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“Vorrei la si facesse finita con la scusa dell'embargo”, Yoani a Washington
 
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   27-03-2013
Pereira, non ho paura di nessun cassetto e dico sempre quel che penso; tanto che a Cuba più di uno mi considerava dissidente. Qualcuno – veri e propri cretini – dicevano che ero della Cia. Alcuni ci crederono tanto che mi organizzarono un paio di interviste per Radio Martí; che sarebbero state pagate a 10 USD ognuna; totale 2.400 CUP dell’epoca.

Pereira, peccato che continue ha essere disinformato. Le destituzioni sono state pubbliche, quel che è stato riservato sono stati i dettagli, ma, di fatto, diventarono anche essi pubblici; tanto nel caso Lage-Roque come en quello de Robaina. Nessuno fu levato per arricchirsi né per accettare soldi per uso personale. Per esso furono levati Luis Orlando e Aldana. Prima considerati dalla dissidenza di Miami come stremisti – in effetto, Aldana lo era – ma dopo la destituzione o condanna (secondo il caso) diventarono “buoni”. È la lunga storia della poca originalità della dissidenza. Dissero che levati perché preparavano un colpo di Stato, avevano troppi seguitori, erano una scomoda ombra.
Tornando. Robaina, docente di matematica, fu caciato anche dal Partito, ebbe lavori statali e adesso dipinge e gestisce un paladar; come tanti cittadini cubani. Roque, ingegnere, dirige un’impresa e continua nel Partito e non si è mai sottratto degli impegni. Lage, medico ed economista di fatto, non so dove sia; alcuni dicono che sia tornato a fare il medico, altri che non fa niente.
Pereira, è curioso come non sappia degli scandali della dissidenza di Cuba e Miami ma sì ripeta quel che dicono.

Altro. Cuba non ha fallito nemmeno economicamente. Se non no avrebbe potuto resistere il Blocco della potenza che rappresenta il 25% dell’economia e il commercio mondiale, il 75% delle finanze.
La divisione delle famiglie cubana non è invenzione del governo cubano. Forzata dagli Usa, boicottati gli sforzi del governo Carter, esacerbata con Reagan e i Bush. Per fino, adesso che anche Obama ha fatto passi è stato duramente contestata dalla Lethinen… guardate caso… la che applaude Yoani… e Yoani ricambia senza prendere l’argomento.

Leonardo Mesa   
 
   26-03-2013
Nessuno si sottrae “compagno Mesa”,nessuno se sottrae …. pero per quanto sembra ho aperto un cassetto pieno di scarafaggi con il mio commento, visto che Lei l’ha presa cosi a cuore che ha fatto un tema, quasi una tesi, si fa per dire.
I suoi argomenti in qualche modo affermano la mia teoria. Il vero senso del mio commento e proprio questo; visto che con tutti i retroscena che lei stesso espone, questi “cari compagni” oggi sono nell’ombra vivono al margine degli impegni della militanza -cosa non da poco che mi fa dubitare molto sulla loro onestà intellettuale- visto che non si può vivere al margine di una ideologia cosi invadente nella vita di ogni cubano, lo sappiamo tutti. Invece no,questi “compagni” si sono auto isolati,si sono chiusi,sono andati in letargo e vivono al margine dei sacrifici che la maggior parte dei cubani devono superare ogni giorno. Questi sono coloro che ci hanno rappresentato,cosa nascondono che non potevano essere puniti pubblicamente?
Di tutti quei “retro-scena da Miami” come dice Lei con epiteti vari anche su Yoani,io non ne posso parlare ne bene ne male, parlo di quel che ho vissuto, che ho visto, che ho sperimentato in prima persona,non sono un fanatico ne tanto meno un estremista,sono una persona comune che ha delle opinioni nient’altro. Guardo la realtà con i limiti ei vantaggi delle persone comuni,a volte anche ingenuamente e contrario a come dice Lei ma, capisco che faccia un uso del linguaggio da “militante” non faccio idolatria su nessuno, mi dispiace deluderla,il Fidel castro che avevo in me l’ho abbandonato d’anni. Sono uno qualunque che vive alla giornata e mi guadagno da vivere onestamente.
Non sono uno esperto Mesa, l’ho avevo detto già in tante altre occasioni. Il punto, si questi personaggi ci fossero onestamente impegnati anche nel cambiamento all’interno della nostra società, non avrebbero mollati il loro impegno etico,capito compagno,tutto qua?
Yoani,con tutti quei “chiari e oscuri” che Lei afferma al momento fa se stessa,nel bene e nel male,guarda con i suoi occhi la realtà che la circonda a modo suo. Scrive,fa la giornalista, ho intenta di fare la giornalista,a modo suo,e questo e il bello,capito e un suo diritto più che legittimo,argomenti si, ne ha parecchi per questo motivo ce tanto rumore intorno a Lei,ma fino a prova contraria non ci ha governato,non ha avuto delle responsabilità pubbliche nei confronti delle sorte delle nostre famiglie,del fallimento economico che vive oggi il nostro paese,la divisione delle famiglie per questioni politiche assurde, fanatismi di ogni genere,per questo motivo abbiamo diritto di criticare le sue opinioni nel merito ma, per quanto mi riguarda e libera di ogni responsabilità per come dopo 50 anni vanno ancora le cose nel nostro paese.Quelli che ci hanno governato hanno la piena responsabilità,quelli che hanno preso decisioni importanti,quelli che hanno fatto del nostro paese il proprio patrimonio personale e personalistico.A loro e solo a loro dobbiamo chiedere spiegazioni,a loro e solo a loro dobbiamo esigere e chiedere il conto di questo gran fallimento,Yoani come tutti noi in fin dei conti e solo il frutto di questa anomalia.
Nos vemos

