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Commento di Alivento aggiunto il 06.12.2007
Come a dire Antonio che ne siamo prede inconsapevoli? Che ci rapisce, ghermisce, stordisce? Che occupa mirabilmente lo spazio del nostro tempo e del pensiero?
E se provi a contenerla esplode ancora imprevedibilmente e s'allarga a dismisura? ;)
mi fa molto piacere che tu sia approdato qui
un carissimo saluto
Articolo di riferimento : Alivento: Ottavo discorso amoroso: la passione è vita
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Commento di Elena Mancuso aggiunto il 06.12.2007
Ho letto questo articolo con molto interesse e ne sono a dir poco entusiasta. Ne sono direttamente coinvolta ed e' solo merito della professoressa Anna Lanzetta se ho potuto imprimere su carta tutto cio' che sostava nella mia mente. Rileggere il passo di Pinocchio e' stato emozionante ed ha rievocato ricordi e pensieri che effettivamente porto ancora dentro di me. Il ricordo e' tuttora molto forte ed ancora oggi sono convinta che la semplicita' di una favola possa essere uno strumento decisivo per sfidare la cruda attualita' che ci contorna. A volte non occorrono espressioni retoriche per esprimere quello che i nostri occhi vedono; a volte basta solo la chiarezza di un concetto e la determinazione nell'esprimerlo. Pinocchio si adatta perfettamente a questo criterio. Poco tempo fa ho rivisto un vecchio film a puntate tratto da questa favola (con Nino Manfredi nella parte di Geppetto) e in effetti molti tratti salienti dell'opera rispecchiano la condizione attuale. Non mi dilungo oltre, ringrazio ancora una volta la mia professoressa di lettere Anna Lanzetta, per aver inserito un passo tratto dal mio racconto e per avermi trasmesso l'amore per l'arte e la letteratura. In questo mondo fatto di frenesia, disinteresse e materialismo, rimanere d'incanto d'avanti ad un quadro di Friedrich e' qualcosa di molto prezioso, che custodiro' gelosamente nel corso degli anni.
Commento di Marialuisa Guzzetti aggiunto il 06.12.2007
Ciao Pier,

il giorno, i giorni si caricano incessantemente di impegni, programmati e non, che chiedono di essere assunti nella dimensione dell'ordinarietà e della straordinarietà, della fatica e della freschezza del procedere...

Ma ora mi fermo un po', per versare dentro a questo spazio mediatico, comunque bello, di dialogo con te, il mio semplice sentire sull'offerta di Parola e Pane.

Bellezza e Forza ha già in sè

questo aprire il Libro e far risuonare la Parola, il soffio della Vita che risveglia...

Matteo 24, 37-44

Avevo colto alcuni aspetti durante la "Lectio Divina" guidata giovedì scorso da padre Francesco, approdato da poco al convento dei cappuccini di Lovere.

La tua riflessione, che leggo oggi, ne mette in luce altri, già a partire dal titolo "l'Altro è il nostro Natale" e mi fa ritornare sul testo della Prima d'Avvento.

Grazie per questo!

" Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno... il Figlio dell'uomo verrà "

La tua riflessione mi fa ritornare a questi passaggi del testo... così incisivi, così perentori nell'indirizzare all'essenziale, come sempre la Parola fa.

Vegliate: vi leggo un invito a stare svegli, ad aprire gli occhi, ad allenare lo sguardo...

Il Figlio dell'uomo verrà: percepisco, nell'incertezza del come e del quando, una certezza, l'unica, il Figlio dell'uomo Viene... Già, perchè se in Lui riconosco

Gesù, il Risorto, il Vivente non ha bisogno di attendere un tempo prossimo, futuro, per venire...Egli viene tutte le volte che apro gli occhi e il cuore alla sua venuta...ogni momento è buono per la sua venuta... viene all'interno dell'ordinarietà dei giorni, oggi come allora, mentre "mangiavano e bevevano..."

Nella tua riflessione poni l'interrogativo: " Sappiamo svegliarci dal sonno per dedicarci all'Altro ovunque ci viene dato di incontrarlo?"

