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Gordiano Lupi. La Cuba quotidiana di Domenico Vecchioni
Intervista esclusiva per Tellusfolio dell'Ambasciatore italiano all’Avana
 
Commenti presenti : 21 In questa pagina : da 1 a 10
   21-01-2010
Ha ragione, signor Vecchioni io certo parlo della mia sperienza nei primi ani noventa, solo non posso capire,il perchè alle feste nazionali non invitano più i dissidenti, ma questo ormai spetta tutta l'Unione Europea, certo. Micreda che ho capito che Lei è sensibile alla causa cubana. Ormai sono convinto di ciò.
Carlos Carralero   
 
   20-01-2010
complimenti per la intervista....sarebbe bello con questi pregiati e distinti relatori (Imb. D. Vecchione, Carlos Carralero, e G. Lupi )creare un convegno su "Cuba que no es Libre", penso che puo arricchire culturalmente a tante persone sapere cosa accade realmente a Cuba,E SOPRATUTTO, cosa accade a chi non difende la democrazia o si impegna in migliorala.
Saluti e grazie per lavoro che fatte.
A.Medina   
 
   19-01-2010
Caro Carralero,
solo due brevi commenti alle sue considerazioni.
L'embargo economico e commerciale non ha mai risolto situazioni "politiche" perchè alla lunga finisce col danneggiare la stessa popolazione che vorrebbe aiutare e, paradossalmente, si rivela utile al governo o al regime che vorrebbe invece indebolire (fornendogli peraltro un comodo alibi per giustificare cose che non hanno niente a che vedere con l'embargo stesso).
Può a volte risolvere situazioni "militari", ma allora deve essere breve, temporaneo, finalizzato ad un determinato evento strategico-militare, non può certo durare decenni!
L'Italia, ricordo, insieme a tutti i paesi dell'U. E., ha sempre votato all'ONU contro l'embargo americano a Cuba.
Non corrisponde al vero poi che i diplomatici italiani non hanno contatti con la dissidenza. Non so negli anni novanta, ma nei 4 anni in cui sono stato all'Avana (2005-2009) in Ambasciata abbiamo seguito la politica concordata in seno dell'Unione Europea dopo i fatti del 2003: quella cioé del "doppio dialogo". Dialogo sia con le autorità cubane (indispensabile, visto che abbiamo normali relazioni diplomatiche con Cuba dove vivono migliaia di nostri connazionali e dove operano diecine di piccole imprese italiane, senza parlare dei 160.000 turisti annuali ecc...), sia con qualificati rappresentanti della dissidenza pacifica e democratica.
In un difficile ma indispensabile equilibrio che, se fosse rotto, potrebbe avere effetti controproducenti per i nostri interessi nell'isola e per gli stessi dissidenti.

Domenico Vecchioni

domenico vecchioni   
 
   19-01-2010
Molto utile e bella questa intervista. Solo su una cosa non sono d'accordo. ed è sull'embargo. Non possiamo immaginare un paese mediamente sviluppato con una ferrea economia centralizzata, senza investimenti seri, e con un divieto alla minima iniziativa privata. Già l'abbiamo segnalato sulla nostra lettera a l'UE. A partire del 1968, con la l'eufemismo diabolico di Ofensiva Revolucionaria Castro diede l'ultimo colpo all'iniziativa privata e al talento dei cubani. Nel gennaio 1968 ancora si vedevano sulle strade cubane, uomini imprenditori - perchè lo erano - spingendo un "carrito" con fritta y tortilla. Una sorta di panini con fritatte e con altre specii di invenzioni culinari, con cui cercavano di per sfamare gli uni e sopravvivere gli altri.
Ringrazio Lupi e l'ambasciatore per l'intervista, sinceramente.
Io, comunque avrei fato una domanda scomoda al nostro amico ambascitore ed è: perchè i diplomatici non cercano un avvicendamento con i dissidenti a Cuba? So la risposta me vorrei che molti italiani lo sapessero. Io nei primi anni novanta ho cercato di creare una sorta di incontro e dialogo con la ambascita italiana a Cuba, tramite la mia associazione a Cuba, ma non sono riuscito perchè ero un perseguitato e facevo fatica persino ad usscire da casa.
CARLOS Carralero   
 
