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Amir Valle. Habana Babilonia
 
Commenti presenti : 16 In questa pagina : da 11 a 16
   25-11-2007
Vogliamo paragonare Amir Valle a Gianni Minà? Devo mettermi a ridere anch'io, Titty? Magari paragonalo anche a Cabrera Infante... E poi lo hai letto l'articolo? Chi lo ha offeso? Dove leggi le offese? Ho scritto solo: perchè non si pubblica in Italia Amir Valle? Perchè Minà non vuole? Perchè per lui esistono solo gli scrittori di regime? Se gli scrittori e i giornalisti bravi si vedessero dai premi ricevuti e dalle copie vendute, allora sarebbe vero anche che Giorgio Faletti è il più grande scrittore italiano contemporaneo....

www.infol.it/lupi



Gordiano Lupi   
 
   24-11-2007
Liberissimi di farlo però prima di insultare qualcuno perlomeno conosciamo quello che ha fatto e non continuiamo a farlo per ripicca personale. Ciao ciao.
tytti    
 
   24-11-2007
Di puntini, sulle i, ne puoi mettere anche tre o cento. Tutti conosciamo Gianni Minà.
Ci piace conoscere anche la letteratura cubana: dà fastidio a qualcuno?
Grazie, Gordiano Lupi, di averci presentato anche Amir Valle! Magari, visto l'interesse, qualche editore si mette a tradurlo e a farlo conoscere anche in Italia...
Cordialmente
esplora   
 
   24-11-2007
Iniziò la carriera giornalistica nel 1959 a Tuttosport, di cui fu poi direttore dal 1996 al 1998. Nel 1960 ha esordito alla RAI come collaboratore dei servizi sportivi per le Olimpiadi di Roma. Nel 1965, dopo aver esordito al rotocalco sportivo Sprint diretto da Maurizio Barendson, realizzò reportage e documentari per rubriche come Tv7, AZ, i Servizi speciali del TG, Dribbling, Odeon, Gulliver.

Seguì otto mondiali di calcio e sette olimpiadi oltre a decine di campionati mondiali di pugilato, fra cui quelli dell'epoca di Muhammad Ali.

Realizzò una Storia del Jazz in quattro puntate, programmi sulla musica popolare centro e sudamericana, una storia sociologica e tecnica della boxe in 14 puntate intitolata Facce piene di pugni.

È stato, fra i fondatori de L'altra domenica con Maurizio Barendson e Renzo Arbore.

Nel 1976, dopo 17 anni di precariato, fu assunto al Tg2 diretto da Andrea Barbato e incominciò a raccontare la grande boxe e l'America dello show-business, ma anche i conflitti sociali delle minoranze. Iniziarono in quegli anni anche i reportage dall'America Latina che hanno caratterizzato la sua carriera.

Nel 1981 il Presidente Sandro Pertini gli consegnò il Premio Saint Vincent come miglior giornalista televisivo dell'anno.

Nello stesso periodo, dopo aver collaborato a due cicli di Mixer di Giovanni Minoli, esordì come autore e conduttore di Blitz, un programma innovativo di Rai Due che occupava tutta la domenica pomeriggio e nel quale intervennero Federico Fellini, Eduardo De Filippo, Muhammad Ali, Robert De Niro, Jane Fonda, Gabriel Garcia Marquez, Enzo Ferrari.

Nel 1987 intervistò una prima volta per 16 ore il presidente cubano Fidel Castro in un documentario diventato storico e dal quale è stato tratto un libro pubblicato in tutto il mondo. Dallo stesso incontro è stato tratto Fidel racconta il Che, un reportage nel quale il leader cubano per la prima ed unica volta racconta l'epopea di Ernesto Guevara. Nel 1990, dopo il tramonto del comunismo, fu ripetuta l'intervista. I due incontri sono riuniti nel libro Fidel.

Nel 1991 realizzò il programma Alta Classe, una serie di profili di grandi artisti come Ray Charles, Pino Daniele, Massimo Troisi, Chico Buarque de Hollanda e altri; presentò La Domenica Sportiva, ideò il programma di approfondimento Zona Cesarini.

Tra gli altri programmi realizzati: Un mondo nel pallone, Ieri, oggi… domani? con Simona Marchini ed Enrico Vaime e due edizioni di Te voglio bene assaje lo show ideato da Lucio Dalla e dedicato un anno alle canzoni di Antonello Venditti, e l'altro di Zucchero. Con Anna la Rosa realizza Storie .