Non c'è dubbio: si tratta di una "questione" esistenziale...è il miracolo della relazione, che si realizza, quando lo sguardo si fa ricerca...lo sguardo "sveglio", che ne incrocia un altro e che si lascia da esso guardare... é lo sguardo di Zaccheo, che nel cercare di vedere Gesù, si lascia dal Suo Sguardo avvolgere e, accogliendolo, si nutre di così tanto Amore energizzante, che si trova ad iniziare una nuova entusiasmante vita.

Quante volte ci consentiamo di apprendere uno sguardo nuovo in noi e negli altri, uno sguardo di "cura", di interessamento, che non agisce l'impulso a "scappare", per la paura del coinvolgimento? Quante volte lasciamo prevalere l'oscurità, riparando lo sguardo dietro le lenti scure dell'indifferenza, della rinuncia ad incontrare e a lasciarsi incontrare...

Pensiamo al potere rivitalizzante, che scuote, dello sguardo che cura, che si fa vicinanza, parola, gesto, promessa di "accompagnamento", di "non sei solo" espressa a chi nella sofferenza, subisce la tentazione di chiudersi al mondo, agli altri...

" Ad Ventus" come il luogo e il tempo dell'attesa che si fa esperienza di vita, nel saper vedere davanti a me un altro che mi cerca, o che mi aspetta, che mi interpella, che chiede il dono di una parola, un interessamento, un gesto, un compito... L'Avvento si realizza proprio in questo andare incontro a chi attendiamo, sapendo che ognuno, specie se "più piccolo e più povero", come tu annoti, può diventare l'atteso..., sperimentando, poi, che chi attende diventa a sua volta l'atteso, perchè l'esposizione allo sguardo altrui richiede il reciproco fidarsi e affidarsi...
Avvento come la fatica di imparare uno sguardo nuovo, più profondo, per riconoscere quel Gesù, che anche a noi oggi è dato di incontrare, laddove so vedere, riconoscere una persona, una creatura di Dio...
... una creatura di Dio è certamente "altra" da quello che può apparire a prima vista...sicché il mio vederla implica un lavoro "accurato", delicato, progressivo,
per levare tutte le ombre, scoprendo lentamente le luci, le belle qualità, le insospettabili capacità, gli impensabili pregi, i segreti depositati in profondità...
e, racchiusa in questo "mio vederla", sta l'opportunità di vivere un'avventura sorprendente...
Che sia per questo che il Creatore ci ha donato due occhi? ...per vedere?!
Allora in questa prima di Avvento il "Grazie" è per il grande dono della Vista, la vista degli occhi e del cuore, la finestra e la porta che ci aprono alla realtà, a tutto ciò che ci circonda, di visibile e di invisibile.

marialuisa

"Non capisco come si possa passare dinanzi a un albero, e non essere felice di vederlo;
parlare con un uomo, e non essere felice di amarlo.
E quante belle cose vi sono a ogni passo: guardate il bimbo, guardate l'aurora di Dio,
guardate gli occhi che vi guardano e vi amano" F: Dostoevskij



