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Paolo Farinella. Senza la profezia, rimane la complicità
Lettera di un prete a un cardinale sul berlusconismo
 
Commenti presenti : 13 In questa pagina : da 1 a 10
   14-06-2009
Caro Riccardo Alfonso,
se, leggendo, don Farinelli ritenesse utile una sintesi per la sua agenzia, d'accordo, ma -in ogni caso- perché non fare due righe di segnalazione da pubblicare, intanto, unitamente al link alla lettera qui pubblicata nella sua integrità?
Buon lavoro e tanti auguri per la sua attività di informazione indipendente.
Con un caro saluto
Enea Sansi   
 
   14-06-2009
Ho letto la lunghissima lettera del sac.Paolo Farinelli. Avrei voluto pubblicarla su www.fidest.it ma mi è parsa troppo lunga (esigenze di spazio) per cui vi chiedo se mi autorizzate a farne una sintesi. La sintesi, ovviamente, può essermi fatta dallo stesso Farinelli se lo gradisce e ne ha tempo. Ho da poco attivato una nuova pagina titolandola "confronti" per offrire la possibilità di mettere nei rispettivi piatti della bilancia le domande e le repliche, le difese e le accuse e via di questo passo. La fidest è una piccola agenzia e si vanta d'essere di nome e di fatto indipendente. Per questo motivo è e resta piccola non per mancanza di "vocazioni" ma per la logica del sistema che non offre spazi all'informazione che non può controllare. Non ne faccio una tragedia. Anzi. Per me diventa una sfida.
Cordiali saluti
Riccardo Alfonso
Riccardo Alfonso   
 
   13-06-2009
Don Luciano Marrucci, mi pare piuttosto strana la Sua risposta a Don Paolo. All'inizio, molto sommessamente, considera la sua posizione in gran parte condivisibile. Non specifica in quali passaggi ma poi è chiaro l'intento di intimorire e quindi zittire.A noi ex- anime semplici non importa molto del vostro ministero, se esso deve rimanere solo un oscuro potere molto terreno, come lo è stato per secoli.A noi importa molto che un religioso non confonda il ragionato silenzio col tacito acconsenzo che nasconde o sottace comportamenti moralmente disdicevoli.Vediamo tutti i giorni il vostro omertoso silenzio, interrotto sporadicamente con fioca voce e sembrerebbe che gli inviti, del Pontefice ad esempio, siano rivolti più alle persone semplici in lotta con tantissimi problemi che non ai potenti politici che , francamente non sanno cosa sia la morale ed ancor meno la morigeratezza.Si tenga il Suo cardinale; mio non sarà mai e spero che altri coscienti prelati, seguano l'esempio di don Paolo Farinella.
Con il rispetto dovuto all'abito, Mimmo.
Mimmo Carrozzo   
 
   12-06-2009
x Viola giovane.

Bravo Don Farinella ad avercene preti così saggi che magari mi farebbero diventare credente....

La tua frase risulta ambigua...., come ambigue sono tutte le emozioni sincere.
Apprezzi il coraggio, la lealtà di don Paolo e ti dichiari non credente... con il distinguo della possibilità.
Nutro l'impressione che non sia la fede che ti manca, ma la tangibilità della testimonianza, forse perchè non l'hai cercata con la dovuta attenzione.
Non è don Paolo il paladino della testimonianza, è solo un sacerdote che in maniera compiuta esercita il suo ministero. Direi quasi che è suo dovere !
Con la tua osservazione mi tocca sminuire l'azione di don Paolo, ma per esaltare le tante testimonianze che non emergono, eppure ci sono.
Voglio dilatare l'argomento, partendo da lontano.
Noi siamo soliti dire "faccio la comunione", come una simbologia, come un rito, senza dare il giusto peso a ciò che facciamo.
Non serve recarsi all'altare per trangugiare un'ostia, quell'ostia è e rimane un impasto di farina e di acqua se non è accompagnata dalla Fede; è con la Fede che avviene la transustansazione, che è un miracolo percepibile dalla coscienza.
Non si tratta di "fare la comunione" ma di essere in comunione con Cristo; solo così si rinnova il miracolo.
Aiutare chi ha bisogno è Comunione, sostenere i più deboli con solidarietà è Comunione, vivere la vita secondo la volontà di Dio è Comunione.
Lo hanno capito i musulmani che interrompono gli impegni del momento per dedicare qualche minuto al pensiero di Dio, intervallando la giornata con cinque soste di preghiera.
E' lo stesso per la testimonianza; guardati intorno, guarda i tuoi genitori, i loro gesti, le loro attenzioni, i loro sacrifici, sono tutte testimonianze, e sono eroiche anche se non lo comprendiamo.
Come don Paolo, per grazia di Dio, ce ne sono molti di sacerdoti, ma non hanno il bene di essere apprezzati nella giusta misura, perchè il potere, anche quello religioso, ha preferito soccombere alle esigenze temporali.



