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Giovanni Pascoli, Edvard Munch e la tragedia umana. A cura di Anna Lanzetta
 
Commenti presenti : 4 In questa pagina : da 1 a 4
   15-12-2009
Il rapporto di Pascoli con Munch, che leggo in queste pagine è calzante nell'uso dei colori e toccante a livello umano. L'arte e la poesia sono specchi della realtà e in questo caso riflettono la tragedia che oggi vive l'uomo e con esso l'umanità.
Cristina Cioni   
 
   03-03-2009
Gentile signor Barbella, l'immagine della maestra da lei proposta è deliziosa, d'altri tempi è vero, una cinciallegra per i suoi piccolini, ma forse, mai come ora, ne avremmo bisogno ancora. Grazie della sua delicatezza. AL
Anna Lanzetta   
 
   01-03-2009
LA MASTHRA CAGAZZÙA

«Svanì» mi porta ad una poesia dialettale sarda del 1900, sassarese per la precisione. Come Svanì è come un altare al passato, qui alla masthra cagazzùa, una maestrina preelementare senza studi e cultura. Insegnava l’alfabeto e la dottrina cristiana per pochi centesimi al mese. La scuola? Quasi sempre un vano terreno, umido, freddo e senza luce: un vero tugurio. Sparita ormai, da tanto, la caratteristica figura di questa maestra cagazzùa, com'era definita allora in sassarese.

Da:
SASSARI VÉCCIA E NÓBA
di Salvator Ruju
a cura di Caterina Ruju
Edizione ILISSO

LA MASTHRA CAGAZZÙA (19)
Ad Arturo Filippi

Éra isthrìzura e ciatta che l’azzùa
e cu la bòzi bèdda e diricada,
e da tant’anni ignòra Ciara Fada
vibìa fèndi la masthra cagazzùa.
Di nótti iscìa calchi vóltha accùa
a vindissi la còsa rigarada:
un pògu di prunaldha inzuccarada,
lintiza mòra, calchi pésu d’ùa.
E ni turraba cu l’imborighéddi
e l’impullitta, cu la cunfittura
pa rigalalla a li só piccinnéddi.
E a di nótti, sóra, cu l’ammènti,
si ni cazzaba chissa só tristhura
cicchittèndisi tutta l’ebardhènti.


LA MAESTRA PREELEMENTARE

Era allampanata e piatta come un’acciuga
e con la voce bella e delicata,
e da tanti anni signora Chiara Fada
viveva facendo la maestra preelementare.
Di notte usciva qualche volta di nascosto
per vendersi le cose che le avevano regalato:
un poco di susine secche inzuccherate,
lenticchie scure e qualche grappolo d’uva.
E tornava con i pacchettini
e la bottiglietta, con i dolciumi
per regalarli ai suoi piccolini.
E di notte, sola, con i ricordi,
scacciava quella sua tristezza
sorseggiando tutta l’acquavite.

Gaetano Barbella
Gaetano Barbella   
 
   27-02-2009
Sono contenta di ritrovare questa poesia: La voce, perchè raramente viene proposta. Io la studiai alle scuole medie e oggi la rileggo volentieri e ne colgo messaggi diversi. Non conoscevo il pittore Munch, ne avevo solo sentito parlare, ma incuriosita, sono andata a ricercarlo tra le mie cose.
Queste idee aiutano parecchio noi lettori.
Cristina Guidi, pensionata
Cristina Guidi   
 
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