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Sandra Chistolini. Il Coronavirus visto dai bambini della scuola dell’infanzia all’aperto
Il nuovo stile di vita per esorcizzare la paura
 
Commenti presenti : 70 In questa pagina : da 61 a 70
   17-03-2020
Un libro in cui i bimbi sono i protagonisti e sembra si diano la mano per formare un girotondo immaginario , ma non meno divertente di uno reale che hanno fatto chissà quante volte e che permette loro di capire perchè devono rimanere a casa e allo stesso tempo di fantasticare ed esprimersi in libertà continuando a \\\"frequentare\\\" compagni e maestre.
Gabriella Del Deo   
 
   17-03-2020
Complimenti davvero interessante ed in bocca al lupo non vedo l'ora di poterlo leggere con mio figlio.
Gianluca Urbano   
 
   17-03-2020
Grazie Sandra, proprio vero i bambini filtrano tutto e sono i primi nella loro innocenza e cristallina sincerità a vederci lungo!!! Questo pianeta sta informando l'umanità di tutti gli errori commessi e perpetrati nel tempo. MEDITIAMO GENTE CHE IL TEMPO CHE CI VIENE DATO NON È MOLTO. PENSIAMO PER IL BENE DI QUESTO PIANETA. 🙏🙏🙏😘
Alessandra Mailto   
 
   17-03-2020
Gotthold Ephraim Lessin diceva che l’attesa del piacere è essa stessa il piacere. Allo stesso modo, forse, l’attesa di un ritorno alla ferialità è essa stessa la normalità, intesa quale condizione in cui adulti e bambini possono riscoprire la bellezza delle relazioni senza clessidra. Il coronavirus se da un lato si presenta come un temibile nemico, dall’altro può considerarsi anche come un’occasione per riconsiderar le nostre certezze e le nostre priorità. Viviamo l’epoca dei cigni neri e le soluzioni di ieri iniziano a scricchiolare, tuttavia i valori di sempre, invece, possono e devono ritornare a essere la bussola per orientarci in un futuro assai incerto, assai diverso da quello immaginato fino a poco tempo fa. Le relazioni, quindi, soprattutto familiari, scolastiche e di comunità, devono assumere un ruolo baricentrico nello sviluppo della nostra società, proprio a partire dai nostri figli. Un antico proverbio africano ci ricorda, infatti, che per educare un bambino ci vuole un intero villaggio e noi, se lo vogliamo, grazie anche all’emergenza in atto, possiamo provare a picconare il muro della solitudine moderna per riscoprire il valore dalla comunità.
Stella Arienzo mamma di Maria Luce Asprino    
 
   17-03-2020
Progetto brillante e di grande supporto alle famiglie, ma in primis ai nostri bambini che in questo momento sono disorientati.. Riuscire a tirare fuori le loro emozioni è il modo migliore per esorcizzare le loro piccole grandi paure. Grazie di cuore
Amodior   
 
   17-03-2020
Una fantastica iniziativa che ha permesso di porre in essere quell'alleanza diretta tra la scuola i bimbi e le famiglie che da sempre è il filo conduttore della vera Educazione. L'unione fa la forza e i risultati si vedono!!!
Manuela Santucci   
 
   17-03-2020
Ottima l\'idea di catalogare i disegni e gli scritti dei bambini. Senza chiamare in campo Louis Corman, ma restando nella pedagogia più schietta, credo che visionare e raccogliere insieme un numero di disegni infantili sul fenomeno coronavirus sia davvero interessante perché, paradossalmente, istruttivo anche per noi adulti. La visione del mondo del bambino ci deve interessare poiché è anche, in parte, la nostra di adulti. Mentre il cambiamento somatico è progressivo e definitivo dalla nascita alla morte, cioè i connotati di età del nostro corpo ci abbandonano, la mutazione psicologica no. Nel nostro essere la dimensione infantile/fanciulla non ci lascia mai e si accomoda tra le pieghe del nostro ricordo più affettivo. Il Puer/Puella è un archetipo potente, base della nostra fantasia e creatività. È la spinta all\'immaginazione più libera che è inebriante perciò potente, ma anche pericolosa. Per questo va integrata con l\'archetipo contrapposto del Senex, cioè la saggezza, lo studio e il calcolo. Trovo, quindi, l\'idea della professoressa Sandra Chistolini molto interessante perché ci darebbe un\'ulteriore occasione di riflessione sul mondo infantile per comprenderlo meglio e, così facendo, giungere a comprendere meglio quello adulto. La totalità delle istanze psichiche, spesso separate e autonome in modo pericoloso, più saranno integrate al meglio e più avremo garanzia di equilibrio psichico. Equilibrio che deve essere la sostanza fondamentale di qualsiasi teoresi pedagogica, pena la sofferenza per i nostri piccoli e, in definitiva, anche per noi. Mi auguro, dunque, che l\'iniziativa della pedagogista Sandra Chistolini possa procedere fino a trovare un editore che pubblichi i disegni dei bambini sul coronavirus. Sarebbe un\'occasione straordinaria di crescita culturale per le giuste e competenti osservazioni della scienza pedagogica che potrebbero derivarne.

