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Primarosa Pia. Astensionismo e democrazia
E una parola fuori dal coro sulla riduzione del numero dei parlamentari
 
Commenti presenti : 5 In questa pagina : da 1 a 5
   17-05-2012
Cara Primarosa,
quello dei partiti e delle persone che li rappresentano, e ancora di più il loro comportamento piatto (parlo di quelli dell'opposizione) nel periodo berlusconiano è il problema più grosso. Se qualcuno avanzasse qualche ricetta praticabile si faccia avanti. Mi impegno a pensarci e, se troverò qualche idea, la esporrò.
 
Cordiali saluti
Gilberto Salmoni   
 
   16-05-2012
Cara Primarosa, un bel contributo, un po' macchinoso. Confermo che il maschile vale anche per le donne, secondo la regola della grammatica italiana, stabilita dai grammatici dell'Umanesimo (che erano tutti uomini perché le donne erano per lo più analfabete), i quali decretarono: “in italiano nelle concordanze prevale il maschile, come genere più nobile”: è per questo che uso sempre il linguaggio detto inclusivo, cioè sessuato, ciao abbracci lidia
lidia menapace   
 
   15-05-2012
CHE FARE? UNA PROPOSTA
 
rispondo a maria teresa su come immagino il come, ma prima voglio abbracciare paoletta, che proprio conferma ciò che volevo dire.
 
appurato che buona [più che buona] parte dell'astensionismo è causato dalla decisione molto saggia di smetterla di turarsi il naso e votare il meno peggio, si conferma che non sono importantissime le elezioni ma le candidature!!!
anche gli ingenui come me sanno di seggi sicuri, posizioni privilegiate in lista e altre amene decisioni prese nelle segrete stanze da non si sa chi che tiene nelle sue anonime, ma magari non tanto, grinfie un enorme potere... altro che democrazia!!
 
che fare?
lancio un che fare: un anno e mezzo prima della consultazione, viene strombazzato in ogni dove che ogni cittadino che lo desideri può inoltrare la propria candidatura, corredata di 40 righe di presentazione e della simbolica cifra di 100 euri, all'ufficio preposto del comune di residenza. trascorsi sei mesi le candidature vengono rese pubbliche e per sei mesi tutti i cittadini possono recarsi in quell'ufficio ad apporre la propria firma in sostegno della persona che preferiscono [lo so che pensate ai 10 € x ottenere la firma, ma tutti in città conosciamo chi sono coloro che distribuiscono i 10 €, eh?? basterà non votarli]
finito si tirano le somme: rapportati a parametri fissi x numero di abitanti chi ha superato una certa soglia di sostegni si cerca i compagni di avventura e tutti insieme scelgono chi tra loro sarà il leader, sindaco o che altro [naturalmente dovrebbe essere chi ha più adesioni, e se sono comprate non dovrebbe trovare compagni di cammino... o sarebbe una lista di cialtroni e si saprebbe]
a quel punto mancano sei mesi alle elezioni e credo sia inevitabile che ciascuna lista faccia riferimento ad ideali o programmi o se volete partiti ben definiti tra i quali i cittadini potranno bene individuare quelli che desiderano condividere.
 
vi assicuro che ieri sera non ho mangiato pesante ma forse leggendo a qualcuno potrebbe guastarsi la digestione
 
x lidia: ho scritto al maschile ma vale anche per le donne, ok?
 
primarosa   
 
   14-05-2012
 
Sottoscrivo molte delle cose che dici, Primarosa, ma ribadisco la mia preoccupazione per un governo che sceglie sempre di più la via della “tecnica super partes”, quando le partes sono in campo, eccome, e dichiaro che, stante la situazione attuale (chi, da cittadina/o che non stia in un partito etc., o comunque in una situazione in cui possa concorrere alla scelta dei soggetti da candidare, magari illusoriamente, ma sia, semplicemente, cittadina/o, può avere una voce, che dico, un vagito sulla scelta dei/delle rappresentanti, viste le normative elettorali che ci troviamo?), stante la situazione attuale, dicevo, e guardate che ho iniziato a fare politica a sedici anni, che vengo da una famiglia in cui ci sono stati dei morti perché ci fossero democrazia e libertà in questo Paese e non solo, ho giurato a me stessa, qualche anno fa, che non avrei mai più dato il mio voto a chicchessia che, candidato/a in virtù di alchimie, giochini, bilanciamenti di potere politico/elettorali, mi avesse fatto schifo. E intendo rimanere fedele a questa, dolorosa, scelta. Accadrà. Sicuramente accadrà. E mi verrà male a non votare, ma non posso, in coscienza, dare il mio voto a chi mi faccia schifo.
 
Paola Meneganti   
 
   14-05-2012
concordo con la valutazione sul dissenso omissivo; è una rinuncia più che una protesta, e segno di crollo di fiducia e speranza nei confronti delle persone e dei meccanismi della politica.
sollecitata dal pensiero espresso più volte da Primarosa, sul controllo dei cittadini nei confronti delle qualità morali e civili dei candidati, dico che mi piacerebbe sapere come si può realizzare, davvero.
ho fatto tempo fa una esperienza di far parte del gruppo PD nella campagna elettorale per il rinnovo dell'amministrazione locale. elezione molto, molto importante. ebbene posso dire che si è fatto proprio tutto quello che si poteva fare per perdere le elezioni e consegnare la città al centrodestra. non si sono fatte le primarie, non si è ascoltata la voce della cosiddetta società civile (io e pochi altri) che spingeva per le primarie e per costruire un progetto chiaro e condiviso per la città, e si è fatto capire chiaramente agli ingenui come me che le scelte politiche non si fanno mica in assemblea, ma no!, si fanno altrove. infatti c'è un “altrove” dove si fanno i giochi di potere (di tessere, di scambi e chissà quante cose ancora a me sconosciute) per cui risultano eletti quasi sempre i soliti noti, anche a livello locale. c'è resistenza al ricambio. da ultimo ci fu una scissione, in anticipo sui tempi. la sconfitta seguì naturalmente, ed era prevedibile.
la società civile come Cassandra.
forse una esperienza non fa testo come la famosa rondine che non fa primavera, ma credo sia molto difficile rimotivare i profondamente delusi. ciò nonostante le recenti elezioni in Italia e in Europa danno un po' di ossigeno...
ciao a tutti.
maria teresa siri   
 
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