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Inaugurazione del nuovo anno scolastico al Quirinale
 
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   23-10-2006
Risposta a Uccia Paone.
Tutto ciò può avvenire solo in una scuola di tutti e per tutti, una scuola LAICA, equidistante nei confronti di religioni, pensieri filosofici e culture.
Una scuola che assume la conoscenza come valore fondamentale, una scuola che pone alle sue basi la Storia come ricostruzione del passato dell'umanità, dove non accade di dover assistere ad una riscrittura della stessa a fini di parte, una scuola dove non accade d'incontrare docenti che, negando tale laicità, agiscono a sostegno del proprio credo o del pensiero convergente, una scuola che osi riflettere su se stessa e si renda conto, finalmente, che molti dei suoi alunni, cittadini italiani o stranieri, non cattolici, devono subire quotidianamente piccoli o grandi negazioni dei loro diritti solo perchè sono minoranza.
Non sono certo queste minoranze che "sfottono"il crocifisso, oggettivamente è più facile che avvenga il contrario.
Sembra che nelle scuole italiane esistano solo i cattolici e i mussulmani, vogliamo considerare, finalmente, anche gli italiani non cattolici?
Questi sono quelli che,da sempre, sono stati costretti ad inghiottire rospi (alla faccia della Costituzione) e che, da sempre, hanno mostrato di rispettare gli altri.
Se la scuola agisse in modo veramente laico, potrebbe,
anche, spiegare Dante in modo chiaro a tutti, perché non sarebbe, evidentemente, una scuola di parte.
In qualche scuola, già oggi, lo si cerca di fare, che sempre più scuole lo facciano, questa è la vera speranza per la pace e per un mondo più bello.
Per finire riterremmo opportuno che "un formale giuramento sulla nostra Costituzione" fosse espresso non solo dagli stranieri che chiedono la cittadinanza, ma anche dai cittadini italiani, visto lo scarso concretizzarsi, a tutti i
livelli, dei valori costituzionali in Italia.
Cari saluti.
la segreteria di "Scuola e Diritti"
"Scuola e Diritti"   
 
   23-10-2006
Dalle parole di Napolitano emerge netta l'idea di una scuola che lei definisce giustamente"ideale". L'integrazione presuppone l'accettazione, come due elementi chimici che permettano la composizione di qualcosa. Accettazione vuol dire quindi compatibilità tra due esseri umani che si respittino nelle relative posizioni a prescindere da caratteri somatici e paralleli geografici. La scuola è il bersaglio di ogni responsabilità mancata...e secondo Napolitano è la scuola lo strumento dell'integrazione coi nuovi immigrati di razza e civiltà diverse. Ora io penso che la cittadinanza, sulla quale i politici imbastiscono sofistici ragionamenti dispersivi, possa essere data solo con formale giuramento sulla nostra Costituzione: è da questo atto di accettazione di regole e usanze che la scuola può poi favorire e facilitare l'integrazione degli stranieri in Italia. Il discorso di Napolitano appare a me stucchevole perché aggiunto ai precedenti messaggi augurali d'ogni presidente di Repubblica, nei quali la scuola è sempre e comunque un qualcosa di teorico e di astratto che investe gli insegnanti di una responsabilità sempre più marcata. Come può un insegnante favorire l'integrazione tra due studenti uno dei quali sfotte il crocifisso che l'altro porta sul petto? Come può un insegnante spiegare la condanna di Maometto all'inferno da parte di Dante se quel ragazzo è lontano mille miglia dal nostro Medioevo e non è passato, nella sua cultura, attraverso fasi storiche come Umanesimo, Rinascimento, Illuminismo, Risorgimento? Ecco quindi la necessità di cominciare dall'accettazione della Costituzione con le sue leggi come primo passo verso l'accettazione della nostra civiltà da parte dello studente straniero e lo scambio con lui della sua storia, delle sue ragioni, del suo credo.Forse sbaglio in quanto dico? Probabile. Sono esterofila non per ideologia ma per...istinto e so che l'integrazione fallisce anche con un condomino se manca il rispetto reciproco e l'accettazione della propria individualità: e questo nello stessa città, con la stessa "razza" e col linguaggio comune; con le stesse esperienze storiche e con lo stesso cimitero, con lo stesso dio e con lo stesso amuleto in tasca.
Condivido in grandissima parte quanto lei scrive, qualche "ma" l'ho in serbo e forse tornerò a esprimerlo con qualche osservazione personale. Cordiali saluti Uccia Paone.
ucciapaone   
 
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