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Anna Lanzetta: Una proposta per l'estate. Leggere-inventare con il gotico
 
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   14-09-2008
La notte degli orrori

Dopo un giorno di angoscia, Clotilde, ricevuta la notizia della morte del padre e della scomparsa del fratello maggiore, si recò nella sua casa in campagna.
Arrivata a destinazione, la ragazza s’impaurì, guardando la foresta che la circondava e che non lasciava passare un raggio di sole.
Ad un tratto, sentì il rumore delle foglie e il fruscio del vento sibilante e s’impaurì moltissimo…era terrorizzata al solo pensiero che quella stessa notte avrebbe dovuto dormire in quella casa.
Poi all’orizzonte vide avvicinarsi, galoppando un cavallo bianco con occhi tenebrosi che le incutevano terrore.
Arrivata nella sua stanza la ragazza si addormentò cadendo sul letto come una foglia morta. Tutto l’ambiente che la circondava le fece paura e all’improvviso cominciò a sentire il lamento straziante del padre e del fratello, che sembrava che le chiedessero aiuto. Nel sogno Clotilde vede e sente i suoi cari che gridano aiuto digrignando i denti e che tentano di scappare dalle creature malvagie che li tormentano con atroci pene.
Clotilde resta immobile come se fosse morta per la paura procuratale da quelle immagini raccapriccianti e per la sofferenza che quegli animali selvaggi procuravano ai suoi cari. Durante il massacro del fratello e del padre, Clotilde nota il cavallo bianco con gli occhi tenebrosi che aveva visto al ritorno nella sua casa e che le aveva messo tanta paura che lei era corsa a rinchiudersi nella sua camera.
Non ne poteva più povera Clotilde di veder soffrire i suoi cari e il dolore fu tale che decise di addormentarsi per sempre con loro.
Sono un ragazzo e mi piacciono i racconti di paura.

La notte degli orrori   
 
   26-11-2007
Racconto gotico: La vendetta del diavolo

Tanto tempo fa, una ragazza, di nome Ginevra, entrò a far parte di un gruppo devoto al diavolo.
Un giorno, le fu ordinato di portare a termine una missione nella quale doveva uccidere un bel giovanotto, ma alla vista di costui, lei se ne innamorò e decise di svincolarsi dal patto che aveva fatto con il perfido padrone.
Ginevra e il bel ragazzo si fidanzarono e, dopo aver fatto questo bel gesto, si salutarono, dandosi appuntamento per il giorno dopo, nella città in cui egli viveva.
Quella sera Ginevra, poichè era molto stanca, pensò di andare a dormire presto, perché l’indomani avrebbe dovuto affrontare un lungo viaggio, per incontrare il suo amato.
Durante la notte qualcosa andò storto e si svegliò di soprassalto: vide una goccia di sangue cadere dalla rosa che aveva accanto al suo letto e s’ impressionò molto; era ignara che quello fosse un segno di “sofferenza” e si alzò per bere un goccio d’acqua; ma la cosa l’aveva molto scossa e alla fine ritornò a letto agitata e preoccupata, per quello che era accaduto poco prima.
Appena si addormentò, fece un brutto sogno e cominciò ad ansimare: il diavolo stava entrando dentro di lei. Si mise a urlare e a cercare aiuto! Era entrata in un vero e proprio incubo, ma nessuno la poteva aiutare: ormai il diavolo aveva preso il sopravvento. Si sentivano i lamenti e i mormorii della ragazza che cercava di liberarsi del diavolo che la opprimeva. Ma dei fiocchi di neve caduti dal cielo stellato, fecero tornare nella mente di Ginevra i bei tempi passati con sua madre, quando era ancora bambina: l’immagine di quella scena bellissima era in contrasto con la perfidia del diavolo che sembrava cedere al desiderio di vivere di Ginevra, quando l’essere demoniaco riuscì a farle tornare in mente la tremenda morte del padre…
Fu così che riuscì a impossessarsi di nuovo del corpo di Ginevra. Lucifero ormai era imbattibile e logorava l’animo di Ginevra che, piano piano, si sentiva privata delle sue forze; il suo corpo stava diventando cenere: ormai era spacciata. Il diavolo aveva vinto! Il letto era ormai vuoto e la goccia caduta dalla rosa era scomparsa… il diavolo aveva portato a termine la sua vendetta.

Dal dipinto di J. H. Füssli l’Incubo, 1781

Riccardo e Andrea

Riccardo e Andrea   
 
   30-07-2007
E' proprio vero che la lettura rappresenta un modo estremamente significativo di imparare e ricordare gli eventi della storia dall'antichità fino ai giorni nostri.
Quando poi viene fatto (come nel caso proposto) della lettura uno strumento per apprendere argomenti non sempre accessibili attraverso la creatività e la fantasia, allora ci troviamo di fronte ad un esempio di didattica da sviluppare nelle scuole e da divulgare nella società civile.
Suggerisco a chi è in procinto di partire per le vacanze di sperimentare il percorso proposto e di cimentarsi nell'elaborazione di un racconto.
Alfredo   
 
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