Rosario Amico Roxas   
 
   12-06-2009
don luciano.
Conosciamo purtroppo il vostro codice di omertà.
un codice che hanno pagato caro tanti giovani vittime di abusi fatti da una piccola parte del clero..
Il silenzio in nome di Dio non deve esistere...
La capisco e le do ragione quando dice che nn siete autorizzati a considerare pedofilo e spergiuro il suddetto signore..Ma mi permetta di ricordarle che le accuse sono molto gravi,e che se nella malaugurata ipotesi il signore in questione sia davvero un pedofilo e uno spergiuro,nn è forse dovere della chiesa prenderne le dovute distanze,in particolar modo da uno che si vanta di avere una morale cattolica..Il Cardinale in questione è intervenuto
in una questione delicata.x me il Card. Bagnasco si è persa un'occasione x starsene zitto...lei si tenga
l'omertà.. ricordadole pero che "Amici vitia si feras, facias tu"
bravo! Don Farinelli ad avercene preti così saggi che magari mi farebbero diventere credente....


Viola Giovane   
 
   12-06-2009
Egr. Don Luciano Marrucci, ho voluto farmi promotore presso i 650 aderenti alla mia rubrica mail, della divulgazione della nobilissima e coraggiosa lettera di don Paolo Farinella e solo in questa veste mi permetto di intervenire, non certo in difesa di don Paolo, ma a sostegno del diritto alla verità.
Il suo non è semplicemente un invito all’obbedienza acritica, ma al silenzio rispettoso, strisciante; quel silenzio che ammorba l’aria, pur fingendo che essa sia limpida, ma contiene i germi della menzogna.
Si può mentire anche tacendo, nella mia Sicilia, questo tipo di silenzio si chiama omertà e se ne servono i mafiosi per nascondere le malefatte e continuare ad apparire ( sta qui il dramma dell’attuale cronaca) tutto ciò che non sono. Dissento dalla sua interpretazione che vorrebbe attribuire alla lettera di don Paolo un tentativo di aggressione al suo cardinale (che lei non farebbe mai… perché ?); don Paolo ha esercitato il dovere della verità, e il diritto di informare e contestare, con dignità e coraggio.
Sono interpretazioni come la sua che hanno alimentato i temi tanto cari all’Inquisizione, che non “inquisivano” i fatti alla ricerca della verità, ma imponevano l’affermazione di una verità precostruita, cieca e troppo spesso prepotente.
Stiamo precipitando nell’autoritarismo politico, Dio non voglia che si verifichi anche un autoritarismo religioso !!!
Oggi noi cattolici (ed insisto nel sottolineare NOI) viviamo la nostra Fede in Cristo, rinunziando a tante espressioni della gerarchia vaticana, perché non riconosciamo in essa la testimonianza più genuina che Cristo elevò nella Croce.
Quanti parroci di modeste parrocchie, adusi alla confessione e, quindi, a contatto con le miserie e le grandezze dell’uomo, sanno testimoniare la Fede in Cristo molto più credibilmente del cardinale che esalta i rapporti con un governo che mortifica le fasce più bisognose e più fragili della popolazione, e nello stesso promuove lo scempio dei valori nei quali NOI cristiani crediamo, pur notando e riflettendo sul silenzio omertoso del vaticano ?
Riempirei troppo cartelle solo per citare le attuali contraddizioni che emergono proprio da quel Vaticano che dovrebbe rappresentare la Stella Polare dei credenti: lontana, distante, irraggiungibile, ma guida certa e sicura per i viandanti in cerca della meta.
Don Paolo non ha utilizzato il mistero della confessione, anche perché certa gente è ben lontana dal confessare i propri crimini, ha svegliato le coscienze dal torpore dell’ipnosi mediatica, fornendo quella testimonianza che fortifica e restituisce quelle certezze che giorno dopo giorno ci vengono sottratte.

Rosario Amico Roxas
E mi professo: Ateo, per grazia di Dio.