Roberto Periera   
 
   26-03-2013
proposta con sorriso:


Che ne direste se ci vedessimo per parlare pro fidel o contro fidel, prossimamente a Bari?
Il viaggio è pagato, così mi dicono, ed è un gran peccato aver perso lo splendore di roma sabato scorso.
pensateci.

patrizia
patrizia garofalo   
 
   25-03-2013
Pereira, sicuramente non è lei – né nessuno – che mi può “ordinare” di cosa occuparmi. Poi la potrei ricambiare chiedendole di parlare di cose delle quali lei accuratamente tace. Potrei “entusiasmarmi” ed “esigere” pure a Yoani & Co.

Sulle vicende che racconta, lei è parzialmente informato; per non dire disinformato.
Roberto Robaina (Robaina, Robertico, Pico d’Oro), dopo tanti anni di importanti incarichi, viveva in un appartamento che faceva schifo. Diventò ministro degli Esteri (Minrex), con tanto grande consenso popolare come divisione fra la dirigenza; tanto che la sua presentazione fu fatta da Fidel in persona per spiegare le motivazioni per le quali «in [quel] dato momento, […] dove [Robertico] aveva raggiunto un gran prestigio nazionale e internazionale con le organizzazioni giovanili internazionali» c’era bisogno di essa nomina. Quando diventò ministro le consegnarono una casa, molto buona, dove, come previsto, recideva anche delegazioni straniere. Andava a lavorare in biciletta, come Lage, ma lo stesso furono criticati da Miami perché quando arrivavano in ufficio si facevano la doccia per levarsi il sudore e cambiavano abito. Quanto lusso!
Robaina fu levato per incompetenze SUCCESSIVE nel suo lavoro e per avere fatto delle dichiarazioni a nome del Governo cubano senza che lo fossero. Ma da Miami dissero che fu perché aveva detto: «sarò il prossimo presidente di Cuba». Una frase che invece apparteneva a dissidenti come il «Fullero», il «Camaján» e Payá; o altri di Miami, come Mas Canosa. Lei dice che Robaina si occupa «a tempo pieno» di una paladar (niente di male); ma da Miami dicono che si occupa di un giardinetto statale. A chi credere?
Carlos Lage, (Lage, il Medico; l’Apostolo per i suoi tratti fisici e modo di parlare) con grande consenso popolare, arrivò a Vice presidente del Consiglio di Stato, considerato da molti come persona appropriata per una successione. Implementò delle riforme che erano GIÀ previste quando la Rettificazione di Errori (1985) e nel caso che le condizioni peggiorassero con la già prevedibile (1988) disintegrazione del campo socialista. Però da Miami, lamentoso sempre per la mancanza di riforme, Lage fu presentato come riformatore, il Gorbaciov, la quinta colonna, il dissidente, «la lima sorda», «il traditore». Tutto per restarle consenso popolare e creare divisioni nella dirigenza. Un po’ come oggi – 20 anni dopo – si fa Con Diaz Canel. Vedete quanto la “storia” della dissidenza si ripeta, e quanto poco originali sono.
