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Ángel Santiesteban. Il triste centenario di Virgilio Piñera | | Commenti presenti :
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In questa pagina : da 11 a 13 | 09-09-2012 | Bruttissimo infangare la memoria di un grande scrittore per difendere una dittatura indifendibile. Sarebbe come trirare fuori gli stessi argomenti contro Pier paolo Pasolini per giustificare la Democrazia Cristiana e le persecuzioni subite anche da sinistra dal grande scrittore e regista italiano. Ognuno usa gli argomenti di cui dispone, comunque, si qualifica per quel che dice e risponde prima di tutto alla sua coscienza. Arenas non può più difendersi, ed è morto anche grazie al regime cubano, che ha sulla coscienza tanti cadaveri. Consiglio a tutti di leggere PRIMA CHE SIA NOTTE (Guanda) e di vedere lo stupendo film tedesco tratto dal libro autobiografico. Passa spesso in TV. La verità viene sempre a galla. Per fortuna. Nonostante l'ideologia. Nonostante la propaganda. Gordiano Lupi | 08-09-2012 | E' interessante osservare come l'apparato di regime ancora continui la sua persecuzione funesta ai danni di Reinaldo Arenas.
È antopologicamente suggestiva la scelta della diffamazione oltre che della persona anche della memoria.
E' una sorta di negazionismo cubano. Che a mio avviso, come quello relativo alle azioni del nazifascismo, meriterebbe le cure di un giudice attento. Massimo Campo | 08-09-2012 | La storia dell’omosessualità come causa dell’ostruzionismo a Piñera nasce, fondamentalmente, dal racconto di Reinaldo Arenas, che però ha una lunghissima storia di falsità e incomprensioni con tutti.
Reinaldo racconta di essere stato processato ingiustamente perché omosessuale; invece, lo fu per avere relazioni sessuali con 2 minorenni, anche se furono relazioni consensuali. Si dichiara profugo della giustizia e perseguitato ma camminava liberamente nell’Avana e si riuniva assieme ad altri importanti poeti (quando non si era bisticciato, cosa che accadeva spesso) in una casa di fronte al centrico parco dei Martiri, in San Lázaro e Infanta. Si dichiara dissidente ma non ci sono evidenze di azione, programma e nemmeno dichiarazione. Racconta che è riuscito a scapare perché nel documento di identità, sopra la «e» mise un puntino per convertirlo in «i»; e dice che riuscì a imbrogliare le guardie – che dice avevano precise istruzioni di non farlo partire – perché invece di Reinaldo Arenas Fuentes – grazie al puntino sulla «e» era diventato Reinaldo Arinas Fuentes. Incredibile, vero?
Nonostante queste (alcune) cose di Reinaldo, ancora, dopo oltre 20 anni, si prende per esatta verità tutto quel che lui raccontò.
Virgilio Piñera non fu appartato né per omosessuale né per «nemico della Rivoluzione. Se non per altri motivi vincolati alle circostanze storiche e la prevaricazione di un’altra estetica. Discutibile, condannabile pure, ma non per i motivi che si sbandierano. Una responsabilità però corrisponde per intero a Piñera compartita anche con altri del gruppo Origini: l’insistenza di molti intellettuali nel limitare l’arte e la letteratura di masse, perché – secondo Lezama – «le masse non sono all’altezza». Dichiarazione parzialmente rettificata dopo come: «le masse non sono ancora all’altezza». Ma come potrebbero esserlo state in futuro se dall’inizio il coinvolgimento le fossi stato negato? La produzione artistica e letteraria di Cuba prova che coloro che impulsarono l’«altezza delle masse» avevano strategica ragione.
Gli artisti – senza escludermi, in qualità di (passato) architetto – spesso rimaniamo intrappolati nel Yo, mie scelti e nessun altro.
Tornando al Centenario di Piñera. Il governo cubano è stato criticato ieri per appartarlo; oggi per lodarlo e avere preparato una commemorazione come pochi si ricordano in Cuba.
Come sempre: il governo cubano va condannato perché sì e perché no. Condannato sempre. Al governo cubano e le sue istituzioni, qualsiasi rettifica le è negata. Perché l’obbiettivo non è farlo migliore se non distruggerlo.
Leonardo Mesa | | 1 | 2 | |
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