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Acqui Terme. Dopo 11 anni il monumento alla resistenza è tornato al suo posto
Con manifestazione pubblica tenutasi la mattina di Sabato 30 luglio
 
Commenti presenti : 19 In questa pagina : da 1 a 10
   06-08-2011
Credo che un ciclo di conferenze sui fascismi europei ed i movimenti resistenziale che ne hanno decretata la fine sarebbe molto interessante anche per comprendere il fenomeno inquietante che vede nell'est e nord Europa il riaffiorare dell'incubo nazifascista.
Pierpaolo Pracca   
 
   03-08-2011
cara primarosa, e care tutte e tutti,
 
sono assolutamente d'accordo con te: anche i monumenti hanno diritto “al tempo in cui sono stati eretti” (come, a parer mio il Memoriale di Auschwitz, tu sai), non si devono “evolvere” soprattutto se sono di pietra o di bronzo.
nella mia giovanile stoltezza, da ragazza non volli imparare il tedesco per odio verso il popolo che parlava quella lingua.
mia madre, dopo l'uccisione di mio padre a Cefalonia, mi faceva ripetere, spesso, questa frase (avevo cinque anni): “io odio i tedeschi”.
non molti anni fa, circa venti, a Berlino, per trovare una strada, sono entrata in un'aiuola fiorita, calpestando erba e fiori e, all'osservazione di un'amica che mi conosce come rispettosa delle regole urbane, ho risposto, ridendo, però: “ma loro hanno ucciso mio padre!!!, potrò calpestare i loro fiori!!!”.
poi, quando ho iniziato ad occuparmi dei processi, in Germania, per Cefalonia, i miei sentimenti, verso una gran parte del popolo tedesco, sono cambiati; ho trovato in molti di loro i miei più validi sostenitori, nell'assenza, pressoché totale delle istituzioni italiane.
gli “antifa- gruppo di lavoro contro la tradizione nazista”, sono alcune delle persone più impegnate nel chiedere al governo del loro paese di assumersi le dovute responsabilità economiche, come deciso dalla nostra Cassazione, più volte, rispetto agli “schiavi di hitler” italiani, messi ai lavori forzati, durante la seconda guerra mondiale.
il 25 aprile sei di loro (provenienti da monaco, amburgo, dortmund) erano con me in piazza duomo a milano, ed erano venuti per convincermi ad organizzare “qualcosa per sensibilizzare gli italiani su questo tema”.
ho loro dichiarato la mia impotenza e la mia delusione rispetto alla sensibilità attuale degli italiani sul tema.
 
allora: lasciamo come sono i monumenti di ieri e combattiamo invece oggi affinché i giovani abbiano una migliore conoscenza della storia nostra, soprattutto, e di tutti gli altri paesi del mondo, di ieri e di oggi, con tutte le tragedie con cui ci siamo abituati, ahinoi, a convivere.
chiedo perdono per la lunghezza del messaggio un abbraccio antifa a prima, a tutte e a tutti
marcella de negri   
 
   03-08-2011
IPOCRISIA NON SOLO CATTOLICA
 
Per quel che ne so i tedeschi hanno fatto i conti con il nazismo più di quanto abbiano fatto gli italiani col fascismo.
 
Comunque, l’ipocrisia non è solo cattolica.
 
Ad esempio, diceva un ebreo circa duemila anni fa: « Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello» (Vangelo di Matteo 7,5).
Pier Luigi Fanetti   
 
   03-08-2011
Solo un commento: è tipico di un paese cattolico (anzi, meglio, controriformista) dare sempre la colpa al prossimo. Tanto poi noi ci si confessa, no? Del resto è normale che chi sia carico di guano (il cav. Benito è nato a Predappio, non a Düsseldorf) cerchi di buttarne il più possibile addosso agli altri. La frase giusta sarebbe stata: “che bastardi questi nazisti e questi fascisti”, quella profferita dall'italico visitatore è espressione del solito, abituale, sentirsi “brava gente”. Che disgusto.
BM   
 
   03-08-2011
sabato scorso ero in austria, a mauthausen e gusen, ma se fossi stata in italia sarei certo venuta ad acqui per ringraziarvi, roberto, vittorio e tutti voi, ancora una volta, per l'impegno con cui r-esistete all'incombente disegno di sminuire, mascherare, confondere, ciò che è stato il vero senso della Resistenza come difficilissima e rischiosissima reazione all'occupazione fisica e mentale del nazifascismo.
per fortuna in molti altri luoghi uomini liberi e generosi r-esistono come voi, e ancora una volta è grazie a questi r-esistenti che all'estero ci accolgono con il rispetto guadagnato dai nostri padri.
 
personalmente io non credo che questo monumento debba essere “integrato”.
discusso sì, certo, e in modo profondo, ma considerato il fatto che non è stato “pensato” oggi, ma negli anni settanta, esso mi pare semplicemente esemplificativo di come in quegli anni [passati quarant'anni] in italia il dramma inenarrabile dell'occupazione tedesca fosse ancora così sentito da ritenere quasi un oltraggio un qualsiasi riferimento positivo a quel paese.
 