Carlos Lage assieme a Felipe Pérez Roque sono stati destituiti quando, esagerando con delle feste con un loro amico spagnolo, al quale avevano agevolato; «il miele del potere», anche se senza avere ricevuto niente a cambio che non fossero le feste dello spagnolo. In più, lo spagnolo gli registrava di nascosto; alcuni dicono per ricattare, altri perché spia estero. Nelle registrazioni apparivano loro anche raccontando barzellette – che tutti cubani facciamo e ridiamo – ma di sicuro non bene in tali occasione da parte d’alti dirigenti ai quali stavano accerchiando. La spiegazione fu assolutamente necessaria in quanto ambedue (Roque, negli ultimi tempi, un po’ di meno) godevano – contrario a quel che lei racconta – di ampio consenso popolare. Le motivazioni furono spiegate abbondantemente in un estensivo video che fu progettato a tutti militanti del Partito; ma come i componenti sono così tanto, il contenuto diventò di dominio pubblico. Sempre ho criticato che non si facesse di maniera completamente pubblica.
Felipe Pérez Roque, (Felipe, non Filipito; il vecchio, per quanto serio era; il Bulldog, per i suoi tratti quando ingrassò), ebbe una storia lunga cominciata quando studente e diventata di spicco quando presidente della FEU (Federazione di Studenti Universitari) del Politecnico dell’Avana e dopo dell’intera FEU. Persona eccezionale. Nonostante i suoi incarichi, abitò fino a passare al Gruppo d’Appoggio di Fidel o a ministro (non ricordo l’esatto momento), nella sua natale Nueva Paz, in una casa del tutto comune. È delle destituzione del “mio tempo” che mi è addolorato di più.

Cuba ha una storia di grandi destituzioni. Qualcuno riprende come prima come Ramiro Valdés; qualcuno in qualcosa di meno come Efigenio Almeijeiras; qualcuno del quale non se ne parla più: tutto dipende della qualità umana e la voglia di rettificare. Problemi e incapacità, deterioro e pure chi si approfitta e chi si corrompe, c’è dappertutto, anche a Cuba. Ma infinitamente inferiore ad altri posti e altri sistemi politici che a quanto pare lei, Pereira, – contraddittoriamente – idolatra.

Pereira, le ho risposto. Non mi sottraggo mai; ormai dovrebbe saperlo.
Mi potrebbe ricambiare la cortesia, parlando degli enormi e miliardari scandali della dissidenza cubana in Cuba e a Miami; della loro divisione e lotta per il potere; degli stessi che partoriscono, allevano e pagano la “dissidenza” e i personaggi che la compongono; e che lei esalta? Se vuole l’indico alcuni nomi; se vuole anche di alcuni che oggi applaudono a Yoani Sánchez?
Io non mi ho sostrato. Sono sicuro che lei – se è coerente e cortese – “ricambierà”.