Dr. Ivan Battista, psicolgo, psicoterapeuta dinamico e del profondo.
Ivan Battista   
 
   17-03-2020
Cosa è accaduto? Come è possibile che per frenare l' incessante e inesorabile correre frenetico della nostra quotidianità sia stato necessario obbligarci a uno spazio senza tempo.
Questo spazio che cicatrice ci lascerà? Quanto e come rimarginerà la nostra ferita?
Ma poi questo tempo...riappropriarmi di togliere il pigiama quando ne ho voglia e accorgermi che non è una di quelle domeniche casalinghe che ho scelto di non tuffarmi in iniziative goliardiche o culturali ma un comune martedì.
Togliere la sveglia anzi le sveglie che cadenzano quei cinque minuti in più che sto distesa e che mi illudo di riposare ma che tracciano l'inesorabile scadenzario della giornata.
Cambiare l'ordine delle cose da espletare perché ho tempo, si ho tempo!
Il tempo di affacciarmi arruffata sulla terrazza e guardare il vicino che annaffia amorevolmente il suo giardino.
Il tempo di svegliare senza ansie mio figlio senza dovergli ribadire per la decima volta che farà tardi a scuola, il tempo per abbracciare mio marito, preparare la colazione insieme, accarezzare il cane e consolare al telefono l'amica che teme per la salute dei suoi genitori.
Il tempo per conciliare il mio inesorabile desiderio di scrivere e di leggere e soprattutto di farlo guardando il mare. Si, il mare perché io ci vivo quasi dentro nel mare ma come ogni essere umano che si abitua a tutto, anche a panorami come questo, di una bellezza che lascia senza respiro, spesso lo guardo di sfuggita con la presunzione di fargli conservare gelosamente e senza la dovuta riconoscenza, le mie paure, le mie gioie, i miei sogni, il destino dei miei cari.
E i miei alunni, si i miei piccoli alunni!
Gli uomini e le donne di domani che adesso vivono questa reinvenzione della loro quotidianità …chi si interessa del loro vissuto?
E’ così che abbiamo compreso che questo tempo andava raccontato, così come i bambini lo “sentono”.
Ed è possibile che, tra le mille cose che sta distruggendo questo temibile virus, un giorno ci troveremo a ringraziarlo quasi vergognandoci di farlo?
Gli stessi bambini con tono flebile mi dicono: "Sai Maestra quasi quasi questo Coronavirus mi piace perché mi fa passare tanto tempo in casa con mamma e papà."
Abituata alle loro voci, alle loro mille richieste ma soprattutto ai loro abbracci e alle loro confidenze,
quel tutto che dopo una giornata a scuola ti fa tornare a casa con la testa piena ma con il cuore ancor più traboccante di amore.
Non so se e quando tutto passerà, e passerà, ricorderemo quell'odore di pane fatto in casa, l'abbraccio di quella musica che ci ha accompagnato quando temevamo per il peggio...
Di certo, caro Tempo io ti rispetterò di più e a te dolcissimo mare che da diversi anni mi culli come una madre amorevole non riserverò più sguardi fugaci o a termine.
Nel frattempo caro Coronavirus ti esorcizzo con la storia che hanno inventato i miei alunni che come ogni bella storia che si rispetti ha un dolcissimo lieto fine!
ANDRA’ TUTTO BENE
Maestra Roberta






Roberta De Horatis   
 
   17-03-2020
Così come dettiamo le linee guida da seguire nella vita dei nostri piccoli per orientarli su ciò che è giusto e sbagliato allo stesso modo dovremmo a volte fermarci ad ascoltarli e osservarli ed imparare da loro una percezione della realtà che è istintiva, immediata, senza filtri spesso fuorvianti.
Il disegno e l’arte tutta abbatte le barriere culturali e linguistiche, strumento democratico per eccellenza e come tale tra le più efficaci forme di comunicazione possibili. Impariamo dai disegni dei nostri bambini la loro e la nostra realtà. Oggi impariamo da loro qualcosa sul Coronavirus, su come difenderci, sulle paura, le delusioni e sui lati positivi che porta un tempo lento, dilatato, ritrovato.
Chiara Molteni   
 
   17-03-2020
Grazie a questo articolo è possibile riflettere sul fatto che un caso di emergenza, quale il Coronavirus, consenta a bambini ed adulti di divenire consapevoli della responsabilità che ognuno di noi ha nei confronti degli altri, riscoprendo il valore di cittadinanza attiva e il senso di comunità. I bambini sono i primi, infatti, a rendersi conto del cambiamento in atto e dell'importanza di seguire le regole quotidiane apprese a scuola, quali il lavarsi le mani e il coprirsi la bocca in caso di tosse o starnuti. Questa nuova situazione, inoltre, ha permesso alle famiglie di riscoprire il valore dello stare insieme senza la '' minaccia del tempo che scorre''.
Alessandra Natalini   
 
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Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
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