   04-01-2010
egregio vecchioni,ho spesso manifestato forti dubbi sull'operato del governo cubano e le mie opinioni nascono da un'esperienza in terra cubana molto più lunga e ..come dire "popolare" della sua.nei quartieri poveri di santiago ,ai quali lei fa riferimento,io ho vissuto una parte lunga e intensa della mia vita,insieme ai cubani e lì ho messo su famiglia.lei,in quei quartieri era ed è sconosciuto,per il semplice fatto che,come l'hombre nuevo di guevara,non s'è mai visto.non si offenda,ma le fregnacce retoriche sul meraviglioso e gioviale popolo cubano,sanno di stantio e di falso,è una maniera sciocca di parlare di cuba.a lupi dico,che non sono affatto convinto e che i dati del governo cubano non m'interessavano ieri e oggi men che mai,ma preferisco la gente sanguigna(magari come lei),a burocrati noiosi che soggiornano a nostre spese e che prima di opinare consultano le varie segreterie per accertarsi di non urtare la sensibilità(politica) di chi ha provveduto a procurargli quella poltrona.
saluti,marcello.

marcello   
 
   04-01-2010
lupi, credo che sia arrivato il tempo da parte di tutti, almeno in questo blog, di smetterla di dare del gusano o del castrista all'interlocutore che non è in linea.
Questi dati, dunque, sono attendibili, non perchè io ci creda, ma perchè l'obiettivo del governo cubano è quello di ridurre drasticamente le importazioni. Potrebbe anche affermare di avere dato in usufrutto 3 milioni di ettari di terra, ma se non riduce le importazioni, a che serve? Riducendo le importazioni,infatti, il governo cubano aumenta i fondi in valuta forte, dollaro o euro, e perciò non si tratta di una questione propagandistica.E'realmente un interesse nazionale. Anche perchè una nazione che importa alimenti, se non ha denaro per acquistarli, va diritta verso una rivolta. Il governo cubano questa situazione l'ha sperimentata nel periodo speciale, che è sfociato nei moti del 1994. Perciò non intende in alcun modo correre di nuovo il rischio.Ecco perchè i dati sull'economia e sulla distribuzione delle terre in particolare sono credibili.
nino   
 
   04-01-2010
Vede, caro Marcello, in un certo senso mi fa un grosso complimento, visto che la "propaganda castrista" (come la definisce lei) é tra le più raffinate ed efficaci al mondo. Ma non credo di arrivare a tanto... No, io ho solo espresso un'opinione personale, basata su una certa esperienza sul terreno.Fortunatamente in Italia è possibile. A Cuba invece no, non sono ammesse "opinioni personali". Vige il Pensiero Unico. Se le va bene così,meglio per lei!
domenico vecchioni   
 
   03-01-2010
Marcelo e Nino sono talmente convinti che giurerebbero persino sulla attendibilità dei dati forniti dal governo cubano. E pensare che non ci crede neppure Raul alle cose che dice...
Gordiano Lupi   
 
   03-01-2010
l'opinione di vecchioni,per motivi che tutti conoscono ,ha lo stesso valore e la stessa credibilità della propaganda castrista.
marcello   
 
   30-12-2009
dr vecchioni, ma se non ci si basa sui dati dal governo cubano, su quali ci si deve basare? La riforma agricola è iniziata per ridurre le importazioni, non per dare soddisfazioni all'estero. Per quale motivo, perciò, il governo cubano si dovrebbe inventare la distribuzione di 920 mila ettari, quando ne sarebbero stati distribuiti molti di meno? Se voleva manipolare i dati poteva tranquillamente affermare che invece di 920 mila ettari ne erano stati distribuiti 1 milione e 700 mila, la meta a cui aspira. E poi non mi sembra che 60 mila ettari distribuiti, non coltivati, di terra al mese in tutta l'isola(920 mila:15 mesi)sia una grande cifra. E' evidente che non vanno spediti!.Spero, infine, che la riforma riesca, come è riuscita in vietnam, per il popolo cubano, non per il governo.
nino   
 
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Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
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