Rosario Amico Roxas   
 
   12-06-2009
Per fortuna che c'è almeno una voce come quella di don Luciano.
Dell'articolo non condivido niente. La chiesa ha cominciato così e ha finito col mandare le streghe al rogo.
Abbassate il tono e siate più umili, preti!
Non voto nè per berlusca, né per la destra. Ma detesto chi leggendo una sparata sul giornale la ritiene oro colato. Berlusconi pedofilo? e chi l'ha detto? Una che a 20 anni era l'amante di uno di 50 (Enrico Maria Salerno) e che poi ha sposato uno di 20 anni più vecchio di lei... ma pieno zeppo di soldi.
Chi la fa la pensa.
A quando un attentato contro Berlusconi, caro Farinella&C?
andrea   
 
   11-06-2009
Considero il tuo scritto un documento formidabile(formido in latino uguale paura)dunque qualcosa di tremendo, una denuncia tremenda.
Personalmente considero la tua posizione in gran parte condivisibile anche se non penso che quanto sappiamo del personaggio ci autorizzi a considerarlo un pedofilo.Capisci che questa accusa sporge davvero sull' idea che ci possiamo costruire di quest'uomo.
Tu sembri aggredire il tuo cardinale; io non lo fare mai.
Proprio noi sacerdoti a cui è dato talvolta penetrare nei fondali della coscienza umana attraverso il sacramento della riconciliazione dobbiamo rispettare il sigillo che chiude le labbra ogni volta che si tratta di giudicare o di condannare persone che hanno creduto al nostro riserbo.
Ebbene a quanto giudico, a noi non è dato chattare sul comportamento del prossimo in quanto che chiunque potrebbe sospettare che abbiamo usato impropriamente di una fonte cui per il nostro ministero abbiamo avuto esclusivo accesso.
"no lite iudicare" si applica prima di tutto a noi. A volte può parlare in nostra vece proprio il nostro silenzio. A volte anche se può sembrare ridicolo caro Don Farinella provo la strana impressione che le mie labbra rimangano chiuse da una specie di doppio piercing, in questo caso devo dirtelo sono dalla parte del cardinale che è tuo ed ora anche mio.
Don Luciano Marrucci
Don Luciano Marrucci   
 
   10-06-2009
x Marco Cipollini

Così “il re è nudo”, ma nudo di che ?
Ci raccontano del "re" nelle sue stanze di quel castello in Arcore, che gli porta e gli porterà sempre male, perché cinicamente truffato ad un’orfana con la complicità di Previti, imbufalito contro il suo stesso universo.
Lo si descrive intento a sbirciare dalle serrature per scoprire chi ha tradito, chi non ha eseguito gli ordini, chi lo vorrebbe giubilare; non si arrende alla evidenza … pure basterebbe che si guardasse allo specchio per capire, per rendersi conto degli eventi.
Aveva programmato il trionfo, che lo avrebbe collocato tra i semi-dei, al di sopra di tutto e di tutti, ma non ha tenuto conto delle piccole cose.
Non ha tenuto conto delle tante madri, che lo hanno platealmente snobbato, sdegnate nell’aver visto sfruttare i figli di Veronica in difesa del padre, mentre lo stesso padre era impegnato a spalmarsi il viso di sterco incaricando un quotidiano servile a svergognare pubblicamente quella madre, mentre una vestale scandalizzata distribuiva informazioni non documentate, che descrivevano quella medesima madre come una gaudente spregiudicata, dedita ad amorazzi fedifraghi.
Lo sterco al posto del cerone non rende l’immagine di chi avrebbe voluto identificarsi come il solo in grado di decidere ciò che è Vero da ciò che è Falso, ciò che è Giusto da ciò che non lo è.
Ora vorrebbe declassare i colonnelli a caporali di giornata, stante il fatto di essere stato a sua volta degradato.
Ha avuto anche l'ardire di ribadire l'infelice, servile, sottomessa frase di Bertoni (sempre più impegnato nei suoi allenamenti per fare il pontefice; perchè Bertone il massimo che può fare e allenarsi, non certo prepararsi !) con la quale esaltava l'aria pulita che l'elezione di er più aveva portato
E Allora ?
Il re è nudo ?
Mi pare proprio eccessivo, al massimo “Er più è malvestito”, la bandana ce l’ha già.

Rosario Amico Roxas   
 
   10-06-2009
Don Farinella ha mostrato la nudità morale, non tanto del Re, il quale gode e si vanta di mostrarsi tale, bensì dell'attuale gerarchia clerico-fascista, che rappresenta uno dei punti più bassi toccato in duemila anni dal connubio diabolico tra l'Altare e il Trono. Come credente, non mi vergogno di credere e di proclamarmi cattolico grazie a semplici (alleluia!) sacerdoti come don Farinella e non per il bieco e diabolico opportunismo di un Bagnasco, di un Ruini, ecc., gente che Dante sbatteva all'Inferno in compagnia di Papi. E nell'accusa dovremmo ben arrivare anche più in alto (o dovrei dire in basso?). Grazie, don Farinella.
Marco Cipollini   
 
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Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
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