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Anna Lanzetta: 31 Dicembre, Cenone di Capodanno: dalle otto a mezzanotte
 
Commenti presenti : 7 In questa pagina : da 1 a 7
   09-01-2008
Carissima Lucia,
mi hai fatto una sorpresa graditissima e io ti rispondo aggiungendo qualcosa che avevo omesso nel cenone:'a tazzulella e cafè...
Eduardo porta sulla scena le tradizioni della cucina napoletana: il ragù fumante, rigatoni, tacchino, cappone, pesce, la frittata di cipolle o le cipolle soffritte, il caffè scaldato, la pastasciutta, la frutta, ecc. ma il caffè in “Natale in casa Cupiello” (1931), è altra cosa. Il protagonista rimprovera la moglie Concetta perché non è in grado di preparare un buon caffè:<>. Nel “cerimoniale del caffè” nell'opera “Questi fantasmi”, il caffè viene solennemente decantato da Pasquale Lojacono nel II atto mentre parla con l'immaginario dirimpettaio il prof. Santanna. “Il caffè simboleggia piccole pause di piacere dopo una dura giornata, è un momento di relax strappato alla fatica quotidiana. Il protagonista infatti dice: << [ ] Io per esempio, a tutto rinuncerei, tranne a questa tazzina di caffè, presa tranquillamente qua, fuori al balcone, dopo quell’oretta di sonno fatta dopo pranzo. Io stesso me la devo preparare con le mie mani. Mia moglie non collabora, mia moglie è molto più giovane di me, e la nuova generazione ha perduto queste abitudini che, secondo me, sono la poesia della vita; perché oltre a farvi occupare il tempo, vi danno una certa serenità di spirito. Il caffè deve avere io colore del manto di monaco, questo non è caffè è cioccolato. Vedete quanto poco ci vuole per rendere felice un uomo, prendere il caffè fuori al balcone scambiando due parole con il dirimpettaio simpatico, il caffè bisogna prenderlo con tranquillità>>.
Il caffè napoletano, cara Lucia e tu lo sai, è quello che si fa con la macchinetta napoletana che scorre a gocce e che ottura il beccuccio "cu'cuppitiello" per non disperdere l'aroma e questo mi ricorda mia madre...quel caffè era squisito. Lucia ti aspetto per sorseggiare 'a tazzulella e cafè quella di cui parla De Andrè in Don Raffaè...
A che bell’ò cafè
pure in carcere ‘o sanno fa
co’ à ricetta ch’à Ciccirinella
compagno di cella
ci ha dato mammà...
A Napoli c'è anche il rito del pagato...chi non può permettersi 'a tazza e cafè, entra in un bar e chiede:<> E' quel caffè che il più fortunato paga e non consuma a beneficio di chi non può...e questo è l'altro volto di Napoli.



Anna Lanzetta   
 
   08-01-2008
Dalla lettura di questo menù è possibile, insieme alla musicalità della "lingua" napoletana, sentire i profumi e i sapori, delle singole pietanze.
E' una sinfonia "appetitosa" che induce da sola a prevederre un "ottimo anno nuovo".
Auguri!!

M. Lucia Querques   
 
   31-12-2007
L'idea pateva venire prima...? L'ottimo menù presentato ricorda la mia infanzia a Sarno...!
Nicola
Nicola   
 
   31-12-2007
Sono di Sarno, e vi invito per il cenone della Lanzetta, tutti a casa mia.
Tore
Tore   
 
   31-12-2007
Buona idea a ricordare il cenone della vigilia di Capodanno. Aggiungo 'a frittata 'e iammarielli, i gamberetti di acqua dolce del fiume Sarno. Si friggono ca' farina 'e gran , peperoncino, aglio e olio extra vergine di oliva e buon appetito.
Alen
Alen   
 
   31-12-2007
In un momento di particolare difficoltà che la società stà vivendo è interessante e suggestivo trovare un richiamo forte alla tradizione.
Il menù di capodanno per l'Italia, per il sud ma per il napoletano soprattutto rappresenta il legame con il passato che viene tramandato e raccontato grazie a chi ha ancora voglia di trasmettere messaggi positivi utilizzando la tradizione gastronomica ricca di significati.




Alfredo   
 
   31-12-2007
....devo ammettere che questo testo mi suscita particolari emozioni e ricordi in quanto ho trascorso tanti capodanni nel napoletano e vi assicuro che sono davvero divertenti e indimenticabili.........tutto si svolge secondo tradizione, sin dalla mattina del 31 tutto diventa particolare fino ad arrivare al cenone che è qualcosa di veramente unico e poi chiudere in bellezza con splendidi "fuochi".......

Alessio
Alessio   
 
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