possiamo non essere d'accordo oggi, ma allora era certamente così, e vi racconto un episodio di un paio di mesi fa: stavamo visitando cracovia, avevamo appena visitato auschwitz ed ho udito alle mie spalle una persona del gruppo con cui ero che diceva, parlando al presente, alla persona che gli camminava accanto [vado a memoria, ovviamente] “che bastardi questi tedeschi, si dovrebbe usare su di essi la bomba atomica per sterminarli”.
ho reagito più o meno come ha reagito brunello in questo caso, ma non sono sicura di essere stata capita.
 
il nazismo ed il fascismo si sono retti, come tutti i totalitarismi, sul terrore diffuso a piene mani tra i civili, e la pagina nelle menti e nei cuori non si volta con la liberazione, il cammino riprende, ma lutti e disperazione restano.
 
è giusto e doveroso prendere in considerazione, oggi, sia la Resistenza tedesca che l'entità dei crimini commessi dagli italiani nei confronti di altri popoli, ma purtroppo temo sia giusto domandarsi se questo imbarbarimento culturale che ci avvolge non riguardi a monte proprio l'ignoranza diffusa su ciò che sono stati nazismo e fascismo.
secondo me troppo si è dato e si dà per scontato, è vero che molto è stato detto e fatto, ma i giovani continuano a nascere vergini ed innocenti, ogni giorno il lavoro deve ricominciare, o i vuoti vengono inevitabilmente colmati e proprio in questo tempo triste sperimentiamo come.
 
un abbraccio r-esistente e un grazie
primarosa pia   
 
   02-08-2011
ottima l'idea di un programma sulla resistenza europea,
gradirei esserne informato (tempestivamente, perché l'anagrafe ha le sue esigenze!),
anche per l'occasione di conoscere anche personalmente Mantelli e Rapetti.
Cesare Trebeschi   
 
   02-08-2011
caro Brunello,

ritengo che la tua proposta di un ciclo di conferenze ad Acqui Terme sulla Resistenza europea, o meglio, sulle Resistenze ed i collaborazionismi europei sia ottima e realizzabile. Qui ad Acqui si respira ormai solo aria di destra, dall'Acqui storia alle iniziative ufficiali dell'assessorato alla Cultura. Condivido che la tua proposta debba essere sostenuta “dal basso” anche perché ci sono le condizioni per attuarla.
Roberto Rossi   
 
   01-08-2011
Pensavo ad un'iniziativa di “movimento”, non ritenevo certo che l'iniziativa potesse partire dal Comune (hic et nunc. Poi, certo, se si riuscisse a costringere Sindaco e Giunta ad aderire ancora meglio. Le istituzioni sono sempre istituzioni), bensì dalla stessa aggregazione di forze che ha imposto la ricollocazione del monumento. Mi pare che anche Vittorio delineasse un procedere dal basso, comunque.
BM   
 
   01-08-2011
credo che Vittorio Rapetti ben conosca la situazione dell'amministrazione del comune di Acqui.
 
problema per me: PREMIO ACQUI STORIA – GIURIA DI DESTRA (come l'attuale amministrazione dal 2007) premi dati ad autori di destra, più o meno estrema; non parlo dei premi collaterali addirittura dati a persone che preferisco non qualificare (solo un nome il regista squitieri...!!!)
l'oggetto del mio contendere e della mia battaglia era basato sul fatto che il comune di acqui disattendeva, TOTALMENTE, lo spirito dello statuto del premio, nato per ricordare la strage della Divisione Acqui (alla fondazione la giuria era composta da Norberto Bobbio, Giorgio Rochat,...)
 
Sono sorpresa per questo, così condiviso, ottimismo rispetto a sperati, futuri comportamenti democratici di questa amministrazione rispetto alla scultura che ricorda la Resistenza: mi stupisco soprattutto rispetto a Brunello Mantelli e Vittorio Rapetti.
Il sindaco Danilo è un Rapetti, ma non gli somiglia affatto, come Vittorio ben sa, ahinoi.
un abbraccio più che mai antifa
Marcella Denegri   
 
   01-08-2011
Finalmente! E dal momento che facciamo pulizia negli angoli, vediamo la polvere che sta sotto altri tappeti: “liberté egalité fraternité, i franseis an carossa e nui a pé” (da 'Il Giornale d'Asti' di Stefano Incisa del 1797); e sulla resistenza “islamica” alla Russia post-sovietica?
Distruggere gli idoli è un lavoro evangelico. Ma può anch essere un lavoro da missionari imperialisti, come è capitato durante la conquista dell'America latina (perché poi latina? e perché America?). C'è da rimetterne di cose a posto.
O no?
GMonaca   
 
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Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
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