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Alfonso Navarra. Usa: Della scelta di Trump e della lezione sempre attuale del Vietnam
L’operaio dignitoso e intelligente forse ha fatto bene a non votare la Clinton, ma sicuramente non avrebbe dovuto votare Trump
 
Commenti presenti : 6 In questa pagina : da 1 a 6
   13-11-2016
Cara Antonia, leggo solo adesso la tua risposta sulla astensione. Certo che l’astenersi è una grossa, grave responsabilità, tanto è vero che cosi facendo si rischia sempre di fare vincere qualcuno che non ti va bene. Parlo ovviamente di elezioni politiche, amministrative, referendarie.
Come esempio il voto sul referendum del 4 dicembre. Persone che conosco, con buona cultura, anche impegnate che mi dicono che si asterranno dal voto oppure voteranno scheda bianca. Per poi criticare costantemente tutti e tutto. Ma che senso ha.
A me la scheda bianca fa pena, tanto più la si usa per punire qualcuno, ottenendo sempre l’effetto contrario.
Con molta stima
giovanni bosco   
 
   12-11-2016
caro Giovanni, una grossa, grave responsabilità è anche astenersi...
Antonia Sani   
 
   11-11-2016
Ho scritto “FORSE” perché non sono americano e non conosco bene le proposte e le esperienze di alternative come la donna candidata Verde .
Ma personalmente, turandomi il naso, se fossi emigrato come dei miei lontani parenti a Boston, avrei votato la Clinton, non fosse altro per difendere l'accordo di Parigi sul clima, che ora diventa carta straccia.
Per continuare ad oppormi, prima del voto e dopo di esso, alle sue - della Clinton - politiche concrete subalterne a Wall Street, come denunciato dallo stesso Sanders e dai suoi seguaci di Occupy.
Spero comunque che Trump si riveli più un Berlusconi che non un Mussolini: un parvenu del capitalismo entrato in politica solo per difendere il suo business.
Non a caso il Berluska è suo amico, come del resto è grande amico di Putin: tra paramafiosi ce la si intende.
Tra parentesi: giudico i pacifisti amici di Putin dei soggetti che è bene continuino a dare alle loro rubriche titoli come “l'arte della guerra”. Con le idee e con i valori di una cultura di pace hanno poco a che vedere, mentre per loro stessa ammissione possono essere irregimentati nelle fila di un “antimperialismo” violentista.
Il che non significa che bisogni applicare sanzioni alla Russia per la crisi Ucraina ed alimentare la farsa di una seconda guerra fredda.
A questo proposito ricordo l'appello che abbiamo lanciato con Alex Zanotelli: www.petizioni24.com/bastaguerrafredda
Ed oggi, a differenza dei Dinucci, dei Grimaldi, di Giulietto Chiesa, sarei con i giovani studenti dei campus a manifestare e protestare pacificamente per evitare l'America del mitra libero, della persecuzione contro gli immigrati, del sessismo e dell'omofobia sdoganati.
Ed appoggerei, senza identificarmi al 100%, i cinque punti che propone Michael Moore, ricordando che il regista aveva già previsto la vittoria di chi aveva bollato come: “questo miserabile, ignorante, pericoloso pagliaccio part-time e sociopatico a tempo pieno, che purtroppo sarà il nostro prossimo presidente”. (Vai su: http://www.repubblica.it/speciali/esteri/presidenziali-usa2016/2016/11/10/news/cinque_cose_da_fare_la_lista_di_michael_moore_per_limitare_trump-151720100/?ref=HREC1-3)
Trump toglierà le sanzioni alla Russia e cercherà di mettere al servizio dell'Occidente il bulletto di Mosca, che sarà ben felice di acconciarsi in tale ruolo di ascaro, che va a fare lavori sporchi e sanguinosi, alla faccia di chi confonde la Russia odierna con l'URSS del passato.
L'URSS era un vero contraltare alla potenza americana, la Russia di oggi non ha nemmeno gli occhi per piangere, se si esclude l'arsenale nucleare (che il buon Vladimir brandisce spesso pubblicamente).
Per quello che mi pare di capire, il vero confronto, da parte degli USA a guida Trump, si aprirà con la potenza concorrente della Cina.
Qui scatterà il protezionismo che è stato promesso in campagna elettorale e che aggraverà la crisi mondiale, nonostante gli effimeri festeggiamenti in corso delle Borse.
Sì, al di là delle chiacchiere demagogiche contro le élite, come con la vittoria di Berlusconi, banchieri, speculatori, affaristi, nell'immediato possono (miopemente) brindare con Trump alla Casa Bianca: meno tasse per i ricchi, taglio della spesa pubblica con attacco al welfare (ad esempio la pur timida riforma sanitaria di Obama), ancora deregolamentazioni e privatizzazioni, investimenti in armi e nel vecchio modello di sviluppo “fossile”...
Alfonso Navarra   
 
   11-11-2016
No, sulla astensione non sono mai d'accordo, neanche nelle assemblee “condominiali”!!!
In politica ho imparato da piccolo assumermi le mie responsabilità.
Gli operai americani se hanno votato Trump hanno scelto e si assumono le loro responsabilità, ma poi siamo sicuri che abbiano votato così tanto Trump?
Se mai, anzi di certo, è il Partito Democratico che ha sbagliato a candidare la Clinton.
A volte si pensa di avere vinto ancora prima di cominciare.
Giovanni Bosco   
 
   11-11-2016
Alfonso, molto bene. Infatti sarebbe stato da astenersi, non volendo adattarsi al male minore...
Hai fatto bene Giovanni a mettere l'accento sul sistema elettorale.
Antonia Sani   
 
   10-11-2016
Molto intressante, niente da aggiungere se non che comunque in voti popolari la Clinton avrebbe vinto. Perciò Trupm ha vinto per il sistema elettorale degli Usa, non a valanga come viene enfatizzato.
Una domanda: se l’operaio ha fatto bene a non votare la Clinton e non doveva votare per Trump, che alternative aveva, non andare a votare?
Saluti
giovanni bosco   
 
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