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Yoani Sánchez. L'opposizione cubana eternamente divisa
Dibattuta tra abbattimento del regime o dialogo | | | | Commenti presenti :
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In questa pagina : da 31 a 31 | | 01-08-2012 | I cubani sanno benissimo che la libertà non é mai un regalo, ma una conquista della società civile. Chi opera per questa conquista dall'esilio, mai popolo fu piú costretto a questa pratica immorale negli ultimi decenni, è culturalmente disgustato dalla possibilità di trattare con il Dittatore. Chi lavora alla Nuova Cuba Democratica dall'interno del paese... è costretto invece a tentare di svolgere la propria attività nei coni di luce, e non di ombra, lasciati alla libera espressione da una legge cubana sempre piú simile a quella di Batista. Batista che pur dittatore feroce tollerava qualche giornale e partito di opposizione. In questo il castrismo ha ragione a vantare una diversità tra il nuovo e il vecchio tiranno. Oserei dire un perfezionamento mefistofelico ed infausto della limitazione di critica all'operato del regime. La morte di Castro, son sicuro, qualcosa significherà. Se pure il popolo cubano ha maturato con Fidel un debito iniziale moralmente irrecuperabile (triste cosa quando il creditore ti mette la pistola alla tempia perché non vuole incassare... ma solo aumentare il debito e quindi i tuoi obblighi) sono convinto che alla sua morte questo blasfemo debito si estinguerà. La gerontocrazia di stile famigliare, almeno i coreani del nord hanno rinfrescato l'età del Dittatore, è troppo disgustosa. Anche per lo stomaco forte dei cubani.
Massimo campo
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