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Erick de Armas. Elena è rimasta… y papá tambien
 
Commenti presenti : 6 In questa pagina : da 1 a 6
   13-08-2008
Non mettiamo insieme i terroristi con Huber Matos e Armando Valladares, però. Non dimentichiamo che a Cuba non esiste libertà di alcun tipo, che ci sono circa 300 prigionieri politici e che pochi giorni fa un atleta è stato messo ai lavori forzati per aver esposto un cartello contro la dittaura. Tutto questo non c'entra niente con le restrizioni del periodo speciale.
Gordiano Lupi   
 
   13-08-2008
Caro Nino, gli anni più brutti furono dal 1992 al 2002, circa; quelli, critici fra 1992 e 1996, periodo che gli USA approfittarono per rinforzare il Blocco con le leggi Torricelli e Helms-Burton.
È molto difficile valutare con obbiettività le alternative nel Periodo Speciale. Non vedo altra a quella percorsa, senza perdere dignità e indipendenza; anche se ad un alto costo di privazione, sofferenze ed incertezze. Come si sa, sono di parte, perciò, il mio giudizio non serve a molto: non riesco ha essere libero di soggettività.
Una dell’alternativa era quella sostenuta dal governo degli Stati Uniti che passava per la claudicazione; cioè: economia libera di mercato, revisione delle politiche sociali, allineamento alla politica estera USA, apertura e vantaggi per le trasnazionali statunitensi ed il compenso per le nazionalizzazioni. Il compenso, che era stato rifiutato negli anni 60, doveva avvenire non mediante pago se non con la devoluzione delle proprietà; ossia, quasi tutto. Nel caso le proprietà non esistessero più, se dovevano privatizzare altre risorse. In politica, frammentazione e liberi partiti. L’interessante è che c’erano due strade, una processando e condanando Fidel ed altra con lui liderando i cambiamenti verso il capitalismo; dimostrando che non le interessava quale dittatore ci fosse se intanto lasciava posto alla dittatura del denaro, come successo in Cile e in altri tanti posti.
Non è difficile immaginare le conseguenze per la vita sociale e culturale cubana.
Non si può escludere che gli Stati Uniti avessero fatto di Cuba un gioiello per dimostrare quanto male fa il socialismo e l’indipendenza e quanto bene il capitalismo e la dipendenza. È una strategia vecchia: scegliere un paese per regione come esempio di bontà e fratellanza capitalista. Sono esempi Germania del Est in passato e la Repubblica Ceca oggi, Israele, Corea del Sud, Sudafrica, Costa Ricca e Cile. Secondo me, intravedendo il subbuglio latente del continente latinoamericano, questa sarebbe stata l’alternativa più probabile: fare dell’Avana il Lussemburgo delle Americhe. Al meno, fin che toccasse la “lotteria” ad altri.
L’ipocrisia in termini politico è facilmente dimostrabile; a parte che il mondo è pieno di monarchie costituzionali e non, di principati, di Commonwealth ed altre forme di dubbiosa democrazia, c’è il caso di Lettonia. Là si è escluso dai diritti politici i cittadini che non erano lettoni nel 1940 (sic); ovvero, quasi il 50% dei residenti. Nel 2005 ancora era così per il 20%. Il mondo accettò e accetta con passività. Cosa sarebbe successo se Kirchner in Argentina avesse fatto lo stesso privando il 85% perché d’origine europea?
L’alternativa di Miami coincide nella essenza e obbiettivi però differisce nei metodi. C’erano varie strade, da quella più pacifica a quella più criminale. A modo d’esempio: vari gruppi, i chiamati duri, hanno chiesto 48 ore senza legge per «aggiustare i conti». Il fare west! Fra i gruppi duri: Alpha 66, Assault brigade 2506 (quella di Baia dei Porci), Cuba independiente y democratica (Hubert Matos), Comandos L, Comandos martianos MRD, Cuban american national foundation (Jorge Mas-Canosa), Fundación Valladares (Armando Valladares) e Veterans of special missions.

