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Comunità cristiane di base. ICI e Chiesa cattolica
Don Gallo: “La chiesa paghi le tasse e sia povera”
 
Commenti presenti : 6 In questa pagina : da 1 a 6
   15-12-2011
Se si rastrellassero ogni anno i 13 miliardi di euro che un sottogoverno confessionale continua a donare alla Città del Vaticano, sottraendoli con la menzogna dalle tasche della povera gente, se si recuperassero tutti gli introiti dell’ICI (il valore degli immobili vaticani ammonta per difetto a 30 miliardi di euro), la smetteremmo di parlare di debito pubblico (altra bufala) , di crisi delle pensioni, di tagli ai rinnovi contrattuali, alla sanità, alla scuola pubblica, all’arte, alla musica e allo spettacolo… Grazie a Berlusklaun il Vaticano, il più ricco Stato del Mondo, non paga più neppure l’ICI, i suoi monumenti privati sono ristrutturati con le tasse imposte ai lavoratori italiani, e gli istituti cattolici sono finanziati con i soldi di noi tutti, non con le offerte dei fedeli o delle aziende di Berlusconi, abbastanza ricche da permetterselo. Siamo il solo caso nel mondo in cui una popolazione multirazziale e multiconfessionale deve obbligatoriamente versare i propri contributi per farsi indottrinare. Atei, non credenti, agnostici, musulmani, ebrei, protestanti ed induisti, le cui tasse statali sono devolute molto benignamente ad una ideologia religiosa che li combatte accanitamente e che se potesse tornerebbe ad accendere nuovi roghi! È come se gli Italiani – il paragone non vi sembri forzato – fossero costretti a finanziare l’Iran per lasciarsi plagiare: è la stessa identica cosa, anche se sembra assurda. Ma come ha detto qualcuno: “Il Vaticano è uno stato! L’Italia no!”.
DA: LA RELIGIONE CHE UCCIDE
COME LA CHIESA DEVIA IL DESTINO DELL’UMANITÀ
(Nexus Edizioni), giugno, 2010.
517 pagine, 130 immagini, € 25

http://www.shopping24.ilsole24ore.com/sh4/catalog/Product.jsp?PRODID=SH246200038
http://www.macrolibrarsi.it/libri/__la-religione-che-uccide.php
http://shop.nexusedizioni.it/libri_editi_da_nexus_edizioni_la_religione_che_uccide.html
alessio di benedetto   
 
   01-09-2011
Precisazione 'tecnica' sul commento di Antonia Sani (per altro da condividere):
Le festività dei Santi Patroni sono già incluse nella ri-candelarizzazione – esattamente come 25 aprile, 1° maggio e 2 giugno – ad esclusione di quello della città di Roma (che, contrariamente agli altri, è “conseguente ad accordi con la Santa Sede”).
Si veda l'art. 1, comma 24, del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138 (in G.U. n. 188 del 13/08/2011).
Il 'riposizionamento' nel calendario delle 4 festività è da effettuarsi annualmente, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, entro il 30 novembre dell'anno precedente. Sarà divertente vedere come si farà per gli innumerevoli Patroni... (come minimo sorgerà la necessità di ricorrere a una super-consulenza. ...Con la Cei, naturalmente!).
 
La petizione per lo stralcio del comma sta raccogliendo adesioni a valanga sul sito www.cgil.it
la Direzione   
 
   01-09-2011
...mi pare molto bello e importante questo comunicato delle Cdb. Specie dopo l'intervento incoerente del Cardinal Bagnasco.
   Ho l'impressione comunque che la stretta della crisi finanziaria sia un'opportunità -certo non desiderata- ma utile per riportare in primo piano la denuncia dei privilegi di cui godono le istituzioni religiose cattoliche nel nostro Paese, in particolare nella gestione di tutti quegli esercizi ben elencati nel documento delle Cdb.
   A fronte della proposta inaudita di far cassa sopprimendo festività civili che non si riferiscono a conquiste belliche ma all'affermazione nel nostro Paese di valori e principi democratici – quali sono il 25 aprile, il 1° maggio e il 2 giugno – perché non proporre la soppressione della celebrazione dei santi patroni che riguarda tutte le località italiane prevedendo a singhiozzo un giorno di riposo con totale astensione dal lavoro nei luoghi pubblici? Si tratta di un omaggio -anche questo senza contropartite- riservato al culto di una religione che non è più “religione di Stato”.
Ma... il Concordato... Si deve continuare a non toccarlo nei privilegi, mentre si toccano con spudoratezza i valori fondanti della nostra Costituzione?
Antonia Sani   
 
   30-08-2011
Ho ascoltato la messa di Don Gallo al porto vecchio a Genova. Non l'ho mai dimenticata per il calore e la forza delle parole.
Criticato? molto e scomodo a moltissimi.
Anche San Francesco era in odor d'eresia.
Tutto tollera la chiesa ufficiale tranne la povertà.
patrizia
patrizia garofalo   
 
   30-08-2011
Don Gallo, Don Milani, Don Tonino Bello... ce ne sono stati e ce ne sono ancora di preti coerenti con l'insegnamento evangelico. Ma danno un pò fastidio alla Chiesa ufficiale e ai suoi "seguaci" politici.
luca vitali   
 
   30-08-2011
Accolgo in pieno le parole di Don Gallo, grande uomo, grande cristiano e sempre vicino ai più deboli con amore e dedizione.
E' quel Gesù che cerco da sempre e che lui fortemente incarna.
patrizia garofalo   
 
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Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
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