|
Enrico Peyretti. Perché è bene votare no a questa riforma
Appunti miei da un dibattito (sul referendum, naturalmente) all'Anpi | | Commenti presenti :
12 |
In questa pagina : da 11 a 12 | 20-11-2016 | Il referendum è costituzionale e non politico.
È Renzi che, dall'inizio fino ad oggi (“un'accozzaglia di cattivissimi contro di me!”) lo rende politico-personale, in una logica da “principato” pre-moderno e non da democrazia costituzionale.
Non è un referendum sul governo, l'attuale o il prossimo, ma su come deve funzionare il sistema costituzionale. È sulle regole del gioco e non sul gioco in corso. Una sola delle parti non deve stabilire le regole. Se lo fa non ha il senso dello Stato di diritto, ma solo la regola bruta dei numeri, che autorizza chiunque allo stesso gioco brutale.
Le proposte sono arcicomplicate e pasticciate, dagli effetti incerti sia per chi le apprezza sia per chi non le apprezza. Un'altra riforma sarà sempre possibile, di mediazione tra tutte le parti (come saggiamente nel 1948, pur tra avversari radicali) e non imposta da una parte. Una riforma che spacca in due il Paese non è Costituzione, ma politica di forza. Domani, in questa logica, una opposta maggioranza potrà fare anche peggio. Renzi deve cambiare logica: la politica non è una gara di velocità e di forza, ma “tessitura” (Platone) attenta e delicata, e giusta, delle varie componenti e aspirazioni della società.
Un parlamento fiaccato dalla incostituzionalità del Porcellum non doveva osare una tale manipolazione della Costituzione di tutti gli italiani. Perciò è più costituzionale votare no. Enrico Peyretti | 20-11-2016 | Anche l'ANPI di Valenza ha indetto un confronto Sì-No con la presenza del Sen. Daniele Borioli, PD, per il sì e la Dr. Rita Sanlorenzo, Sost. Proc. Gen. alla Cassazione, per il no.Molto partecipato con molti interventi.
Molti, e anch'io, si fanno delle domande, e alcune delle tue considerazioni sono condivisibili, ma io arrivo a delle conclusioni diverse. A parte coloro che voteranno no semplicemente perché Renzi deve andare a casa, e viceversa coloro che votano sì per il motivo opposto, le argomentazioni nel merito da parte del no, se pure espresse con un alto livello culturale, si fermano sulla soglia della politica, oggi domani, non ieri o l'altro ieri, e non riesce a concludere il proprio ragionamento con una proposta di riforma più incisiva di quella che viene criticata e respinta. Questo perché oggi è praticamente impossibile, a differenza di quando fu approvata, costruire un ampio schieramento politico, parlamentare, credibilmente in grado di farlo. Se vince il sì, ci sono dei problemi certamente da mettere a punto, tramite una regolamentazione, esempio la elezione dei senatori che io vorrei più diretta e altro ancora.
Se vince il no qualsiasi processo di riforma rimane bloccato, in virtù del fatto che il fronte del no è talmente diviso su tutto che proprio non riesco a intravedere quelle maggioranze indispensabili per riproporre una riforma più “PERFETTA” di questa.
Tutto quanto resterà come è ora e questo non va bene, non solo a me, ma non va bene per il nostro paese.
Dopo la vittoria del no sarà già complicato ricostruire una maggioranza di governo, figuriamoci se affrontare una nuova versione di riforma costituzionale!!!
Non accuso il no di essere solo conservatore, ma conservativo sì in quanto non si può dire che vogliamo riformare e poi fermiamo il processo in atto, rimandolo a chissà quando, come e con chi.
Per queste ragioni, io -che non sono militante PD e tantomeno Renziano!!!- dopo aver ascoltato, letto molto, valutato a fondo voterò sì, perché intendo contribuire ad aprire un processo innovativo per il nostro paese e che obbligherà la Politica italiana tutta, in particolare a sinistra, a rifondarsi profondamente.
Un caro saluto
Giovanni Bosco (ANPI) Giovanni | | 1 | 2 | |
| Lascia un commento |
|
|