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Francesca Giustini commenta l'articolo di E.M. Cipollini su “Padre padrone” di Gavino Ledda
 
Commenti presenti : 2 In questa pagina : da 1 a 2
   29-09-2012
Ringrazio Francesca Giustini per il suo commento che scava a fondo le più ampie ragioni,oltre la letterarietà della rilettura del romanzo di Ledda,in tali pagine da me proposto,in un momento di Krisis o punto di rottura o di Kairos o momento atto per un ripensamento atto ad una fondazione e concrezione concrete ad un nuovo di pensare la politica nei suoi fondamenti statuali.Le forme kantiane ,Dialettica trascendentale,sono riassuntive, grazie all\'opera del filosofo tedesco di demolizione di una metafisica tradizionale,di ogni libertà e automia dell\'uomo contro ogni formna di asservimento dello stesso. Tali forme di asservimento possono essere la religione istituzionalizzata in enti positivi di hegeliana memoria o della famiglia e di ogni ordine basato su \"consuetudini\".Nn è detto che tali,perché accettate acriticamente o per interesesse egoistico o di parte, siano \"giuste\" ma come ogni creazione umana devono esser passate al giudizio critico intellettuale(nn uso il termine ragione perché assume altro senso ).In primis, la ostinazione verso ogni forma di novità perché ritenuta deleteria. Si pensi ai diktat della chiesa che si oppone a ogni gorma di pensiero laico( dal testamento biologico sino a determinate sostanze terapeutiche solo per il pregiudizio di illegalità). Da semore il pensiero aperto e laico so oppone a certo dogmatismo religioso che nulla ha a che fare con l\'umanità e le sue Exis!Se persistono sacche di ignoranza dei diritti elementari dell\'uomo( come il diritto di scelta, di nn essere reificato, di nn esser/storditodai media)e di resistenza a necessità,compresa una struttura familiare patriarcale atavica nel sentire,lo dobbiamo alla mancanza di catarsi,di purificazione ,legati come si è ad un pensiero retrivo e dannoso. Ma i peggiori schiavi sono coloro che mai hanno assaporato il libero pensiero ma si sono e si accodano a certezze da travet. Ebbene nulla si può mai dire certo in sede filosofica e umana in genere. Enrico Marco Cipollini
enrico marco cipollini   
 
   29-09-2012
Non ho letto il libro ma posso affermare che anche nelle campagne dell'idiliaco-industrializzato nord questo problema esiste.Chi incriminare se non la pubblica(e scarsa)istruzione?Forse il problema risiede nell'esigenza di avvalersi di tali"muli ignoranti del lavoro"allo stato?sicuro non giova all'individuo....brava Francesca
matteo crosera   
 
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