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Miriam Della Croce. I fratelli di Gesù e... la verginità perpetua di Maria
 
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   03-10-2009
Cara Miriam , un po' già mi conosci e sai che sulla verginità ho affermato certe cose in passato, dal Mercato delle vacche sacre alle bisogna,Le generose offerte del potere...e Donne in attesa, di cui scrivo un link http://www.womenews.net/spip3/spip.php?article1436 passato anch'esso. E a proposito di queste memorie orali o scritte sull'amore che unisce le persone, avendone perse parecchie che ho amato, mi sono fatta una ragione come una pazza rinchiusa che brancola nel buio della follia...cercando il tentacolo della scienza e non ci riesco a vivere questo lontano passato, se non raccontato dalle mie nonne o mia madre o sagge amiche di strada e narrativa, allora solo ogni tanto sbotto, sballo contro le chiese e tutti i loro sacramenti e atti di fede con regole di sottomissione. Forse non sono più in dialogo che ahimè continua a legittimare tesi e contro tesi...amo la musica la poesia, l'arte e fare l'amore e forse ho fatto male a qualche anima, chiedo venia...ma avrai capito tra le righe che cito Alda Merini, credente a modo suo, che mi protegge come la Madonna e abbracciandoti trascrivo con piacere...:
"Spesso ripeto sottovoce che si deve vivere di ricordi solo quando mi sono rimasti pochi giorni. Quello che e’ passato e’ come se non ci fosse mai stato. Il passato e’ un laccio che stringe la gola alla mia mente e toglie energie per affrontare il mio presente. Il passato e’ solo fumo di chi non ha vissuto. Quello che ho gia’ visto non conta piu’ niente. Il passato ed il futuro non sono realta’ ma solo effimere illusioni. Devo liberarmi del tempo e vivere il presente giacche’ non esiste altro tempo che questo meraviglioso istante".


Doriana Goracci   
 
   02-10-2009
C’è una ipotesi che meriterebbe un dibattito più approfondito.
In uno dei miei tanti incontri con Ibrahim Slimane, uno dei maggiori filosofi contemporanei islamici, direttore dell’istituto di filosofia islamica all’università di Anneba (l’antica Ippona), parlammo anche della interpretazione della verginità di Maria, che il Corano riconosce ed esalta, argomento sul quale ho svolto anche una ricerca specifica sulle pagine del Corano, pubblicato in:
(http://www.famvin.org/it/modules.php?name=Sections&op=viewarticle&artid=264), nonché in questo stesso sito (http://www.tellusfolio.it/index.php?prec=&cmd=v&id=7832) .
Nella cultura precoranica il concetto di peccato sessuale ha una dimensione più psicologica che materiale; secondo tale interpretazione non sarebbe l’atto sessuale a togliere la verginità alla donna, bensì la sua partecipazione. Lo spirito delle infibulazione, malauguratamente ancora in uso in talune realtà tribali, è proprio quello di eliminare, per la donna, la fonte del piacere fisico, o il godimento sessuale o orgasmo. La soddisfazione sessuale della donna, lì dove è considerata su un piano di molto inferiore all’uomo, viene valutata come un grave pericolo per la integrità della famiglia, come perno del gruppo, del villaggio, della tribù. La funzione della donna viene così intesa come “fattrice” e procreatrice e come fonte di piacere per l’uomo; piacere dal quale la donna deve rimanere esclusa essendo considerato peccato. Lo stesso ciclo mestruale è considerato un momento punitivo, perchè dimostrerebbe che gli atti sessuali compiuti non hanno prodotto una gravidanza e, quindi, hanno rappresentato solo una funzione edonistica; la donna mestruata, infatti, viene esclusa dal dovere del digiuno nel periodo del Ramadhan, ma non per compensare la perdita ematica, ma per indegnità. Terminato il periodo mestruale, la donna deve sottoporsi alla purificazione lavando profondamente il corpo, compreso i capelli. Si tratta di una cultura antropologica di gran lunga anteriore tanto al Corano quanto alla presenza di Cristo sulla terra.
Su questa base si potrebbe ridiscutere il concetto di verginità più legato all’assenza del piacere sessuale che non alla integrità fisica.
Dal mio punto di vista si tratta di una questione di “lana caprina”, che svicola dall’aspetto più importante, che meriterebbe maggiore attenzione, inerente l’insegnamento di Cristo, così bene accolto anche nelle pagine del Corano, alla luce della mai totalmente interpretata affermazione
di Cristo, venuto sulla terra per sancire una “nuova ed eterna alleanza”, cui hanno aderito cristiani e musulmani.

Rosario Amico Roxas   
 
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Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
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