Leonardo Mesa   
 
   25-03-2013
Più che di Yoani, il compagno Mesa dovrebbe occuparsi e preoccuparsi sopratutto di tutti coloro che dal governo negli ultimi 50 anni hanno portato in giro per il mondo il loro patetico discorso in nome del popolo e poi hanno rubato, sono stati tolti dalla circolazione senza spiegare pubblicamente cosa abbiano fatto e perché siano stati messi da parte in silenzio sotto banco. I nomi sono tanti, ne cito i più noti: Carlos Lage vicepresidente e altri incarichi, sparito dalla circolazione, per anni delfino di Fidel Castro, viaggi,ville, privilegi ecc ecc. sulle spalle di tutti noi. Robertico Robaina: prima primo segretario della unione della gioventù comunista poi addirittura ministro degli esteri, ora si occupa a tempo pieno del suo ristorante e delle sua “opera d'arte”, perché nel frattempo divenne pittore; vive tranquillamente dopo aver accumulato beni e privilegi, sempre sulle spalle altrui, e improvvisamente sparito, abbandonato il discorso patetico e populista, per fare l'imprenditore. Arriviamo a Felipe Perez Roque (Filipito per gli amici), anche lui ministro degli esteri con dei bei discorsi davanti all’ONU e chi più ne ha più ne metta, anche lui liquidato e poi sparito dalla circolazione senza nessuna spiegazione.
Sono questi i personaggi che ci hanno accompagnato per il mondo parlando a nome di tutti senza chiedere niente a nessuno, senza che nessun cubano li abbia eletti. Hanno ripetuto fino all’esaurimento slogan, impegni, promesse, giurato fedeltà argomentando sempre il loro patetico discorso e poi? E poi? Chi non avesse ancora avuto l’opportunità di conoscere questi personaggi, pregherei il compagno Mesa se, gentilmente, visto che abitualmente è cosi presciso e puntuale, potesse illuminare tutti sul perché questi cari compagni hanno vissuto per anni avvolti dalla retorica “rivoluzionaria” accumulando privilegi, ricchezza e un bel posticino del jet set e oggi vivono indisturbati nel benessere.
Cosa ci può dire il compagno Mesa delle sue approfondite ricerche su questi “signori del Popolo”?
Roberto Pereira   
 
   22-03-2013
marc,io non sono cubano,ma dominicano,l'ho già scritto.
ho vissuto a cuba per lavoro,(sono un architetto),e lo stesso lavoro lo svolgo nel tuo bel paese,così come ho fatto in giro per il mondo.
era solo per precisare.
hermes leon   
 
   22-03-2013
Hermes Leon da cubano doc è uno che durante il pasto ama sputare nel piatto dove mangia e per questo gode nell' offendere chi gli dà pane e companatico ma oggi non posso dargli torto del tutto, dopo la meschina figura che stiamo facendo con la storia dei marò. Non c'entra con il post, ma si riferisce al precedente contributo di hermes leon. Se lui è così avvelenato con il paese che l' ha accolto e sfamato, episodi come questo non contribuiscono certo a tranquillizzare il suo malessere
marc   
 
   21-03-2013
Ci vuole veramente coraggio a scrivere che l'embargo fa comodo al governo cubano,per essere solidali con il popolo cubano forse sarebbe bello eliminarlo questo embargo vergognoso condannato per 20 volte dall'onu, ma anche il più progressisti dei presidenti Usa non osa mettersi contro la comunità cubana di miami ne tanto meno ha ridotto i finanziamenti pubblici ai controrivoluzionari (fnca radio e tv marti..ecc...)
Gerard   
 
   21-03-2013
l'atteggiamento della sanchez è variabile a secondo di chi le sta davanti,in brasile accomodante e quasi permurosa nei confronti di cuba,negli u.s.a.,diventa, ovviamente, feroce e integerrima.
opportunista,falsa,dalle tante facce come la cipolla,ma non sarà mica italiana?
hermes leon   
 
   21-03-2013
Caro Niki, basta seguire i camaleontici cambi di atteggiamento di Yoani, sentire tutto il suo intervento o, semplicemente, levarle la parte “in più” alla frase che hai sottolineato: «In questo periodo storico è necessario aiutare i cubani che vivono a Cuba […] perché noi cittadini che abbiamo scelto di esprimere la nostra opinione stiamo correndo molti rischi.» L’aiuto non è per i cubani; è per lei e la sua compagnia.
Yoani è parte indissolubile del Blocco, e per questo è ricevuta, promossa e applaudita dall’erede Diaz-Balart, Ileana Ros-Lehtinen e Joe García, che sono parte dei principali fattori del rinforzamento del Blocco.

Leonardo Mesa   
 
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