Articolo di riferimento : Piero Cappelli: “L’Altro è il nostro Natale”. Parola e Pane (1)
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Commento di narrando aggiunto il 05.12.2007
La passione gestisce il tempo in maniera tale che, quando decidi scioccamente che essa non ti reca utilità e quindi vuoi sottrarle attenzioni, in modi imprevedibili ti ritrovi a dedicarle le tue giornate, talvolta vi arriva seguendo percorsi contorti, ma difficilmente le si sfugge.
Articolo di riferimento : Alivento: Ottavo discorso amoroso: la passione è vita
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Commento di Luciano Canova aggiunto il 05.12.2007
Ammetto di non avere letto tutto il saggio del professor Cipollini, troppo lungo su supporto informatico (senz'altro sarà più leggibile su carta, almeno suppongo).
Non condivido, però, il suo giudizio spesso caustico sull'arte contemporanea, che lui non considera tale (che si tratti di poesia o di arti figurative, mi sembra molto nostalgico dei tempi passati).
Trovo che la poesia italiana viva una stagione di fervore. Il 'Gazetin ha pure la fortuna di annoverare tra i suoi collaboratori due voci apprezzate a livello nazionale: Francesco Osti e Massimo Bevilacqua.
Magrelli e Cucchi rappresentano ancora due punti di riferimento internazionali per la poesia. E i riferimenti potrebbero continuare.
Non sarei, insomma, così categorico e pessimista.
Forse uno dei mali del sistema Italia è l'isteresi della crisi, a tutti i livelli: troppe persone innamorate di un passato che, appunto in quanto passato, non c'è più.
Felici di evidenziare i lati negativi, forse anche un po' compiaciute di questi loro ammonimenti profetici.
Non è che però contribuiscano molto, in fondo, all'arricchimento del dibattito.
Commento di gherard aggiunto il 05.12.2007
Ottimo lavoro,interessante apprezzare il rimanente.
Gherard
Commento di gaviotazalas aggiunto il 04.12.2007
Sono molto felice che gli sia dedicato un posto a questa ragazza cubana, tanto coraggiosa. Representa la clase intelettuale nata e cresciuta durante il proceso "rivoluzionario" ma che adesso è stanca della situazione e vuole il CAMBIO. Ogni suo post è un strappo di pelle della vita quotidiana a Cuba, ogni sua parola è la parola di una generazione di giovani cubani (70-80), traditi e delusi da un futuro senza speranze. Leggetevi su BLOG e se qualcuno vuole dire che non e vero, PUO FARLO pure, andate a dormire tranquili, MA LEI ESISTE HA UN NOME E ANCHE UNA FACCIA,,,anche lei voleva essere come il CHE Guevara....
Articolo di riferimento : Yoani Sánchez. L’altra Avana
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Commento di gaviotaZalas aggiunto il 04.12.2007
El poema è molto bello perché nel la sua semplicità, trasmette tutti quelli sogni e desideri di un immigrante all'arrivo a un nuovo paese. La ripetizione inconscia o spropositata della frase E io (y yo) marca sta voglia di esistere per se e per gli altri de gli immigranti. Complimenti...saluti da Cubadice
Articolo di riferimento : Julio San Francisco. El desterrado
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Commento di vanda gibellini aggiunto il 04.12.2007

grazie Piero per le tue parole semplici ma profonde,che riconducono ognuno di noi ad essere vigili, attenti ad accogliere chiunque ci avvicini, a farci prossimo, a cogliere nello sguardo dell'altro lo sguardo di Dio.
E' un bel Natale in questa ottica, perchè lo possiamo vivere ogni giorno, e ogni giorno incontrare Gesù nei nostri fratelli.
Articolo di riferimento : Piero Cappelli: “L’Altro è il nostro Natale”. Parola e Pane (1)
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Commento di Savina Martinucci aggiunto il 04.12.2007
Cara Maria, sono perfettamente d'accordo con te ed e' quello che come genitori cerchiamo di fare, insistendo sulla lingua, sulla bandiera (che a lui piacciono tanto) sulle citta', sul modo di cucinare etc ..... naturalmente nella giusta misura adattando tutto alla sua giovane eta'(sei anni); cerchiamo veramente di trasmettergli quanto possiamo semplicemente essendo quello che siamo, quindi senza il minimo sforzo; ti assicuro pero' che la frase fatidica che pronucio' un anno fa esprimendosi semplicemente con "mamma quando andiamo a casa ...." riferendosi a Lussemburgo, mi ha fatto venire un nodo in gola e un non so che' al cuore ... e' stata una cosa che non mi riesce di esprimere a parole anche se comprendo benissimo la sua situazione, come dici tu casa puo' essere ovunque, dove si vive e si puo' vivere ovunque per l'appunto ma le radici probabilmente hanno un'unica dimora costituiscono il punto di partenza ..... l'inizio ...... le fondamenta sulle quali non si puo' vacillare ....

Grazie Maria

Savina Martinucci
Articolo di riferimento : Savina Martinucci. Della mia emigrazione. Biglietto da visita dal Lussemburgo
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Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
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