Leonardo Mesa   
 
   12-08-2008
Le esperienze che Leonardo racconta sono tutte vere. Il suo commento è molto interessante e spiega molto della inventiva cubana.
Gordiano Lupi   
 
   12-08-2008
leonardo,dato che quel periodo l'hai vissuto,mi dici quanto tempo è durato e se,secondo te,senza lo stato i cubani l'avrebbero superato meglio.
nino   
 
   12-08-2008
La crisi socialista accompagnata dal Blocco che portò al Periodo Speziale, fu terribile. Per fortuna il governo Carter aveva tolto la multilateralità del Blocco e i paesi latinoamericani erano (quasi) liberi di commerciare con Cuba; se non, non saprei quale fosse stato nostro destino.
Non sono d’accordo con «la generazione costretta a scegliere tra la fuga e l’assenza di speranze»: la maggioranza ha scelto la speranza in terra patria. Sono completamente d’accordo con «devastata dal periodo speciale e dalle ristrettezze economiche, ma soprattutto la sua gente che inventa il modo per sopravvivere.»
Non credo che Erik se ne sia andato perché c’erano «assemblee assurde», «fanatici vanagloriosi» o costrizioni al lavoro volontario; se n’è andato perché voleva vivere meglio: infatti, sceglie (o li capita) uno dei paesi più ricco al mondo. Non va (n’anche io) nella Repubblica Dominicana o nel Guatemala dove non ci sono né assemblee né lavoro volontario né vanagloriosi.
Il copriletto (e lo stralcio) panato e la frittura con olio d’automobili sono favole che circolarono: sono bugie. Invece, sapete fare una bistecca dalla cortezza del pompelmo? Molti cubani la sanno fare (!). Altre novità culinarie? Il dolce di corteccia d’anguria, il pane di patata americana e lo stufato di cavolo cappuccio con cavolo cappuccio. Il riso o lo spaghetti microjet? Si fanno bollire 100 g per 6 minuti, si spegne e si lasciano a molo per mezza ora, si gonfiano, si riscaldano e… mangiano 5 ò 6 persone. Semplice, no?
Mio figlio è nato in dicembre di 1991, prima si nutriva con il latte della sua mamma che aveva garantito un litro di latte fresco giornaliero, che dopo passò in eredità a lui. Più avanti mangiava tritato di carne allungato – molto allungato – con soia, sorvolato di un migliaio di mosche. Oggi ha 16 anni, è più alto e salutabile di me.
Ci facevamo la doccia con acqua e basta. Alcuni esperimentarono con erba che faceva schiuma. A volte andarono bene; a volta, all’ospedale.
Io ho fumato sigari non mescolati, se non fatti tutto di foglia di banana, nella terra del migliore tabacco. Andava a fare lezioni nella università a 13,5 km di casa in bicicletta; non una leggera con cambi, se non una sovietica; e sono stato fortunato, altri abitavano più lontano e avevano una bicicletta cinese, che dopo 10 km sembra un carro armato. Mi presentavo a lezione con il dito piccolo che affacciava dalla scarpa ed i vetri spaccati di miei occhiali, uniti con scotch. Ho mangiato per mesi patate bollite con patata bollite. La mia altezza è 1,80 m; sono calato a 54 kg. Quindici giorni fa, 103: un disastro.
Mio zio era il primario d’oncologia dell’ospedale provinciale di Matanzas, aveva un’enorme scatola dove conservava i mozziconi delle sigarette consumate; quando non la trovava nei negozi, andava là a scegliere il “meglio”, fra il peggio. È morto di cancro.
Mia madre fu operata di un tumore al colon che le provocò un blocco intestinale. Fu suturata con filo di henequen (Agave fourcroydes) e il budello fu collegato direttamente al rubinetto d’acqua (!) per poterlo pulire. Non c’era il classico filo chirurgico né sufficiente disinfettante. Aveva bisogno di Rosefin: il reparto comunicò alla direzione oncologica, che comunicò al Ministero, che ordinò all’uomino incaricato di andare una volta alla settimana in Messico a comprare in farmacia i medicinali di urgenza mancanti; il blocco proibiva acquistare dai distributori e case farmaceutiche. L’antibiotico arrivò una settimana dopo, quando in messo della peritonite era in fin di vita. Mia madre è viva, dopo 14 anni.
Nel frattempo, USA e Miami rinforzavano il Blocco. Che schifo!
Leonardo Mesa   
 
   11-08-2008
certo,il periodo speciale non è stato duro,è stato durissimo.Se ad una situazione di grave crisi economica aggiungi anche l'autoritarismo,ecco che ci sono tutte le condizioni per cercare una vita migliore in un altro paese.
nino   
 
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