Neuroscienze Cliniche al CHUV di Losanna, ha scoperto come diagnosticare precocemente alcune degenerazioni del cervello. Non vorrei vivere se non potessi ricordare, sentire, o se le mie emozioni fossero completamente offuscate. In questa stanza si compie anche una sorta di viaggio a ritroso nel tempo, un rimescolamento d'immagini attraverso un gioco di vetri e specchi, per cui il tuo volto è quello di un altro. Una domanda sul sé. Ma anche, per esempio, una inusitata immersione nello smarrimento che potrebbe cogliere un malato di Alzheimer o un uomo affetto da gravi degenerazioni cognitive.

Viene ovviamente sfiorato il tema del fine vita – argomento così attuale in Italia e sempre drammatico. Non è un caso che Nachlass (in tedesco significa ‘Lascito’, ‘Eredità’) sia il lavoro di un collettivo svizzero, il Rimini Protokoll. La Confederazione Elvetica è un Paese teso all'avanguardia scientifica e, nel contempo, artefice di una legislazione che permette agli individui di decidere sul fine vita.

E, quando esci dal buio/luce di quelle otto stanze di presenze/assenze per tornare alla luce del foyer e della città, una folla di domande si affastella nella coscienza.

 

Alberto Figliolia

 

 

Nachlass. Pièce sans personnes. Piccolo Teatro Studio Melato, via Rivoli 6, Milano (M2 Lanza). Ideazione di Stefan Kaegi/Dominic Huber (Rimini Protokoll).

Video Bruno Deville. Drammaturgia Katja Hagedorn. Suono Frédéric Morier. Assistenti alla progettazione Magali Tosato, Déborah Helle (stagista). Assistenti alla scenografia Clio Van Aerde, Marine Brosse (stagista). Ideazione tecnica e costruzione scene Workshop Théâtre Vidy-Lausanne.

Produzione Théâtre Vidy-Lausanne. Coproduzione Rimini Apparat, Schauspielhaus Zürich, Bonlieu Scène nationale Annecy e la Bâtie-Festival de Genève. nel quadro del programma INTERREG France-Suisse 2014-2020, Maillon, Théâtre de Strasbourg-scène européenne, Stadsschouwburg Amsterdam, Staatsschauspiel Dresden, Carolina Performing Arts. Con il sostegno di Fondation Casino Barrière, Montreux Le Maire de Berlin – Chancellerie du Sénat – Affaires culturelles e con il sostegno per la tournée di Pro Helvetia-Swiss arts council. In collaborazione con Istituto Svizzero.

Spettacolo in lingua inglese, francese e tedesca con sovratitoli in italiano e in inglese.

A ogni performance possono accedere al massimo cinquanta spettatori per turno. Per la particolarità dello spettacolo gli ingressi acquistati non prevedono l'assegnazione di un posto a sedere. I biglietti non saranno acquistabili online, ma solo presso la biglietteria del Teatro Strehler (Largo Greppi 2, Milano, M2 Lanza) oppure tramite biglietteria telefonica al n. 02 42411889.

Orari: mercoledì 10 gennaio, 18-19:30-21; giovedì 11 gennaio, 18-19:30-21; venerdì 12 gennaio, 18-19:30-21; sabato 13 gennaio, 16-17:30-19-20:30; domenica 14 gennaio, 16-17:30-19-20:30; lunedì 15 gennaio riposo; martedì 16 gennaio, 18-19:30-21; mercoledì 17 gennaio, 18-19:30-21; giovedì 18 gennaio, 18-19:30-21; venerdì 19 gennaio, 18-19:30-21; sabato 20 gennaio, 16-17:30-19-20:30.

Durata 90'.

Prezzi: posto unico 18 euro.

Info: tel. 02 42411889; sito Internet www.piccoloteatro.org.


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