Fra i documentari di maggior successo, alcuni di carattere sportivo su Nereo Rocco, Diego Maradona e Michel Platini, Carlos Monzon, Edwin Moses, Pietro Mennea e Cassius Clay-Muhammad Ali, che Minà seguì in tutta la sua carriera e al quale ha dedicato un lungometraggio intitolato Una storia americana.

Nel 2001 Minà realizzò Maradona: non sarò mai un uomo comune un reportage-confessione di 70 minuti con Diego Maradona alla fine dell'anno più sofferto per la vita dell'ex calciatore.

Nel 1992 iniziò un ciclo di opere rivolte al continente latinoamericano:

Storia di Rigoberta sul Nobel per la pace Rigoberta Menchù (premiato a Vienna in occasione del summit per i diritti umani organizzato dall'ONU),
Immagini dal Chiapas (Marcos e l'insurrezione zapatista) presentato al Festival di Venezia del 1996,
Marcos: aquì estamos (un reportage in due puntate sulla marcia degli indigeni Maya dal Chiapas a Città del Messico con una intervista esclusiva al Subcomandante realizzata insieme allo scrittore Manuel Vazquez Montalban) e
Il Che trent'anni dopo ispirato alla vicenda umana e politica di Ernesto Che Guevara.
Nel 2004 realizzò un progetto inseguito per undici anni e basato sui diari giovanili di Ernesto Guevara e del suo amico Alberto Granado quando, nel 1952, attraversarono in motocicletta l'America Latina, partendo dall'Argentina e proseguendo per il sud del Cile, il deserto di Atacama, le miniere di Chuquicamata, l'Amazzonia peruviana, la Colombia e il Venezuela. Dopo aver collaborato alla costruzione del film tratto da questa avventura e intitolato I diari della motocicletta, realizzò il lungometraggio In viaggio con Che Guevara, ripercorrendo con l'ottantenne Alberto Granado quell'avventura mitica. L'opera invitata al Sundance Festival, alla Berlinale e ai Festival di Annecy, di Morelia (Messico), di Valladolid e di Belgrado, ha vinto il Festival di Montreal e in Italia il Nastro d'Argento, il premio della critica.

Collaboratore per anni di la Repubblica, l'Unità, Corriere della Sera e il Manifesto, realizzò dal 1996 al 1998 il programma televisivo Storie (dove intervennero tra gli altri il Dalai Lama, Luis Sepulveda, Martin Scorsese, Naomi Campbell, John Kennedy, Pietro Ingrao) e dal quale sono stati tratti due libri.

Un suo saggio Continente desaparecido, realizzato con interviste a Gabriel Garcia Marquez, Jorge Amado, Eduardo Galeano, Rigoberta Menchù, mons. Samuel Ruiz, Frei Betto e Pombo e Urbano, compagni sopravvissuti a Che Guevara in Bolivia ha dato il titolo a una collana di saggi sull'America Latina edita dalla Sperling & Kupfer.

Nel 2003 Minà scrisse Un mondo migliore è possibile, un saggio sulle idee del Forum sociale mondiale di Porto Alegre che è stato già tradotto in lingua spagnola, portoghese e francese. Nel 2005 è uscito Il continente desaparecido è ricomparso, dove questo nuovo vento politico è interpretato da Eduardo Galeano, Fernando Solanas, Hugo Chavez, Gilberto Gil, cantautore e ministro della Cultura del Brasile e dagli scrittori Arundati Roy, Tarik Ali, Luis Sepulveda, Paco Ignacio Taibo II e dai teologi Leonardo Boff e Francois Houtart. Tanto per mettere due puntini sulle i.



tytti   
 
   24-11-2007
tyti ma no ti stanchi mai? perche continui a dire bischerate? inbece di parlare a banbera(o dobrei dire a miagolare)no risponde alle domande, osp ma che tontina che sono non avevo capito che stai giocando e che ti piace giocare da sola, vero?

dargy
dargy   
 
   23-11-2007
Nel 2007 Minà ha ricevuto il Premio Kamera della Berlinale per la carriera, il più prestigioso premio al mondo per documentaristi. Su su rispettto.
tytti   
 
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