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Gianfranco Spadaccia. Caso Pinelli
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   09-10-2008
Ho sempre pensato che i soli ad avere interesse ad ammazzare il commissario Calabresi fossero i depistatori/mandanti della strage di piazza Fontana. E' storicamente acclarato che Calabresi fu parte attiva (e non innocente) nel tentativo di criminalizzazione degli anarchici e in cui il "suicidio" di Pinelli fu un "incidente di percorso". I mandanti della strage di piazza fontana erano e sono anche i mandanti del depistaggio. Ed è indubbio che Calabresi li conosceva... Chi allora poteva temere una sempre possibile crisi di coscienza di Calabresi. Chi poteva temere che Calabresi potesse fare i nomi di chi gli aveva detto di indirizzare e depistare le indagini. Ovviamente gli stessi che l'hanno fatto uccidere: i mandanti della strage di piazza Fontana.

http://lombardia.indymedia.org/?q=node/8846

Anch'io sono convinto di questo: basti rileggere quello che Gemma Capra ha scritto, a suo tempo, in riferimento al periodo immediatamente precedente il delitto. Basti riflettere sul clima che c'era in Questura in quel periodo, di come Calabresi fosse isolato e guardato con sospetto, basti rileggere quello che ha scritto Vasile sull'Unità: Calabresi si era, prima di tutti, pericolosamente avvicinato ai segreti e ai mandanti della strage di Piazza Fontana.

Per questo il delitto Calabresi è un atto terroristico, e la sortita di Sofri è un macigno sulla strada dell'accertamento della verità.

Se Sofri come afferma e molti, me compreso, ritengono vero, che non è stato il mandante dell'omicidio Calabresi, perchè poi si arroga il diritto di dire che non fu un atto terroristico ?

ll Giudice D'Ambrosio afferma giustamente:

«Davvero non capisco dove voglia andare a parare Sofri. La sua uscita è fuori luogo, fatico capirla.Dice il falso quando attribuisce la responsabilità della pista anarchica al povero Luigi. Fu la Polizia di Roma ad ordinare il fermo di Valpreda. Ma poi, se non è stato terrorismo quel delitto, mi domando cosa può esserlo. Esiste per caso un tribunale che condannò a morte Calabresi? Non mi risulta. Quell'uomo fu vittima di una campagna di denigrazione atroce, senza precedenti e mai più ripetuta, per fortuna. Credo che suo figlio sia andato all'Onu con pieno diritto. Che sia proprio Sofri ad affermare il contrario, mi sembra grave».

Il fatto che :" Quell'uomo fu vittima di una campagna di denigrazione atroce, senza precedenti e mai più ripetuta, per fortuna " non comporta necessariamente che sia stato ucciso per quello.

E' grave che Sofri cerchi di accreditare un sillogismo che avrebbe senso soltanto se Lui fosse il vero mandante. "Io non sono terrorista, Io sono stato condannato per il delitto Calabresi, il delitto Calabresi non è un atto di terrorismo".



E' gravissima, poi, l'affermazione categorica, che circoscrive tutto in un orizzonte ristretto e riduttivo:

L’omicidio di Calabresi – che è responsabilità di chi lo commise, e non di chi firmava appelli contro una sconvolgente vicenda di terrorismo di Stato e di omertà istituzionali – fu l’azione di qualcuno che, disperando della giustizia pubblica e confidando sul sentimento proprio, volle vendicare le vittime di una violenza torbida e cieca.

Ecco il punto: Chi lo commise ? e chi fu il mandante ? se non è stato Lui, perchè non sforzarsi di trovare chi è il mandante ? Anzi cosa ancora più grave dare per scontato che non ci sia stato un mandante ?

Qualche tempo fa, in occasione della famosa stele in onore del Commissario Cotroneo sempre sull'Unità scrisse:


“ Sappiano che ci fu un vero e proprio linciaggio della stampa contro di Lui. Sappiamo che non fu ne scortato né protetto. E sappiamo che fu assassinato per questo motivo”.




Allora non era chiaro a cosa fosse collegato la frase: E sappiano che fu assassinato per questo. Sembra il responso della Sibilla Cumana: a seconda che si elimini una frase la responsabilità si sposta come il giuoco delle tre carte:








“ Sappiano che ci fu un vero e proprio linciaggio della stampa contro di Lui.


E sappiamo che fu assassinato per questo motivo”. La responsabilità ricade su Lotta Continua e su Sofri;



. Sappiamo che non fu ne scortato né protetto.


E sappiamo che fu assassinato per questo motivo”. La responsabilità ricade sui servizi segreti





Adesso un termine viene eliminato. Non si parla più ne di scorta, ne di protezione la bilancia pende tutta da una parte.


E' con molta amarezza che si assiste a tutto questo nel giornale fondato da Antonio Gramsci, per il quale la verità è rivoluzionaria. Non si tratta di Sofri, forse è giusto che stia in carcere, ma per la VERITA': per rispetto di un uomo


e della sua famiglia:





:” (Pinelli) – Venne trattenuto illegalmente, ben oltre le 48 ore previste dal fermo di polizia, dopo essere stato fermato nella sede di via Scaldasole dal Commissario Luigi Calabresi . Il questore di Milano affermò in una conferenza stampa che l’anarchico, sentendosi scoperto, si era suicidato.
Saverio Ferrari – Le stragi di Stato – con prefazione di Vincenzo Vasile fondato :” unicamente su atti giudiziari”



Il Commissario Calabresi e Giuseppe Pinelli non hanno bisogno di ne di francobolli né di stele, ne di riconoscimenti: ma solo dell’accertamento della verità. E’ quello che, a quanto sembra, cerca solamente e dignitosamente la vedova Licia Pinelli.



“ Immagino soltanto una soluzione per questa tragedia lunga trent’anni: chi, quella notte, era nella stanza al quarto piano della questura di Milano, parli, racconti la verità. La verità è giustizia e soltanto la verità potrà rimarginare le nostre ferite e liberarci del passato “.
“ Soltanto la verità potrà fermare il tremore delle mie mani “


Pereira   
 
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Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
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