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Cantù vince Sassari e si mantiene, in coabitazione, in vetta alla classifica
28 Gennaio 2014
 

Gran bella partita quella andata in scena, domenica 26 gennaio, al Pianella fra Cantù e Sassari. Una gara dai ritmi vertiginosi, con continui cambi di scena e protagonisti del tutto all'altezza dello spettacolo.

Venti vantaggi per i locali, fra cui quello decisivo, sette parità e diciannove volte in vantaggio i sardi. Un'alternanza di punteggi decisamente appassionante. Alla fine l'ha spuntata Cantù, con un super Ragland. Il playmaker dei brianzoli ha segnato 24 punti, preso 3 rimbalzi, completato 3 recuperi e distribuito 6 assist, presentandosi spesso nelle vesti di uomo volante, come nel fantastico slalom, saltando quasi fossero paletti, gli avversari posti fra lui e il canestro in occasione del 75-71.

A dire il vero, tutta la partita è stata costellata di azioni memorabili nell'una e nell'altra metà campo, fra cui i canestri che a ogni fine periodo Cantù ha saputo realizzare in condizioni estreme e allo scadere: vedi il 19-18 in tap-in di Abass, atletismo da far paura per il comasco classe 1993; il 43-43 dell'onnipresente Ragland in proiezione disperata; il 73-71 fuori equilibrio, da 3, e di tutta volontà da parte di Gentile. E Sassari in queste fasi è stata molto disattenta: errori di distrazione alla lunga costati carissimi. Così come imperdonabile è sembrato il comportamento di Drew Gordon, fino ad allora incontenibile, allorché, con un fallo fischiato a proprio favore, si è preso un tecnico per avere gettato con noncuranza la palla sulle gambe di Jones, cui poco prima a rimbalzo aveva mostrato i gomiti. 4° fallo e riposo in panchina. Senonché il giovane Drew, scuola UCLA, anno di nascita 1990, non ha commesso, rientrato sul parquet, il 5° fallo. Ancora proteste e occhiatacce da parte del giovane talento di San José. Poi, dulcis in fundo, un applauso, parso di scherno, con le mani sopra la testa prima di accomodarsi definitivamente in panchina. Apriti cielo... il pubblico interpreta il gesto (piuttosto infelice, in effetti) come una provocazione e giù fischi a non finire. Fiocca il tecnico (alla panchina) e il danno è fatto.... Si era sull'86-86. Lì è girata la partita. Coach Sacchetti è assolutamente imbufalito col suo pivottone e lo dà a ben vedere... L'1/2 di Uter dalla lunetta per il fallo subito e l'1/2 di Aradori per il tecnico consegnano il piccolo ma inscalfibile margine per condurre in porto il match. Peccato per Drew che sin lì era stato dominante: 26 punti, (11/14 da 2, 1/1 da 3 – quest'ultimo con un tiro allo scadere dei 24”, di tabellone e cadendo a terra –, 1/1 ai liberi), con 10 rimbalzi, 4 falli subiti, 1 stoppata e 1 assist per 31 di valutazione. Bravo, Drew, ma fumantino. Campioni si è anche nella testa. Drew, sei tosto, ma talora un po' di self control aiuta...

In ogni caso, per tornare dai gesti iracondi al basket giocato, è stata, come sottolineavamo, una partita magnifica: illuminata dagli assist (9) di Marques Green, 165 cm di fine nobiltà cestistica; dalle splendide letture e dai fondamentali scintillanti (+ 7 assist) di Travis Diener; dal senso del canestro di Caleb Green e di Drake Diener, tiratore sublime e senza confini; dalle incursioni di Aradori, tante cose e tutte bene, arte del passaggio compresa; dalla superba intelligenza di Leunen, uno che c'è sempre; da alcune soluzioni alla velocità della luce di Jenkins. Insomma, una serata di meravigliosa incandescenza agonistico-tecnica.

Cantù si porta a casa i due punti e continua a mantenere, seppur in coabitazione, la vetta della classifica. Da segnalare in questa diciassettesima di campionato la prestazione individuale di Matt Walsh: 33 punti, 9 falli subiti, 10 rimbalzi difensivi, 2 recuperi e 2 assist. Ma la sua Bologna ha dovuto soccombere alla volitiva Cremona di Coach Pancotto. Talvolta non è sufficiente la classe del singolo a guadagnare la vittoria. Vero, Drew?

 

Alberto Figliolia



 
 
 
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